La Vergine Maria nel Magistero di Papa Francesco

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Nella solennità di Maria Madre di Dio
desidero condividere il Magistero di Papa Francesco sulla Vergine Maria.
Ho raccolto il suo insegnamento in questo volume.



 
Come tutti i suoi predecessori, anche Papa Francesco ha sempre mostrato il suo amore per Maria. Nei sette anni di pontificato il suo magistero è quasi contrappuntato dal riferimento alla Madonna. Ne ha dato testimonianza nelle sue omelie, discorsi e catechesi. Persino nello stemma episcopale egli ha voluto porre, tra le altre immagini, una stella che, secondo la tradizione araldica, simboleggia la Vergine Maria.
 
Alla Salus Popoli Romani, nella Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, il 14 Marzo 2013, all’indomani della sua elezione a Sommo Pontefice, il Successore del Beato Pietro, il Papa Francesco, ha affidato il suo ministero di Pastore della Chiesa universale. Ed è davvero commovente ed esemplare il fatto che alla vigilia della partenza e al rientro di ogni viaggio apostolico e/o di un evento importante per la vita della chiesa il Papa visiti la Salus poluli romani affidando alla Madonna la buona riuscita di ogni suo pellegrinaggio deponendo un mazzo di fiori e raccogliendosi in preghiera. L’icona della Salvezza del popolo romano è custodita nel tempio liberiano, il primo santuario della storia dedicato alla Madonna. Nella Vergine con il Bambino in braccio Papa Francesco vede la fede del popolo di Dio che per secoli si è stretto attorno alla Madonna nei momenti del bisogno per impetrare un segno di grazia del cielo, perché «ciò che è impossibile agli uomini non è impossibile a Dio».
 
L’immagine della Salus populi romani è sempre stata cara ai Gesuiti e ai Pontefici. Sant’Ignazio di Lojola, il fondatore della Compagnia di Gesù, celebrò la sua prima Messa proprio a Santa Maria Maggiore e Pio XII le rese omaggio quando proclamò il dogma dell’Assunta nel 1950. L’icona era, inoltre, presente a Tor Vergata, nell’agosto del 2000, in occasione della Giornata mondiale della gioventù, e in quell’occasione Giovanni Paolo II volle affidarla ai giovani insieme alla croce «perché rimanesse anche visibilmente sempre evidente che Maria è una potentissima Madre che conduce a Cristo». Inoltre Giovanni Paolo II, fin dall’inizio del suo pontificato, volle che una lampada ardesse giorno e notte davanti all’icona della Salus, come testimonianza della sua grande devozione nei confronti della Madonna.
 
Ovviamente il DNA della devozione mariana di Jorge Mario Bergoglio è marcatamente latinoamericano e nacque da lontano. Fu la nonna Rosa ad avviare il piccolo Jorge alla venerazione della Madonna. Da sacerdote e da vescovo, padre Jorge ha sempre celebrato i riti legati alle feste mariane. Da cardinale e arcivescovo, Bergoglio ha sempre presieduto le celebrazioni di Nostra Signora di Lujan, la Madonna più amata in Argentina, patrona dell’Argentina, emblema stesso del Paese. Il santuario di trova a una settantina di chilometri da Buenos Aires. La Madonnina arrivò da San Paolo del Brasile nel maggio del 1630 a bordo di una nave.
 
Anche se devotissimo alle icone sudamericane della Vergine di Guadalupe e dell’Immacolata Concezione di Aparecida, faremmo torto alla devozione mariana del Vescovo di Roma, il Papa Francesco se non si menzionasse la Madonna dei nodi. Nel 1986 il padre Jorge Mario Bergoglio si recò ad Augsburg, una bella città al sud della Germania, per completare la sua tesi di laurea sul teologo tedesco Romano Guardini. In quella città egli venne a conoscenza di una particolare devozione alla Vergine Maria che nacque in Germania all’inizio del 1700. La Madonna è raffigurata in cielo, tra gli angeli, intenta a sciogliere i nodi di un nastro che gli viene offerto da un angelo che si trova alla sua sinistra; dopo aver sciolto i nodi, Maria passa il nastro slegato a un altro angelo che si trova alla sua destra. Si tratta, evidentemente di quei nodi che provocavano dolore e sofferenze e per i quali il popolo fedele si rivolge a Maria chiedendo umilmente aiuto, proprio come ci si rivolgerebbe a una madre amorosa e sollecita verso i propri figli in difficoltà.
Davvero il Santo Padre Francesco sembra aver fatto suo il convincimento di San Bernardo: De Maria numquam satis! cioè, “di Maria non si dirà mai abbastanza”.
In Papa Francesco, riguardo a Maria, teologia, pastorale e spiritualità si fondano insieme. Una teologia sapienziale la sua, che riflette la spiritualità del popolo e il suo 'sentire con la Chiesa’. Qualcuno sostiene che egli abbia detto: “Se vuoi sapere chi sia Maria, chiedilo ai teologi; se vuoi sapere come la si ama, questo chiedilo al popolo”. Lui ama Maria come la ama il popolo. Per Papa Francesco la cosa più importante è la fede mariana del “santo popolo fedele di Dio”, che ci insegna ad amare Maria oltre la riflessione teologica. È innanzitutto un’esperienza vitale. Egli ha imparato dal e con il popolo ad amare la Vergine: il popolo gli ha insegnato ad avere questo cuore semplice di figlio, perché Lei è la sua mamma. E senza alcuna pudore afferma spesso con assoluta semplicità: «Una cosa che mi rende forte tutti i giorni è pregare il Rosario alla Madonna».
 
Questo volume ne è una lampante testimonianza.
Dalle parole del Santo Padre emerge un ritratto vivo e affettuoso di Maria. Il libro raccoglie pressoché tutti i riferimenti essenziali e i più “corposi” che nel suo Magistero il Pontefice ha fatto riferimento a Maria. Agelus, Regina coeli, Omelie, Messaggi Pontifici, Documenti del Magistero, Preghiere composte ad hoc si susseguono in queste pagine testimoniando l’amore di Papa Francesco per la Madonna. In Lei egli nutre una fiducia e una confidenza che solo con una madre tenerissima si può nutrire.
Più ci si inoltra nella lettura, più il volume palesa una valenza catechistica, che fa leva più sul cuore che sulla ragione.
 
Papa Francesco ha ricordato che “La devozione a Maria non è galateo spirituale, ma un’esigenza della vita cristiana … La Madre è la firma d’autore di Dio sull’umanità”. “Maria è l'arca sicura in mezzo al diluvio”. “Un cristiano senza la Madonna è orfano. Anche un cristiano senza Chiesa è un orfano. Un cristiano ha bisogno di queste due donne, due donne-madri, due donne vergini: la Chiesa e la Madonna”. “La Vergine Maria è la "via" che Dio stesso si è preparato per venire nel mondo.” Papa Francesco afferma che Maria è, anzitutto, “la mamma di tutti” e come tale si comporta: “ascolta i suoi figli, decide agisce, insegna la libertà, aiuta a crescere”.
 
Per Papa Francesco Madre di Dio «è il titolo principale ed essenziale della Madonna. E alla Madre di Dio affida tutti i cristiani che all’inizio di un uovo anno recitano con lui l’Angelus e li invita a ripetere per tre volte: “Santa Madre di Dio!”. E non cessa Papa Francesco di raccomandare a “coltivare la devozione alla Vergine con la preghiera quotidiana del Rosario, poiché, accogliendo i misteri di Cristo nella vita, si possa essere sempre più un dono di amore per tutti”.
 
Il Concilio di Efeso (431) ha chiamato Maria «Madre di Dio» perché sia ben chiaro che Gesù, dal suo concepimento, era pienamente Dio e pienamente uomo. Questo modo dogmatico di considerare Maria è necessario alla vita della fede. In esso incontriamo la persona di Maria, Madre del Signore, Madre di Dio, Figura della Chiesa-Madre e nostra Madre spirituale. Questo equilibrio è stato posto in risalto nel capitolo ottavo della Costituzione dogmatica «Lumen gentium» del Concilio Vaticano II che concerne la Vergine Maria.
 
È lo stesso equilibrio che si osserva scorrendo i pronunciamenti del Santo Padre Francesco in cui è evocato il mistero di Maria. In questi testi, Maria, accanto a suo figlio, il Figlio di Dio, unico mediatore, appare come colei che ci conduce a Cristo Salvatore che e ci fa comprendere come egli sia veramente Dio fra noi uomini.
 
Il Concilio, ha sapientemente illustrato la partecipazione e la missione di Maria nel mistero salvifico di Cristo e della Chiesa e ha esposto il rapporto che intercorre tra la Vergine e Gesù, il Cristo. In questo orizzonte la Costituzione dogmatica Lumen gentium, nel capitolo ottavo, così sintetizza l’insegnamento mariologico dedicato alla persona di Maria:
- Maria è il «frutto più eccelso della redenzione» (SC 103), essendo essa stata «redenta in modo così sublime in vista dei meriti del Figlio suo» (LG 53). I Padri della Chiesa, la Liturgia e il Magistero chiamano la Vergine «figlia del suo Figlio» nell'ordine della grazia.
- Maria è madre che ha accolto con fede l'annuncio dell'Angelo e ha concepito nel suo grembo verginale, per l'azione dello Spirito e senza intervento di uomo, il Figlio di Dio secondo la natura umana; lo diede alla luce, lo nutrì, lo custodì e lo educò. (cfr. LG 57.61)
- Maria è serva fedele, che «consacrò totalmente se stessa alla Persona e all'opera del Figlio suo, servendo al mistero della redenzione sotto di lui e con lui» (LG ibid.)
- Maria è di socia del Redentore: «col concepire Cristo, generarlo, nutrirlo, presentarlo al Padre nel tempio, soffrire col suo figlio morente sulla croce, ella ha cooperato in modo del tutto speciale all'opera del Salvatore, con l'obbedienza, la fede, la speranza e l'ardente carità» (LG 56.58)
- Maria è di discepola che, durante la predicazione del Cristo, «raccolse le parole, con le quali il Figlio, esaltando il Regno al di sopra dei rapporti e dei vincoli della carne e del sangue, proclamò beati quelli che ascoltano e custodiscono le parole di Dio come essa fedelmente faceva» (LG 58).
 
Negli anni successivi al Concilio due documenti del magistero hanno dato viva attualità e speciale vigore alla riflessione sulla Madre del Signore: l'Esortazione apostolica Marialis cultus di Paolo VI e l'Enciclica Redemptoris Mater di Giovanni Paolo II.
 
Non credo di esagerare se affermo che gli interventi di Papa Francesco sulla Madonna costituiscono una specie di “enciclica mai scritta” sulla presenza di Maria Madre di Dio, Madre di Cristo, Mare della Chiesa, Madre di ogni uomo e donna che la invoca vita, dolcezza e speranza.
 
E mentre Paolo VI nel discorso di chiusura della terza Sessione del Concilio Ecumenico Vaticano II, il 21 novembre 1964, dichiarò la Vergine «Madre della Chiesa con queste parole: “A gloria dunque della Vergine e a nostro conforto, Noi proclamiamo Maria Santissima “Madre della Chiesa”, cioè di tutto il popolo di Dio, tanto dei fedeli come dei Pastori, che la chiamano Madre amorosissima”, così Giovanni Paolo II, nel 1980, inserì l’invocazione “Madre della Chiesa” nelle Litanie Lauretanee.
In una successione di intenti, Papa Francesco istituì una celebrazione nella preghiera liturgica della Chiesa in onore di Maria Madre della Chiesa e stabilì che diventasse universale per tutta la Chiesa di rito romano e obbligatoria ogni anno nel lunedì dopo la domenica di Pentecoste.
 
La memoria sarà inserita in tutti i calendari e libri liturgici per la celebrazione della Messa e della Liturgia delle Ore. La scelta della memoria liturgica nel lunedì dopo Pentecoste è legata proprio alla presenza della Vergine nel Cenacolo, dove Maria aveva iniziato la propria missione materna pregando con gli Apostoli in attesa della venuta dello Spirito Santo.
 
Secondo il pensiero di Papa Francesco “questa celebrazione ci aiuterà a ricordare che la vita cristiana, per crescere, deve essere ancorata al mistero della Croce, all’oblazione di Cristo nel convito eucaristico, alla Vergine offerente, Madre del Redentore e dei redenti”.
 
La devozione del Santo Padre Francesco alla Madonna può ben essere sintetizzata dalla preghiera da lui prediletta:
  
Sotto la Tua protezione cerchiamo rifugio,
Santa Madre di Dio.
Non disprezzare le suppliche di noi che
siamo nella prova,
e liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta.
 
 
  
mons. Tommaso Stenico
 
 
 
 
I
l volume offre l’opportunità di conoscere il Magistero ordinario del Vescovo di Roma, il Papa Francesco sulla figura di Maria, la Madre di Dio, la Madre di Gesù, il Cristo e Madre della Chiesa. Non posso dire di aver raccolto qui la totalità dei testi mariologici del Santo Padre Francesco: certamente la grande maggioranza, che ho riportato nella sua integrità letterale.
Nell’economia di questo volume ho lasciato cadere gli “incisi” non direttamente riferibili alla figura di Maria.
 
È stato attinto a tutto il magistero del Santo Padre: Angelus, Regina coeli, Udienze del Mercoledì, Encicliche e Documenti pontifici. Una miniera immensa: quasi insospettabile. Un magistero ordinario che rischierebbe di rimanere pressoché sconosciuto e inesplorato dopo che è stato pronunciato. C’è di che rimanere colpiti e sorpresi dalla ricchezza del contenuto, dall’attualità delle riflessioni, dalla freschezza del linguaggio che, senza nulla togliere alla dimensione teologica, attinge altresì alla sapienza della religiosità: un «vero tesoro del popolo di Dio» che «manifesta una sete di Dio che solo i semplici e i poveri possono conoscere». (Direttorio su pietà popolare e liturgia, 9). Il medesimo Direttorio ben esplicita la pietà popolare verso la beata Vergine, e la definisce «un fatto ecclesiale rilevante e universale. Essa sgorga dalla fede e dall’amore del popolo di Dio verso Cristo, Redentore del genere umano, e dalla percezione della missione salvifica che Dio ha affidato a Maria di Nazaret, per cui la Vergine non è solo la Madre del Signore e del Salvatore ma anche, sul piano della grazia, la Madre di tutti gli uomini» (183).
Ma il Direttorio va oltre con l’intento di fare chiarezza: e scrive: «I fedeli comprendono facilmente il legame vitale che unisce il Figlio alla Madre. Sanno che il Figlio è Dio e che lei, la Madre, è anche loro madre. Intuiscono la santità immacolata della Vergine e, pur venerandola quale regina gloriosa in cielo, sono tuttavia sicuri che essa, piena di misericordia, intercede in loro favore e quindi implorano con fiducia il suo patrocinio. I più poveri la sentono particolarmente vicina. Sanno che essa fu povera come loro, che soffrì molto, che fu paziente e mite. Sentono compassione per il suo dolore nella crocifissione e morte del Figlio, gioiscono con lei per la risurrezione di Gesù. Celebrano con gioia le sue feste, partecipano volentieri alle processioni, si recano in pellegrinaggio ai santuari, amano cantare in suo onore, le offrono doni votivi. Non tollerano che qualcuno la offenda e istintivamente diffidano di chi non la onora». (ibidem).
 
È esattamente questo il “taglio pastorale” che il Sommo Pontefice Francesco ha impresso hai suoi interventi presentando al popolo di Dio Maria Madre di Dio, Madre di Gesù, il Cristo, Madre della Chiesa, Madre di tutti noi.