Una cartolina ai Padri sinodali

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Qualche decennio fa sulla terza rete della RAI un bravo giornalista, Andrea Barbato, spediva a un personaggio qualificato, diverso ogni sera, “una cartolina”, con la quale era capace di dare voce in modo semplice agli interrogativi degli italiani. Egli, infatti sapeva esprimere in toni pacati, ma fermi la propria indignazione e il proprio dissenso dalle versioni ufficiali dalle vicende politiche italiane. In pochi minuti, indirizzandosi a un personaggio della vita pubblica,  riusciva a dire verità brucianti di estrema attualità e interesse. 

All’inizio dei lavori sinodali che vedranno i Padri riflettere sul tema: Le sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”, dal 5 al 19 ottobre 2014 vorrei spedire, assai sommessamente, una cartolina ai Padri sinodali.

 

Cari Padri Sinodali,

il Santo Padre Francesco durante la veglia di preghiera di sabato sera ha auspicato che durante il Sinodo si tenga «un confronto sincero, aperto e fraterno» che riesca ad occuparsi «degli interrogativi che questo cambiamento d’epoca porta con sé». E nell’omelia della Messa di inaugurazione dell’Assise sinodale ha ricordato che Le Assemblee sinodali non servono per discutere idee belle e originali, o per vedere chi è più intelligente … Servono per coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d’amore sul suo popolo. In questo caso, il Signore ci chiede di prenderci cura della famiglia, che fin dalle origini è parte integrante del suo disegno d’amore per l’umanità”.

I mezzi della comunicazione hanno orientato (o per meglio dire “disorientato”!) i lavori sinodali insistendo pressoché esclusivamente sulla situazione dei divorziati scatenando contrapposizioni tra gruppi diversi. Qualcuno ha indicato tra gli argomenti che dibatteranno i Vescovi anche le unioni degli omosessuali, la fecondazione artificiale, le cause di nullità matrimoniale, il rapporto fra Chiesa e società sui concetti di famiglia e sessualità. Insomma temi che nel loro enunciato rivelano una certa negatività della famiglia e del matrimonio. In genere quando si parla della famiglia vi è una tendenza a mettere in evidenza le difficoltà, i limiti, i divorzi, le separazioni, la mancanza di dialogo tra coniugi, la difficoltà dei genitori a relazionarsi ai figli adolescenti, ecc.

Chiedo sommessamente ai Padri del Sinodo che almeno loro inizino a riflettere sulla bellezza e sulla profezia della famiglia e del matrimonio, sulla bellezza della concezione cristiana della famiglia. Non c’è bisogno di indulgervi in maniera irenica o edulcorata. Ma il matrimonio è un sacramento per noi credenti e San Paolo lo ha chiamato “magnum sacramentum”. La famiglia è la cellula fondamentale della società umana. La Sacra Scrittura ci rammenta che fin dal principio il Creatore ha posto la sua benedizione sull’uomo e sulla donna affinché fossero fecondi e si moltiplicassero sulla terra. E per la teologia sacramentale la famiglia rappresenta nel mondo il riflesso della Santa e beata Trinità. Le gioie e le speranza, le fatiche e le sofferenze che segnano la vita delle nostre famiglie connotano la realtà della famiglia che è fatta di persone umane che restano pur sempre immagine di Dio.

Chiedo sommessamente ai Padri sinodali di iniziare la riflessione su matrimonio e famiglia a partire dalla Parola di Dio. "E’ nel Vangelo la salvezza che colma i bisogni dell'uomo", ha ricordato papa Francesco. Ed è questo il compito della Chiesa. E’ vero che il matrimonio cristiano è un mistero di salvezza calato nella realtà umana e, per questo, mai definitivamente al riparo dal fallimento. Tuttavia la casistica, pur necessaria non offuschi la bellezza della famiglia fondata sul sacramento del matrimonio e la grandezza della sua realtà.

 

Chiedo sommessamente ai Padri sinodali di trovare un linguaggio che esprima la verità della coppia e della famiglia non come un dato a cui adeguarsi, ma come un percorso capace di incrociare i cammini variegati e talvolta faticosi di ciascuna coppia. La Chiesa e la società sarebbero sommamente grati ai Padri sinodali se riuscissero a individuare un linguaggio che possa ridire ai giovani la bellezza e la verità del Vangelo della famiglia e del sacramento cristiano del matrimonio. I giovani sono quelli che credono sempre meno alla fedeltà e alla perpetuità del matrimonio e anche quando si sposano molti lo fanno con una certa faciloneria senza riflettere sull’impegno, la fatica, la promessa, le prospettive, le speranze che la famiglia comporta.

 

Chiedo sommessamente ai Padri sinodali che individuino ragioni pastorali e linguaggi relativi che esaltino l’idea del matrimonio-impegno-serio che si contrapponga all’idea di matrimonio-sentimento legato alle sensazioni-finché-dura. Quanto sarei felice che la Chiesa trovi una mediazione linguistica anche per dire alle giovani generazioni che il matrimonio è una unione che non prevede rinunce. E' un vincolo perenne che unisce due persone indissolubilmente. Per chi ci crede davvero l'unione è indissolubile: ma lo è anche per il non credente il quale non si sposa augurandosi di separarsi. Si sposa perché si prende un impegno che si augura essere per sempre! La Chiesa a il mondo sarebbero grati al Sinodo se riuscisse a individuare un linguaggio umano che esalti la bellezza di donarsi a una persona che ha avuto la forza ed il coraggio, l'amore e la delicatezza di dire un giorno un "SI'" irrinunciabile. Un linguaggio umano che faccia comprendere che è la cosa più bella del mondo poter vivere con chi non si tira in dietro davanti alle proprie responsabilità di coniuge e si prende l'impegno di amare sempre e comunque. Solo così l'amore è davvero completo, solo così l'amore è perfetto.


Saranno 15 giorni complessi ma belli soprattutto se i Padri sinodali, in comunione con il Successore di Pietro, chiederanno allo Spirito Santo che la Chiesa ascolti i battiti del tempo e si interroghi sui cambiamenti e i problemi, "nella fiducia che il Signore riporti a unità". (Papa Francesco)


PREGHIERA ALLA SANTA FAMIGLIA

per il Sinodo


di Papa Francesco

 

Gesù, Maria e Giuseppe
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.

 

Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole di Vangelo
e piccole Chiese domestiche.

 

Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.

 

Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.

 

Gesù, Maria e Giuseppe
Ascoltate, esaudite la nostra supplica
Amen.