La vita nello Spirito
Il frutto dello Spirito

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La riflessione sulla vita nello Spirito che si è plasmata nel corso della storia nella tradizione cristiana, non si è limitata ai sette doni, ma è stata anche arricchita dall'approfondimento di quello che san Paolo ha chiamato il "frutto" dello Spirito Santo. Non si tratta di due questioni senza alcuna relazione tra loro: infatti, la teologia dei doni esprime la trasformazione interiore che la Grazia di Dio opera nel credente per configurarlo a Cristo. 
 
I frutti dello Spirito, invece, sono la manifestazione esteriore di questa trasformazione. Un grande teologo del secolo scorso esprimeva questo concetto con queste parole: «l'immagine è tratta dalla vita vegetale. I frutti sono ciò che si raccoglie dai rami e provengono da una linfa vigorosa: è quanto raccogliamo da un campo seminato e coltivato».
 
Questo tema ha origine nella lettera ai Galati, dove san Paolo elenca una serie di atteggiamenti che costituiscono la manifestazione sensibile di un'esistenza guidata dallo Spirito: «Il frutto dello Spirito è: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, lealtà, modestia, padronanza di sé» (Gal 5,22-23)
In altre lettere, pur non usando l'espressione "frutto dello Spirito", sono elencati atteggiamenti che sono anch’essi segni dell'azione interiore della Grazia nel credente e che, quindi, si riferiscono alla stessa realtà: «
il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità» (Ef 5,9). 
«T
u, uomo di Dio … tendi alla giustizia, alla pietà, alla fede, alla carità, alla pazienza, alla mitezza» (1Tm 6,11).
«Il Regno di Dio è giustizia, pace e gioia nello Spirito Santo» (Rm 14,17; cfr 15,13). 
«C
i presentiamo come ministri di Dio … con purezza, sapienza, pazienza, benevolenza, spirito di santità, amore sincero; con parole di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia a destra e a sinistra» (2Cor 6,6-7).
 
Nel Discorso della Montagna, il Signore ha dato un criterio per esaminarci e discernere se siamo veramente suoi discepoli: «Dai loro frutti li riconoscerete … ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere» (Mt 7,16-20). 
 
I frutti a cui si riferisce non sono un rapido successo pastorale, né una posizione privilegiata dei cristiani nel mondo, ma questi atteggiamenti che sono espressione di un'autentica vita cristiana, che può portare qualcosa di nuovo al nostro mondo.
 
Sebbene originariamente la lettera ai Galati usasse l'espressione "frutto dello Spirito" (singolare), in molte traduzioni e opere di spiritualità si parla di "frutti dello Spirito". Le due espressioni hanno qualcosa di vero: se parliamo dei frutti dello Spirito indichiamo che la vita cristiana non si riduce a un unico atteggiamento, ma è un insieme di disposizioni interiori che abbracciano tutte le dimensioni dell'esistenza. 
Esprimendolo al singolare, si intede affermare che il frutto provengono dalla stessa fonte (lo Spirito Santo) e che sono così interconnessi che non possono esistere l'uno senza l'altro: non c'è amore autentico, per esempio, se è non vissuto con gioia, o se non è paziente o premuroso.

 

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