Giornata mondiale di preghiera per le Vocazioni
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Nella IV domenica di Pasqua, mentre risuona ancora in tutta la Chiesa il grido di gioia dell'alleluia per la gloriosa risurrezione del Signore Gesù, vincitore del peccato e della morte, celebriamo la domenica del Buon Pastore, giorno in cui tutti eleviamo al cielo la nostra preghiera perché il Signore conceda alla sua Chiesa buoni pastori, "pastori secondo il suo cuore".
La storia della salvezza si intreccia con gli appelli del Signore alla conversione, le azioni meravigliose a favore del suo popolo, l'oblio ei tradimenti che provocano l'ira di Dio, i nuovi appelli alla conversione e al successivo perdono.
In quella storia i Pastori d'Israele giocano un ruolo fondamentale.
Perciò alcune delle più belle promesse del Signore al suo popolo hanno a che fare con i suoi Pastori.
Così dice al popolo il profeta Geremia in un tempo di incredulità, apostasia e diffuso tradimento dell'Alleanza: «Vi darò pastori secondo il mio cuore, i quali vi guideranno con scienza e intelligenza» (3, 15).
Il Signore promette di suscitare Pastori pieni di sapienza che insegneranno e guideranno il suo popolo con la luce della verità, e lo guideranno con la loro esperienza, con l'esempio della loro santa vita.
Da parte sua, il profeta Ezechiele presenta Dio come modello di ogni buon Pastore: «Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore Dio. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia». (34, 15-16).
Gesù si presenta come icona dei Pastori secondo il cuore di Dio. Tutte le qualità e le virtù del Buon Pastore sono riassunte in queste parole di Gesù:
- «Io sono il Buon Pastore. Il buon pastore dà la vita per le pecore» (Gv 10, 11);
- «Io do la mia vita per le pecore» (ibidem 10, 15);
- «Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo» (ibidem 10, 17).
- «Io sono il Buon Pastore. Il buon pastore dà la vita per le pecore» (Gv 10, 11);
- «Io do la mia vita per le pecore» (ibidem 10, 15);
- «Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo» (ibidem 10, 17).
Gesù è il Buon Pastore che dà la vita per le sue pecore, perché abbiano vita in abbondanza. Vuole raggiungere tutti e dice: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi! Pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!» (Mt 9, 36-38).
Senza di loro non è possibile che il gregge rimanga tale: rischia di divedersi e di disperdersi.
Al termine dell'ultima cena di Gesù con i suoi discepoli, già in cammino verso il Monte degli Ulivi, anticipando ciò che sarebbe accaduto, il Signore annunciò loro che quella notte tutti si sarebbero scandalizzati di Lui, e citò alcune parole dal profeta Zaccaria: «Percuoterò il pastore e saranno disperse le pecore del gregge» (Mt 26, 31).
Il popolo di Dio ha bisogno di pastori: di buoni pastori, disposti a dare la vita per le pecore. Per questo è opportuno che prenda coscienza del bisogno di avere persone che agiscano come Cristo, il Buon Pastore.
Ma ogni vocazione è un dono di Dio, un dono dall'alto, che dobbiamo implorare. Per questo la Chiesa oggi sente il bisogno soprattutto di pregare e ha voluto istituire la Giornata Mondiale di Preghiera per le vocazioni.
In questa giornata invita in modo particolare i giovani a interrogarsi sulla propria vocazione, e invita tutte le comunità cristiane a sentirsi corresponsabili e a pregare per le vocazioni.
La vocazione, così come la storia, si fa. Essa è un’opera artigianale che si compie alla scuola del Maestro, insieme alla Chiesa.
Ogni persona che viene al mondo porta con sé una vocazione, una missione. Ciò che conta davvero non è tanto essere chiari su ciò che ognuno di noi vuole, ma sapere ciò che Dio vuole da ciascuno di noi.
Nel nostro tempo, la chiamata del Signore può essere soffocata da una cultura che rende difficile o, addirittura, impedisce l'apertura all'altro, agli altri e a Dio.
Preghiamo, allora, il Padrone della messe perché i nostri giovani non abbiano paura di uscire da se stessi, di mettersi in cammino verso Dio e verso i fratelli e le sorelle per lasciare il segno come testimoni dell'Amore di Dio.
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