Quella sera del giovedì santo

<< Torna indietro

uella

 

La solennità del Giovedì Santo ci conduce virtualmente nel Cenacolo dove Gesù ha celebrato l’ultima cena con i suoi discepoli prima della sua passione, morte e risurrezione.
 
Il culto del Giovedì Santo è più che un ricordo dell'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. E’ ciò che Gesù ha detto e fatto nelle ultime ore della sua vita. Quello che ha lasciato consapevolmente per la sua comunità più intima.
 
Gesù ha creato un'atmosfera speciale durante quella cena di addio che ha condiviso con i suoi discepoli la vigilia della sua passione. Sapeva che sarebbe stata l'ultima. Egli non si sarebbe mai più seduto a tavola con i suoi fino alla festa finale con il Padre. Così egli volle lasciare ben impressa nella memoria dei suoi amici quello che era sempre stata la sua vita: passione per Dio e dedizione totale.
 
Il centro di questa celebrazione è il comandamento dell'amore. Quella notte questo comandamento è stato detto a parole, è stato drammatizzato nella lavanda dei piedi ed è diventato un rito nell'istituzione della Cena del Signore. 
La comunità dei discepoli di Gesù è una comunità che si lascia servire dal Signore e in risposta è una comunità di servizio.
 
Il culto del Giovedì Santo è caratterizzato dal rito della lavanda dei piedi e dalla celebrazione della Cena del Signore.
 
Il rito della lavanda dei piedi era precedentemente celebrato come rito secondario, fuori dall'Eucaristia, sotto il nome di “mandatum”, richiamando il comandamento nuovo di Gesù ai suoi discepoli. Successivamente è stato incluso nella celebrazione principale.

Quella notte Gesù l’ha vissuta con una tale intensità che distribuendo loro il pane e il vino, disse loro memorabili parole: "Io sono così. Io do tutta la mia vita. Ecco, questo è il mio corpo dato per voi. Questo vino è il mio sangue versato per molti. Non scordatelo mai: anzi fate questo in memoria di me. Ricordatemi così: totalmente dedito a voi. Questo alimenterà le vostre vite".
Per Gesù è stato il momento della verità. In quella cena egli ha ribadito la sua decisione di andare fino in fondo nella fedeltà al progetto di Dio. Avrebbe dato la sua vita senza pensare a se stesso. Egli confidava nel Padre suo e tutto avrebbe messo nelle sue mani.

Celebrare l'Eucaristia è celebrare il memoriale di ciò che Gesù ha fatto per noi. Celebrare l’Eucarestia è riaffermare la nostra scelta di vivere secondo lo stile di vita di Gesù. Prendere nelle nostre mani la nostra vita e i nostri impegni per cercare di viverli fino in fondo.
 
Prima il culto finiva senza la benedizione, perché quel culto era l'inizio del Grande Culto. Al termine si compiva la spogliazione dell'altare. Fin dall'antichità, tutte le tovaglie dell'altare venivano rimosse al termine della celebrazione come simbolo che drammatizza lo spogliamento delle vesti di Gesù nell'ora della sua morte.
 
Tutto il mistero del Giovedì Santo e del Triduo pasquale è racchiuso in queste parole di Gv 13, 1-4: «Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.  Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita».

Nell'Eucaristia del Giovedì Santo la Chiesa rivive l'ultima cena di commiato di Gesù e celebra la carità fraterna attraverso due gesti: uno, testimoniale (lavare i piedi); l'altro, sacramentale (l'Eucaristia).
 
E' troppo facile fare dell’Eucarestia qualcosa di molto diverso da quello che è. Impegniamoci seriamente ad andare a messa non solo perché è un precetto della chiesa dimenticando ciò che Gesù ha fatto durante l'Ultima Cena.
 
Ma soprattutto non mangiamo il Corpo del Signore e non beviamo il suo Sangue facendo comunione con lui e pensando solo a noi stessi e ai nostri interessi. Apriamoci davvero alla comunione con il nostro prossimo! E promettiamo di uscire dalla chiesa decidendo di vivere davvero in comunione con tutti, celebrando nella vita di ogni giorno la nostra offerta e il nostro dono.

Signore Gesù: nella tua messa, la nostra messa.

© Riproduzione Riservata