E' ancora tempo di Pasqua

<< Torna indietro


La risurrezione di Cristo è l'evento centrale nella storia dell'umanità. La celebrazione della Pasqua di Risurrezione del Signore continua nel tempo pasquale. I cinquanta giorni che vanno dalla domenica di Pasqua alla Domenica di Pentecoste si celebrano con gioia sconfinata. Come un solo giorno festivo; come la "Grande Domenica", come diceva S. Atanasio.


La riforma dell'anno liturgico del Concilio Vaticano II ha avuto il buon senso di restituire a questo tempo di Pasqua il suo carattere unitario. La cinquantina di Pasqua è venuta ancora una volta a essere il reale e simbolico che ricorda il Cristo risorto presente nella sua Chiesa, alla quale  dona la promessa del Padre, lo Spirito Santo (cfr Lc 24, 49, At 1, 4 , 2, 32-33). Così il tempo di Pasqua è il tempo dello Spirito Santo, che è scaturito dal costato di Cristo morente sulla croce (cfr Gv 19, 30,34, SC 5), e questo è anche il tempo modello ed emblematico della Chiesa (cfr Gv 20, 22, At 2, 33).


Pasqua è un invito profondo e sereno alla gioia cristiana. E' la gioia della vittoria definitiva di Cristo sul peccato e sulla morte, la gioia della riconciliazione nel mondo con il Padre e l'unità del genere umano, la gioia della nuova creazione per mezzo dello Spirito. Il segno dell’esistenza cristiana è la vera gioia. E non si tratta di essere felici individualmente. Occorrecostruire comunità pasquali che vivano e irradino quotidianamente la gioia. La miglior testimonianza della primitiva comunità cristiana, - unita nella Parola, l'Eucaristia e il servizio, - era “la gioia e la semplicità del cuore” (At 2, 47).

 
Oggi abbiamo bisogno di recuperare la gioia della Pasqua. Perché il peggior segno della rottura di una comunità cristiana e umana è la tristezza e la paura. Ma recuperare nella Chiesa e per il mondo la gioia della Pasqua è recuperare il significato della croce. Perché non si tratta di una gioia superficiale e fugace (che di solito coincide con un successo immediato), ma una gioia profonda ed eterna che viene solo dalla croce e che è il frutto dell'amore di Dio riversato nei nostri cuori dallo Spirito Santo che ci è dato (cfr Rm 5, 5). "Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace" (Gal 5, 22).


Ci fa bene e facciamo bene a  meditare sulla gioia. In sfondo vuol dire meditare sull'essenza del nostro cristianesimo: l'amore del Padre, la Croce di Cristo, la comunicazione dello Spirito Santo, la serenità della preghiera, la presenza materna di della Vergine Maria nella nostra vita. La stessa connessione tra amore e la croce, la gioia, la speranza e la preghiera la ravvisiamo in questa magnifica esortazione di Paolo ai Romani: "Amatevi gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera” (Rm 12, 9-12).
 
Nella gioia della Pasquale troviamo la Vergine Maria, "Fonte della nostra gioia". Ecco perché nel tempo pasquale la Chiesa canta il Regina Coeli Laetare. Alleluia.

 

© Riproduzione Riservata