Quaresima: l'uomo messo alla prova

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Il tempo di Quaresima pone il cristiano davanti alla verità di se stesso come essere in prova. E lo fa ricorrendo ai testi classici della Bibbia che rivelano la vulnerabilità interiore dell'uomo che normalmente chiamiamo tentazione. 
 
Ma la parola tentazione non è dolce per le orecchie moderne. Denota qualcosa di negativo o che porta inevitabilmente al male. La parola prova è più asettica, meno moralizzante, perché l'uomo è costantemente messo alla prova. 
 
Chi non si mette alla prova per vedere fino a che punto può spingersi nel raggiungere qualche obiettivo?
Entrare nel deserto della Quaresima è avere il coraggio di vivere la prova. 
 
Israele uscì dall'Egitto, gioioso per la liberazione; ma arrivarono le prove e la gioia si trasformò in infedeltà. 
Diffidarono di Dio e cedettero alla prova, ribellandosi contro di lui nel giorno di Massa e Meribá, parole ebraiche che significano prove e gare.
 
Leggendo oggi le tentazioni di Gesù nel deserto, apprendiamo due cose:
·       La prima: che Gesù, come uomo, ha vissuto la prova;
·      La seconda: lo ha fatto per mostrarci la via della verità e aiutarci a superare le nostre stesse prove. 
 
Cosicché San Paolo scrive nella lettera agli Ebrei: «Proprio per essere stato messo alla prova e avere sofferto personalmente, è in grado di venire in aiuto a quelli che subiscono la prova» (Eb 2,18).
 
La lezione di Gesù nel deserto si contrappone a quanto accadde ad Adamo ed Eva in paradiso. Lì avevano a disposizione tutti i tipi di alberi da frutto da mangiare, ma si infatuarono dell'albero proibito. 
Gesù non aveva da mangiare e non usò il suo potere per sfamarsi quando il diavolo propose di trasformare le pietre in pane. 
 
Adamo ed Eva vollero essere come dei. 
Gesù, sapendo di essere il Figlio di Dio, rifiutò la prova per dimostrarlo. 
 
Nella loro disobbedienza, Adamo ed Eva persero tutto ciò che avevano. 
Gesù, nella sua obbedienza, è stato servito dagli angeli. 
San Paolo lo dice molto bene: «Come per la disobbedienza di uno solo tutti sono stati costituiti peccatori, così anche per l'obbedienza di uno solo tutti saranno costituiti giusti» (Rm 5,19).
 
L'esperienza di soccombere alla tentazione è molto ben espressa nel testo della Genesi che narra il peccato di Adamo ed Eva. Dopo aver mangiato il frutto proibito, il testo dice che «allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi» (Gen 3,7). 
 
L'uomo, che soccombe all'"appetito, allettante e desiderabile" del frutto proibito, scopre nella propria nudità la menzogna della tentazione. «Chi ti ha fatto sapere che eri nudo?» (Gen 3,11) chiese Dio ad Adamo quando si nascose alla sua presenza con la scusa di vedersi nudo. 
 
Magnifica descrizione della perdita della grazia! 
Tale è l'uomo, un essere nudo, quando soccombe alla prova.
 
Terminate le tentazioni di Gesù, il Vangelo dice che «Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano» (Mt 4,11). 
Quaresima:
  • tempo della nostra conoscenza,
  • tempo del combattimento e della prova,
  • tempo dell'obbedienza e dell'adorazione,
  • tempo della lotta contro la menzogna che ci circonda con la sua appetitosa apparenza, ma che, alla fine, ci lascia nudi. 
 
Ecco perché abbiamo cominciato a vestirci della verità delle ceneri.
 

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