Il sacramento della riconciliazione: per celebrare la Pasqua

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Durante la Quaresima, la Parola di Dio ci ha invitato alla conversione della mente, del cuore e della vita a Dio. 
Questo è il modo per prepararci a celebrare con gioia la Pasqua del Signore. 
 
Il mistero della redenzione di Cristo sulla Croce mostra che l'amore di Dio è più forte del nostro peccato. La contemplazione dell'amore infinito di Dio nella morte e nella risurrezione di Cristo rivela l'infinita misericordia di Dio. Scrive san Paolo, «È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione» (2 Cor 5, 19). E lo stesso San Paolo ci esorta: «Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20).
 
Nel Sacramento della Riconciliazione, il Signore ci permette di sperimentare in prima persona la grandezza della sua misericordia. Sarà per ogni penitente fonte di vera pace interiore. 

La confessione diventa una delle esperienze più profonde che si possano fare sulla terra. È fare l'esperienza di essere figli di un Padre che, invece di accusare, invece di rimproverare, si muove a compassione per averci ritrovati e, abbracciandoci, ci riconduce nella sua casa. Spiega il Catechismo (1439)Il processo di conversione e penitenza è stato meravigliosamente descritto da Gesù nella parabola chiamata “del figliol prodigo ", il cui centro è" il padre misericordioso " (cfr. Lc 15 , 11-32). 
 
In verità gli uomini del nostro tempo non hanno contezza del sacramento della riconciliazione: infatti hanno vissuto più il senso dell'accusa che quello del perdono: più della paura che della misericordia. 
Non possiamo dimenticare mai  Dio è misericordia, perdono, braccia aperte. Egli «non vuole la morte del peccatore, ma che si converta e viva»
(Ezechiele 33,11).
 
Va da sé che per essere perdonati occorre chiedere il perdono ed essere davvero pentiti. Gesù lo ha sempre sottolineato; perdonando, egli detto: «Va' in pace, ma d'ora in poi non peccare più» (Gv 8,11). Queste sono parole che dimostrano che Gesù non ha mai esitato a condannare il peccato, ma mai il peccatore.
 
Dobbiamo recuperare a livello personale il sacramento della Penitenza! Conoscerlo, apprezzarlo, celebrarlo! Per questo passo dobbiamo essere umili e riconoscere che siamo peccatori, che abbiamo peccato: vale a dire, abbiamo rifiutato l'amore di Dio trasgredendo con parole, opere e omissioni i suoi precetti, che sono le vie che ci conducono alla Vita. 
 
Tutto questo ce lo rivelerà un buon esame di coscienza, che altro non è che il confronto sincero e sereno con la legge morale interiore, con le norme scritte nel Vangelo e proposte dalla Chiesa. Il sincero esame di coscienza deve essere seguito dal dolore per i peccati commessi e per il bene non compiuto. La contrizione, ossia il dolore per i peccati implica un chiaro e deciso proponimento di rifiuto dei peccati commessi e l’impegno di non commetterli di nuovo per amore di. 
 
Ricordiamo il consolante Atto di dolore: «Mio Dio, mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati, perché peccando ho meritato i tuoi castighi, e molto più perché ho offeso te, infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa. Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più e di fuggire le occasioni prossime di peccato. Signore, misericordia, perdonami».
 
Tutto questo ci condurrà alla confessione di ognuno dei peccati gravi, e anche di quelli veniali, per lasciarci abbracciare dall'amore misericordioso di Dio che ci perdona nell'assoluzione del sacerdote.
 
Il Catechismo (1455) presenta questo sacramento da un punto di vista positivo e benefico per la nostra vita: la confessione dei peccati (accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri. Con la confessione, l'uomo affronta i peccati di cui si sente colpevole; si assume la sua responsabilità e, quindi, si riapre a Dio e alla comunione della Chiesa per rendere possibile un nuovo futuro.
 
Lasciamoci affascinare dall'irresistibile bellezza della misericordia di Dio. 
Solo chi vive in pace con Dio può vivere in pace anche con se stesso e con gli altri. 
E il sacramento della Confessione è il modo ordinario per ottenere il perdono e la remissione dei peccati gravi commessi dopo il Battesimo. 
 
«Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ricevere misericordia e trovare grazia ed essere aiutati al momento opportuno» (Eb 4,16).
 
 

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