La Domenica della Parola di Dio

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Papa Francesco ha istituito la Domenica della Parola di Dio, nella III domenica del tempo ordinario (21 gennaio 2024) con lo scopo di “ravvivare la responsabilità che i credenti hanno nella conoscenza della Sacra Scrittura e nel mantenerla viva attraverso un’opera di permanente trasmissione e comprensione”Scrive il Santo Padre Francesco: Stabilisco che la III Domenica del Tempo Ordinario sia dedicata alla celebrazione, riflessione e divulgazione della Parola di Dio. Questa Domenica della Parola di Dio verrà così a collocarsi in un momento opportuno di quel periodo dell’anno, quando siamo invitati a rafforzare i legami con gli ebrei e a pregare per l’unità dei cristiani. Non si tratta di una mera coincidenza temporale: celebrare la Domenica della Parola di Dio esprime una valenza ecumenica, perché la Sacra Scrittura indica a quanti si pongono in ascolto il cammino da perseguire per giungere a un’unità autentica e solida” 

Nella Lettera apostolica Aperuit Illis di indizione della giornata il Santo Padre Francesco fa riferimento al dialogo del Risorto con i due discepoli che «erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus» (Lc 24,13). A costoro Gesù spiegò «in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui», «aprì loro la mente all'intelligenza delle Scritture» (Lc 24,27.45).
 
L’intendimento del Sommo Pontefice Francesco è quello di far comprendere che la Sacra Scrittura è di vitale importanza per un cristiano per conoscere, amare e seguire Gesù Cristo e per ascoltare il costante dialogo di Dio con tutti i suoi figli. Questo dialogo è un tesoro inesauribile che dobbiamo sapere ascoltare nelle sue molte sfumature e colori che sono sempre infiniti. Pertanto, ciò che Dio vuole dire sarà meglio compreso e più pienamente se lo ascolteremo nella comunione della Chiesa.

La Sacra Scrittura, letta in un ascolto e comprensione comunitari, deve accompagnarci nel cammino della fede, nel cammino dello sviluppo responsabile e umile della nostra vita cristiana. In ogni epoca, momento e situazione, la Parola di Dio ci crea, ci abbellisce, ci nutre, ci modella nella vita in Cristo. In definitiva, ci rende felici, perché sono «beati coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano(Lc 11,28). Ecco perché, scrive papa Francesco: «non venga mai a mancare nella vita del nostro popolo questo rapporto decisivo con la Parola viva che il Signore non si stanca mai di rivolgere alla sua Sposa, perché possa crescere nell’amore e nella testimonianza di fede». (2) 

La Costituzione dogmatica sulla Divina Rivelazione del Concilio Vaticano II inizia con parole solenni che rivelano chiaramente l'atteggiamento della Chiesa verso la Parola di Dio: «Il santo Concilio fa sue queste parole di san Giovanni: « Annunziamo a voi la vita eterna, che era presso il Padre e si manifestò a noi: vi annunziamo ciò che abbiamo veduto e udito, affinché anche voi siate in comunione con noi, e la nostra comunione sia col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo» (1 Gv 1,2-3).”(1). 
 

Non è un segreto per nessuno il grande impulso che la citata Costituzione del Concilio ha dato affinché la Parola di Dio occupasse il suo giusto posto nella vita della Chiesa e nella riflessione teologica. Negli ultimi 50 anni i cristiani sono cresciuti nella consapevolezza dell'importanza della Parola di Dio per la vita dell'intero Popolo cristiano, di ogni singola Chiesa, comunità cristiane e singoli fedeli. La diffusione della Lectio divina è una buona prova di ciò che diciamo.

Ed è proprio sulla Parola di Dio, nell'espressione di Benedetto XVI, "che la Chiesa è fondata, nasce e vive" (Esort. Apost. Verbum Domini, 3). Nello stesso documento viene anche detto che “il fondamento di ogni spiritualità cristiana autentica e viva è la Parola di Dio annunciata, accolta, celebrata e meditata” (121). D'altra parte, la Chiesa è al servizio dell'evangelizzazione, che altro non è che l'annuncio a tutti i popoli del Verbo fatto carne, Gesù Cristo nostro Signore.
  

Nonostante i progressi compiuti nel considerare la centralità della Parola di Dio nella vita e nell'attività della Chiesa, è necessario insistere sulla sua conoscenza per apprendere la sublime scienza di Gesù Cristo, che si acquisisce grazie a lettura frequente della Parola di Dio. Come ha affermato san Girolamo e il Santo Padre ha ripetutamente ricordato, "l'ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo". 

Per questo, sarebbe estremamente conveniente per i genitori nelle famiglie cristiane poter far conoscere ai propri figli la ricchezza, la forza spirituale e la ricchezza della Parola di Dio (cfr. Francesco, Lettera Apost. Scriturae sacrae affectus).
 
È il modo migliore perché la Sacra Scrittura abbia la preminenza che merita, quella di occupare il posto centrale che gli corrisponde nella vita liturgica, specialmente nell'Eucaristia e nei sacramenti e in tutta l'attività pastorale della Chiesa. È necessario ed essenziale evidenziare la posizione centrale della Parola di Dio, «non in giustapposizione con altre forme della pastorale, ma come animazione biblica dell’intera pastorale». (Verbum Domini 73).

Si tratta di tutto quel lavoro svolto attorno alla Sacra Scrittura, la sua lettura, l’interpretazione, la celebrazione e l’esperienza affinché «nella parola di Dio poi è insita tanta efficacia e potenza, da essere sostegno e vigore della Chiesa, e per i figli della Chiesa la forza della loro fede, il nutrimento dell'anima, la sorgente pura e perenne della vita spirituale»  (DV 21).
 
Qualcuno potrebbe chiedersi, legittimamente, perché tanto zelo per la sacra Scrittura. Risponde con nitida chiarezza e vigore San Girolamo: «L’ignoranza delle Scritture è ignoranza di Cristo» (In Is., Prologo: PL 24,17). Ne deriva un fatto incontrovertibile: la Sacra Scrittura e la fede sono in relazione diretta l'una con l'altra. La fede viene dall'ascolto e l'ascolto è centrato sulla Parola di Cristo. «La fede dipende dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo» (Rm 10,17).

Non vi è quindi alcuna possibilità di stabilire una relazione personale con Gesù Cristo se non ascoltando la Sua Parola, sia nell'azione liturgica, che nella preghiera, che nella riflessione personale.
 
Se siamo d'accordo con ciò che è stato detto, dobbiamo sentirci tutti impegnati in una pastorale biblica che sia adeguata e progressiva e soprattutto nutrire acuto e profondo il desiderio di un contatto personale, intimo e diretto con la Sacra Scrittura. Senza la Scrittura, non si rafforza una fede personale, solida e esigente in ogni situazione che incontriamo nella vita. Tutto tutte le nostre azioni debbono essere ispirate dalla Parola di Dio, la fonte e la luce della nostra fede e vita cristiana.
 
Nessuno dimentichi che qualsiasi azione della Chiesa deve trovare la sua ispirazione nella straripante bellezza del Vangelo.
Senza la Parola di Dio è impossibile che il sogno di una autentica vita cristiana ed ecclesiale sia mantenuto attivo nella sua illusione, nella sua audacia, nel suo impegno.
 

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