Omelia nella solennità
del Corpus Domini

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Dal Vangelo secondo Luca 9,11-17
In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste. <<< + >>>

 
Alla ripresa della seconda, lunga, parte del Tempo Ordinario la Chiesa fissa l'attenzione su un aspetto centrale della fede e della vita cristiana: il sacramento dell'Eucaristia.
Celebriamo, infatti, la solennità del Corpo e del Sangue di Cristo, giorno in cui adoriamo in maniera speciale la presenza reale del Signore nell'eucaristia.

È giorno di ringraziamento per il dono del Corpo e del Sangue di Gesù messo a nostra disposizione ogni qualvolta celebriamo la Santa Messa. E siamo invitati a riflettere sul mistero eucaristico fonte e culmine dell'esperienza della Chiesa.
 
Nel Medio Evo un vasto movimento di devozione popolare aveva preceduto l'istituzione della festa del Corpus Domini. Fu così che Papa Urbano IV nel 1264 istituì ufficialmente la festa che in realtà è riproposta del giovedì santo. Nell'intenzione del Papa vi era lo scopo di rinnovare la fede del popolo cristiano nell'Eucaristia, arricchendone la comprensione teologica.
 
L'Eucaristia è il memoriale del dono che Gesù Cristo fa della sua vita per il mondo. È il prolungamento sacramentale della incarnazione e della presenza viva e reale del Risorto. Nel dono dell'Eucaristia Cristo si fa pane per alimentare tutta la nostra vita e ci offre il suo sangue versato per la redenzione di tutti e di ognuno in particolare.

Nel momento in cui rendiamo omaggio al Santissimo Sacramento è doveroso restituire alla memoria la pienezza dei sentimenti e dei significati che riguardano il mistero eucaristico. Nella sua celebrazione noi annunciamo la morte di Cristo, proclamiamo la sua risurrezione ed esprimiamo la nostra volontà di vivere in attesa della sua venuta nella gloria.

La festa del Corpus Domini ci invita altresì a comprendere la relazione tra l'Eucaristia e la Chiesa: la Chiesa nasce dall'Eucaristia e nell'Eucaristia.

Il Vangelo che si proclama nella Liturgia della Parola di questa Solennità si colloca in Luca verso la fine della seconda parte del ministero di Gesù in Galilea (8,4 – 9,50). Luca esprime un chiaro riferimento al mistero eucaristico e prefigura il dono del pane di vita che Gesù farà con il suo gesto alla vigilia della sua passione.
Per Luca Gesù è il Salvatore che nel banchetto eucaristico cura i credenti dalle ferite del peccato e li nutre con il cibo soprannaturale.

 
Racconta Luca: «Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla».
È fondamentale riconoscere l’importanza di questi quattro verbi. Sono gli stessi utilizzati per descrivere le azioni di Gesù durante l’ultima cena:
  prese il pane: è il cibo necessario alla vita dell’uomo;
  pronunciò su di esso la benedizione; è il rendimento di grazie a Dio per il pane frutto della terra e della benedizione di Dio sul lavoro umano;
  lo spezzò: con un’azione altamente espressiva, destinata a imprimersi nella mente dei discepoli (cf. Lc 24,35);
  lo diede ai suoi commensali affermando: «Prendete e mangiatene, questo è il mio corpo»
 
In verità è san Paolo che. nella seconda lettura di questa festa, richiama il significato e il valore della “Cena del Signore”. Si tratta del più antico resoconto della istituzione dell'Eucaristia scritto assai probabilmente solo due decenni dopo il compiersi dell’evento. Ma nei gesti della benedizione, dello spezzare il pane, della distribuzione con l'aiuto dei discepoli, della raccolta dei pezzi avanzi non vi è soltanto la prefigurazione simbolica dell'Eucaristia, bensì una vera e profonda rivelazione della esistenza di Gesù e una vera rivelazione del gesto eucaristico.

Per Luca, infatti, la distribuzione dei pani, l'ultima cena
(22,19-20) e la cena di Emmaus (24,13-15) costituiscono i pilastri che manifestano la vita e l’esistenza di Gesù offerta in dono.
 
L'eucaristia è sacramento, segno e realtà dell'alleanza definitiva, nuova e eterna di Dio con il suo nuovo popolo, stabilita nel sangue del suo figlio amato, Gesù Cristo. Nell'eucaristia si trasforma la materia, si trasfigura l'universo, si divinizza l'umanità, si rende a Dio la sua gloria, alla creazione la sua bontà, alla storia il suo significato trascendente, all'essere umano la sua primitiva bellezza.
 
  L’Eucaristia è il sacramento che rinnova e accresce l’unione profonda con Cristo maturata nel Battesimo e alimenta la comunione con la Trinità;
  È pegno d’immortalità: “Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.
  È nutrimento che ci rende capaci di vivere d’amore e di compiere le opere di bene delle quali il Maestro ci ha dato testimonianza.
  È presenza costante e silenziosa, garanzia che non siamo mai soli, occasione per ravvivare il nostro personale rapporto di amicizia e di amore.
 
Nell'eucaristia si eleva il ringraziamento costante di tutta l'umanità a Dio per mezzo del suo Figlio per la creazione, per la redenzione, per l'effusione dello Spirito Santo. L'amore di Dio, manifestato nel suo figlio unigenito, Gesù Cristo, è stato capace di instaurare l'azione con la quale ci accompagna tutti i giorni fino alla fine del mondo in modo del tutto discreto: la frazione del pane.
 
Cari Amici
 
La festa del Corpo e Sangue di Cristo è memoria dei gesti e delle parole di Gesù nell’ultima cena, memoria dell’eucaristia che riassume l’intera sua esistenza, vita spesa e donata per i fratelli fino alla morte. La festa del Corpo e Sangue di Cristo non può restare indifferente al cristiano. La celebrazione dell'Eucaristia ci colloca al crocevia di tempo.
 
  Il passato non può essere dimenticato. I segni del pane e del vino rendono presente la consegna di Gesù per la nostra salvezza. L'Eucaristia non può essere banalizzata. In essa celebriamo il sacrificio redentore di Cristo. Per quanto celebrazione gioiosa, l'Eucaristia rende presente il senso della vita e della morte.
  Il presente coinvolge tutti coloro che si accostano all'altare per adorare il corpo sacramentale di Gesù Cristo vere, realiter, substantialiter. E al contempo ci viene chiesto l’impegno a mantenerci uniti nel Corpo sociale di Cristo che è la Chiesa. E a scoprirlo presente in tutti i fratelli.
  Il futuro ci orienta alla manifestazione gloriosa di Gesù Cristo. L'Eucaristia ci porta a preparare la pienezza del suo regno. Rivela il valore relativo di ciò che costruiamo e apre davanti ai nostri occhi un orizzonte definitivo e ultimo, perché possiamo dare a tutti i nostri fratelli ragioni per ben vivere motivi e ragioni per sperare.
 
La consegna di Cristo nell'eucaristia e la sua presenza reale ci trasforma in ospiti e casa del Signore; inoltre ci rende invitati al banchetto dell’Agnello. Nell'eucaristia ci è offerta la possibilità di relazionarci con Gesù Cristo, il figlio unico di Dio, nato da donna. Lo stesso che ha patito, che è morto, che è risorto, che regna glorioso, incoraggiando i suoi discepoli nel nuovo cammino di Emmaus.

Contemplando il mistero dell'eucaristia si riceve lo stimolo per vivere alla maniera del Signore in donazione totale e discreta in favore dei fratelli e di amorosa relazione con Dio. La presenza di Cristo nell'eucaristia consente il ristoro nel cammino, la sosta nella giornata, la conversazione amica, lo sfogo dell'anima, l'esercizio di comunione, l'intuizione missionaria. La presenza eucaristica è una scuola permanente di dedizione silenziosa, in modo di amare gratuito e costante, senza imposizioni, senza evasione.
 
La festa del Corpo e del Sangue di Cristo ci invita a rinnovare la nostra fede nella presenza del Signore in mezzo al suo popolo. Nell’Eucaristia, pane consacrato c’è una presenza particolarmente forte e reale. La chiesa afferma la presenza “in corpo, sangue, anima e divinità di nostro Signore Gesù Cristo”. La presenza del Signore nel pane eucaristico è oggi piuttosto trascurata dalla maggior parte dei fedeli.

È pur vero che il Signore è presente accanto a noi accompagna la nostra esistenza in diversi modi:
      è presente nella Parola,
      è presente quando preghiamo,
      è presente nell’uomo che incontriamo,
      è presente nella comunità dei fedeli.
 
Ma ha voluto essere presente in modo del tutto speciale e significativo nell’Eucaristia. Ogni settimana nella celebrazione della Santa Messa il Signore viene a noi per guarirci e per indicarci la strada della vita. Questa è la nostra sfida settimanale!
 
Ma anche il pane eucaristico, conservato nel tabernacolo è presenza del Signore morto, risorto e vivo in mezzo a noi. È il vero corpo del Signore nato da Maria vergine. Il culto eucaristico, infatti, non si esaurisce nella Messa e nella Comunione; Gesù sotto le specie eucaristiche continua ad essere presente nel Tabernacolo. Questo aspetto va assolutamente rivalutato. È un bellissimo gesto quello di entrare in chiesa, ogni volta che vi passiamo davanti per adorare Gesù presente nel tabernacolo. Tale visita al Santissimo Sacramento è prova di gratitudine, segno d’amore e debito di riconoscenza a Cristo Signore là presente.
 
Celebrare e adorare l'eucaristia è accettare un appuntamento con il cielo, accorrere al luogo dell'incontro più desiderato, ricevere la dichiarazione d'amore più intensa, sperimentare la vicinanza più intima del mistero di Dio.

Molte delle nostre comunità celebreranno la processione del "Corpus Domini". L’intento pedagogico della Chiesa è quello di immergere Cristo Gesù nel cuore del mondo per fargli sentire da vicino l'urgenza della sua rinnovata presenza tra noi. Consentiamo a Gesù di percorrere nuovamente le strade dove vivono, lavorano e soffrono i suoi discepoli. Permettiamo che il Maestro attraversi i vicoli delle nostre quotidianità e che apra in noi nuovi sentieri di speranza.
 
Venite, esultiamo con canti di gioia! Venite, adoriamo! Amen.
 
Signore, Dio vivente,
guarda il tuo popolo radunato intorno a questo altare,
per offrirti il sacrificio della nuova alleanza;
purifica i nostri cuori,
perché alla cena dell’Agnello
possiamo pregustare la Pasqua eterna
della Gerusalemme del cielo.
 

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