La Dottrina Sociale della Chiesa
Il bene comune

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Un principio fondamentale e strutturale della Dottrina sociale della Chiesa è quello del bene comune, del bene della società in quanto tale e di tutte le forme di società. Il bene comune è il fine a cui tutti i membri del corpo sociale e tutti i gruppi sociali devono concorrere. Il Concilio Vaticano II in Gaudiuim et Spes è enfatico nelle sue affermazioni: «Ogni gruppo sociale deve tener conto dei bisogni e delle legittime aspirazioni degli altri gruppi: anzi, deve tener conto del bene comune di tutta la famiglia umana» (GS 26).
 
È difficile non vedere il significato socio-politico di questo principio, secondo il quale i diversi gruppi umani, le diverse società, qualunque sia il loro tipo, politico, culturale, economico, ecc., hanno, per loro natura, un fine proprio per il raggiungimento del quale sono costituiti. Ma tutti, oltre a questo fine particolare, devono guardare al raggiungimento del bene comune di tutti. La promozione del bene comune, a sua volta, favorisce il bene particolare di questi gruppi.
 
 
    
L'egoismo degli individui, dei gruppi, delle imprese, delle istituzioni, delle nazioni..., quella mancanza di prospettiva che fa prevalere gli interessi particolari sul bene comune, finisce per nuocere a quest'ultimo; allo stesso tempo, le ferite inferte al bene comune finiscono per ritorcersi, prima o poi, contro beni "particolari".
    
Il Concilio ha definito chiaramente ciò che la Chiesa intende per bene comune, presentandolo come «l'insieme delle condizioni di vita sociale che permettono alle associazioni e a ciascuno dei loro membri di raggiungere più pienamente e felicemente la propria perfezione» (ibid.). Il bene comune, dunque, ha al suo centro il bene dei vari gruppi umani e degli individui che li compongono.
 
Il perseguimento di fini particolari con totale disprezzo per il bene comune ha sempre qualcosa – o molto – che è illegittimo e produce conseguenze disastrose. "I disordini - afferma il Concilio - che così spesso agitano la realtà sociale derivano in parte dalle tensioni inerenti alle strutture economiche, politiche e sociali. Ma provengono soprattutto dall'orgoglio e dall'egoismo umano, che sconvolgono anche l'ambiente sociale» (GS 25).
 
 
    
Ricordiamo, infine, che la promozione del bene comune implica il rispetto di alcuni diritti fondamentali e l'adempimento di numerosi obblighi. In particolare, la promozione di questo bene richiede "che l'uomo sia dotato di tutto ciò di cui ha bisogno per vivere una vita veramente umana, come il cibo, il vestiario, l'alloggio, il diritto alla libera scelta dello Stato e alla fondazione di una famiglia, all'istruzione, al lavoro, alla buona reputazione, al rispetto, al rispetto della vita, alla libertà di espressione, a un'adeguata informazione, ad agire secondo la retta norma della coscienza, alla tutela della vita privata e alla giusta libertà anche in materia religiosa» (ibid.). 

In sintesi:

 

1.  Il bene comune è un concetto, ma anche un agire, positivo, attivo, che coinvolge la responsabilità di tutti, da cui nessuno si può sentire escluso o chiamare fuori.

2.  Il bene comune riguarda l'intera vita della persona e tutte le dimensioni della comunità, non solo locale e circoscritta, ma sempre più universale e internazionale: coinvolge tutta l'esperienza dell'uomo, di ogni uomo, dal suo concepimento al termine della sua dimensione terrena.

3.  Il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro. Come l’agire morale del singolo si realizza nel compiere il bene, così l’agire sociale giunge a pienezza realizzando il bene comune. Il bene comune, infatti, può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale.

4.  Ogni scelta in direzione del bene comune è importante non solo per la sua efficacia concreta, ma soprattutto per la sua valenza e il suo ruolo educativo.

 
Insieme a tutto questo, la pace è un requisito fondamentale e ineludibile per poter parlare del bene comune; Una pace che è il frutto, come è stato detto, di "stabilità e sicurezza in un ordine che soddisfi sufficientemente le esigenze della giustizia".
 
 
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