La celebrazione del mistero
nel Catechismo della Chiesa Cattolica
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Dopo aver presentato, per sommi e fugaci tratti, la teologia del mysterion-sacramento, è doveroso tornare al Catechismo della Chiesa Cattolica per sottolineare l'ubicazione che esso fa dei sacramenti della fede della Chiesa. Il Catechismo, prima di presentare a uno a uno i sette sacramenti (seconda sezione), li colloca nella dimensione liturgico-celebrativa. Ed è interessante notare la titolazione del capitolo primo della seconda parte: il mistero pasquale nel tempo della Chiesa.
Il primo intento del Catechismo è quello di chiarire i termini.
Che cosa significa Liturgia?
«Nella tradizione cristiana (il termine Liturgia) vuole significare che il popolo di Dio partecipa all'opera di Dio. Attraverso
È nella Liturgia che Cristo continua a offrirsi al Padre, nello Spirito Santo «come vittima senza macchia» (Eb 9,14; 10,10). Unendosi a lui in sacrificio di benedizione e di lode e in gioioso rendimento di grazie, la comunità cristiana -attraverso la molteplicità dei segni - partecipa alla sua vita, viene nutrita dallo spirito della comunione fraterna e riceve la forza per continuare nel mondo l'opera della salvezza.
Il Papa Paolo VI, promulgando
In quanto azione di Cristo e della Chiesa,
Il Catechismo della Chiesa Cattolica traccia - per così dire - le coordinate dell'azione liturgica.
Essa è benedizione di Dio.
«Dall'inizio alla fine dei tempi, tutta l'opera di Dio è benedizione. Dal poema liturgico della prima creazione ai cantici della Gerusalemme celeste, gli autori ispirati annun-ziano il disegno della salvezza come immensa benedizione divina» (CCC 1080-1083).
«...il mistero pasquale di Cristo non può rimanere soltanto nel passato... L'evento della croce e della Risurrezione rimane e attira tutto verso la vita (CCC 1085). Gesù, il Signore, «è sempre presente nella sua Chiesa, in modo speciale nelle celebrazioni liturgiche. È presente nel sacrificio della Messa... è presente quando
Con un brano della Sacrosanctum concilium il Catechismo ricorda che celebrando «
Una attenzione tutta speciale il testo dedica all'azione dello Spirito Santo, che è definito il «pedagogo della fede del popolo di Dio, l'artefice di quei capolavori che sono i sacramenti della Nuova Alleanza» (CCC 1091). È interessante notare come il nuovo Catechismo presenti con abbondanza di riflessioni e argomentazioni l'opera della terza persona della Trinità Santissima nella Liturgia. Lo Spirito - afferma il Catechismo - prepara ad accogliere Cristo, ricorda il mistero di Cristo, attualizza il mistero di Cristo, realizza la piena comunione dell'assemblea al mistero di Cristo (cfr. CCC nn. 1091-1109).
Sviluppando i quattro aspetti enunciati, il Catechismo della Chiesa Cattolica ne descrive l'azione dello Spirito a partire dalla parola di Dio, e afferma: «Lo Spirito Santo è la memoria viva della Chiesa... (Egli) ricorda in primo luogo all'assemblea liturgica il senso dell'evento della salvezza dando vita alla parola di Dio che viene annunziata per essere accolta e vissuta» (CCC 1099-1100). E a partire dall'Antica Alleanza il Catechismo presenta lo svolgersi del dialogo di Dio con l'uomo, sviluppato nei secoli dalla profezia antica e culminato nel Cristo, parola di Dio che si annuncia e si offre.
Un altro riferimento è all'anamnesi, cioè, alla narrazione degli interventi salvifici di Dio nella storia, alla memoria delle meraviglie di Dio compiute in favore degli uomini. Una particolare valenza è riservata all'epiclesi, che è l'intercessione con la quale il sacerdote supplica il Padre di inviare lo Spirito Santo, affinchè i doni del pane e del vino diventino il Corpo e il Sangue di Cristo. In ogni celebrazione l'effusione del Paraclito attualizza il Mistero pasquale di Cristo. Infine il riferimento alla comunità. «Il fine della missione dello Spirito Santo in ogni azione liturgica è quello di mettere in comunione con Cristo per formare il suo corpo... Il frutto dello Spirito nella Liturgia è inseparabilmente comunione con
CELEBRARE
Fedele all'assunto esplicitato nel titolo della seconda parte, la fede celebrata, il secondo capitolo della prima sezione propone la riflessione in ordine a quattro domande:
- chi celebra?
- come celebrare?
- quando celebrare?
- dove celebrare?
Innanzitutto
Celebrante, poi, della Liturgia sacramentale è tutta la comunità.
È la natura stessa della Liturgia che richiede che i fedeli vengano formati a quella piena, consapevole e attiva partecipazione a cui sono chiamati in forza del Battesimo (cfr. SC 14). Presidente dell'assemblea è il vescovo o il presbitero, essi operano in persona di Cristo. Il ministro ordinato - afferma il Catechismo - «è come l'icona di Cristo sacerdote» (1142).
Da queste premesse il Catechismo della Chiesa Cattolica offre una straordinaria sintesi sui ministeri liturgici, quelli istituiti (lettorato e accolitato) e quelli particolari, a partire dalla affermazione dell'apostolo Paolo, secondo la quale «le membra (del corpo) non hanno tutte la stessa funzione (Rm 12,4), pur contribuendo tutte alla realizzazione dell'unico corpo. Continuando nel suo excursus il Catechismo passa in rassegna gli elementi costitutivi di una celebrazione:
In merito al quando celebrare?, il Catechismo propone una panoramica liturgica esaustiva e dettagliata. Tratta infatti del Tempo Liturgico, durante il quale
Tutto è incastonato nell'Anno Liturgico, che è «il dispiegarsi dei diversi aspetti dell'unico Mistero pasquale» (CCC 1171).
Il Catechismo non trascura di soffermare l'attenzione dei destinatari sulla Liturgia delle Ore (1174-1178), celebrazione costituita «in modo da santificare tutto il corso del giorno per mezzo della lode di Dio» (SC 84).
«Essa costituisce la preghiera pubblica della Chiesa, nella quale i fedeli (chierici, religiosi e laici) esercitano il sacerdozio regale dei battezzati. Celebrata nella forma approvata dalla Chiesa,
In ordine al dove celebrare? il Catechismo premette che «nella sua condizione terrena,
La prima sezione conclude, infine, con un raro tocco di squisito sapore universale, attirando l'attenzione sulle differenti tradizioni liturgiche nella cattolicità della Chiesa. Citando i riti, attualmente in uso nella Chiesa, quali il rito latino, il rito bizantino, e quelli alessandrino o copto, siriaco, armeno, maronita e caldeo, il Catechismo afferma che «le diverse tradizioni liturgiche, o riti, legittimamente riconosciuti, in quanto significano e comunicano lo stesso mistero di Cristo, manifestano la cattolicità della Chiesa. (Certamente) il criterio che assicura l'unità nella pluriformità delle tradizioni liturgiche è la fedeltà alla tradizione apostolica, ossia: la comunione nella fede e nei sacramenti ricevuti dagli Apostoli, comunione che è significata e garantita dalla successione apostolica» (CCC 1208-1209).
La seconda sezione della seconda parte del Catechismo della Chiesa Cattolica propone la riflessione su ogni singolo sacramento.
Seguendo l'analogia proposta da Tommaso d'Aquino della somiglianzà tra le tappe della vita naturale e quelle della vita spirituale, il testo presenta «per primi i tre sacramenti dell'iniziazione cristiana (capitolo primo), poi i sacramenti della guarigione (capitolo secondo), infine i sacramenti che sono al servizio della comunione e della missione dei fedeli (capitolo terzo)» (CCC 1211).
Normalmente i sacramenti sono presentati secondo un ritmo che si ripete:
- il sacramento nell'Economia della Salvezza
- la celebrazione del sacramento
- il destinatario del sacramento
- la materia, la forma e il ministro del sacramento
- gli effetti o la grazia del sacramento.
La proposta catechistica - come ha scritto il Papa Giovanni Paolo II nella Costituzione Apostolica Fidei deposi-tum - è supportata da «cose nuove e cose antiche (cfr. Mt 13,52), poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove» (FD 3).