La Santa Messa
Liturgia della Parola
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La Liturgia della Parola è una parte costitutiva cella celebrazione
perché ci raduniamo proprio per ascoltare quello che Dio ha fatto e intende ancora fare per noi.
E’ un’esperienza che avviene “in diretta” e non per sentito dire,
perché «quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura,
Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella parola, annunzia il Vangelo».
perché ci raduniamo proprio per ascoltare quello che Dio ha fatto e intende ancora fare per noi.
E’ un’esperienza che avviene “in diretta” e non per sentito dire,
perché «quando nella Chiesa si legge la sacra Scrittura,
Dio stesso parla al suo popolo e Cristo, presente nella parola, annunzia il Vangelo».
Dopo i riti di ingresso e il canto del Gloria ha inizio la liturgia della Parola che insieme alla liturgia eucaristica è come il doppio vertice della Messa. Il Signore Gesù, prima di nutrirci con il suo Corpo e il suo Sangue alla mensa del sacrificio, ci nutre prima alla mensa della Parola. Attraverso le letture ascolteremo direttamente Dio che parla a noi, che siamo il suo popolo.
La Parola di Dio non può mai mancare nella celebrazione dei sacramenti perché essa illumina il sacramento stesso e rende visibile l'efficacia di salvezza. S. Cesario di Arles (470-542) diceva: "Colui che avrà ascoltato con negligenza la parola di Dio non sarà meno colpevole di colui che, per la propria negligenza, avrà fatto cadere a terra il Corpo di Cristo" (Sermo 78,2).
La Parola di Dio non può mai mancare nella celebrazione dei sacramenti perché essa illumina il sacramento stesso e rende visibile l'efficacia di salvezza. S. Cesario di Arles (470-542) diceva: "Colui che avrà ascoltato con negligenza la parola di Dio non sarà meno colpevole di colui che, per la propria negligenza, avrà fatto cadere a terra il Corpo di Cristo" (Sermo 78,2).
La liturgia della parola è uno spazio particolarmente importante nella Messa, poiché nelle letture che vengono proclamate è Dio stesso a parlare agli uomini: la conclusione delle letture è infatti “Parola di Dio” o “Parola del Signore” (per il Vangelo).
È Cristo il Verbo (la Parola) incarnato del Padre. Ignorare la Parola significa ignorare Cristo. E chi vuol essere cristiano, questo non se lo può permettere! La Parola di Dio è sempre stata luce vera per tutta l’umanità.
Spesso diciamo di non sentire Dio, ma forse è perché non lo ascoltiamo, o non lo sappiamo ascoltare. Dio parla e ha sempre parlato agli uomini di ogni tempo con la sua parola, che viene pronunciata in ogni Messa con la voce di diverse persone che noi spesso conosciamo perché fanno parte della nostra comunità.
I fedeli si siedono e cercando il silenzio interiore si dispongono all’ascolto della Parola. Dio, tramite la voce del lettore, istruisce il suo popolo con la sua Parola.
La liturgia della Parola comprende le seguenti parti:
La prima lettura è tratta da uno dei libri dell'Antico Testamento. È importante meditarla poiché, attraverso queste parole, Dio ha preparato il suo popolo alla venuta di Cristo. E preparano anche all'ascolto di Gesù, poiché la prima lettura è direttamente collegata al Vangelo.
Dopo la prima lettura si canta il salmo. Al riguardo è bene notare che almeno nelle domeniche e solennità il salmo dovrebbe essere sempre cantato e io ritornello cantato da tutta l’assemblea. I salmi sono sempre stati una preghiera molto importante nella storia della Chiesa, perché quando preghiamo con i salmi preghiamo con le stesse parole di Dio, parole che Lui ci mette sulle labbra. Con i salmi impariamo a pregare, impariamo a parlare con Dio, usando le sue stesse parole, che sono diventate preghiera.
La seconda lettura è tratta dal Nuovo Testamento: dalle lettere di San Paolo, o dalle lettere cattoliche o dall'Apocalisse. Ascoltiamo la predicazione dei primi uomini ai quali Gesù disse: “Andate e fate miei discepoli tutte le nazioni... insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato”. (Mt 28,19-20).
Il Vangelo è il momento più alto di questo dialogo. Da sempre la sua proclamazione è circondata da rispetto e venerazione: la benedizione chiesta dal ministro incaricato, l'incensazione, la processione prima della lettura, la posizione in piedi dei fedeli. È Cristo che parla e che ci annuncia la Buona Novella: ecco perché occorre alzarsi in segno di rispetto e orientarsi verso l'ambone da dove viene letto (o cantato) il Vangelo. Gli onori resi al testo del Vangelo (processione, incenso, ceri, bacio) indicano venerazione per Cristo stesso.
Nella prima lettura Dio ci ha parlato tramite i suoi profeti, nella seconda tramite i suoi apostoli, ora nel Vangelo ci parla direttamente tramite suo Figlio Gesù Cristo. È il momento più importante della liturgia della Parola, ascolteremo direttamente Gesù che parla, insegna, guarisce. La parola Vangelo significa “buona notizia” e questa buona notizia non è solo un messaggio, è Gesù stesso! La migliore notizia di sempre!
È un momento molto importante, per questo ci alziamo, cantiamo con gioia l'alleluia e il Vangelo viene proclamato dal sacerdote. Lo ascoltiamo in piedi, come segno dell'attenzione e della disponibilità che vogliamo avere nel seguirlo. E all'inizio facciamo il segno della croce sulla fronte, sulla bocca e sul petto, come a dire che riceviamo la Parola di Dio nella nostra mente, la confessiamo con la bocca e la custodiamo nel cuore.
L’ascolto del Vangelo è preceduto dall’invito del sacerdote “Il Signore sia con voi” a cui l’assemblea risponde “E con il tuo spirito”. Poi il sacerdote annuncia la lettura del Vangelo: “Dal Vangelo secondo…” e segnando la pagina del Vangelo e se stesso insieme al popolo acclama: “Gloria a te, o Signore”. Ci si segna sulla fronte, sulle labbra e sul cuore per esprimere il desiderio che la Parola del Signore pianti solide radici nell'intelligenza e nel cuore e le nostre labbra la proclamino; che sia custodita nella memoria, per parlare e amare come Gesù. La parola del Vangelo è il compimento di tutte le parole dell’antico testamento e Gesù ne è la piena realizzazione, in lui infatti si realizza tutta la scrittura, è il punto di arrivo di tutto ciò che viene detto nella Bibbia.
Al termine della lettura del Vangelo il sacerdote dice: “Parola del Signore” e il popolo risponde “Lode a te, o Cristo”.
Omelia
Solitamente nelle domeniche e nei giorni di festa dopo il vangelo il sacerdote o in alcuni casi anche il diacono, tiene l’omelia, che noi comunemente chiamiamo predica. L'omelia fa parte della Liturgia ed è vivamente raccomandata: è infatti necessaria per alimentare la vita cristiana. Non basta ascoltare la Parola di Dio, ma abbiamo bisogno anche che essa venga spiegata in modo adeguato. Omelia deriva da una parola greca che significa “dialogo”, “conversazione”. È il momento in cui il sacerdote spiega i brani proclamati per approfondirli. Se nel Vangelo Dio ci parla attraverso suo Figlio Gesù Cristo, nell'omelia ci parla attraverso la sua Chiesa. L’omelia è fatta dal sacerdote, o dal diacono, per aiutare i fedeli a vivere e a mettere in pratica la Parola ascoltata. L’omelia deve essere in grado di offrire un insegnamento capace di far riflettere e considerare la propria vita e la storia alla luce della fede.
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