San Giovanni Bosco

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Il 31 gennaio ricorre la memoria liturgica di San Giovanni Bosco, uno dei grandi santi della Chiesa.
La festa di don Bosco acquista un particolare significato, in quanto si apprende che sta procedendo alacremente il processo di beatificazione della sua mamma: mamma Margherita, che nel 2006 è stata dichiarata venerabile.
Il Papa emerito Benedetto XVI riconoscendo le virtù eroiche di Margherita Ochienna, disse: essa fu “madre eroica, saggia educatrice, e consigliera del carisma salesiano”. 
Chi è questo santo italiano che tanto attrae ed è così popolare?

Nato in Piemonte nel 1815, perse il padre quando aveva appena due anni e ebbe una infanzia stentata e assai povera. A soli nove anni un sogno gli rivelò la sua futura missione volta all’educazione della gioventù. Ragazzo dinamico e concreto, fondò fra i coetanei la “società dell’allegria”, basata sulla “guerra al peccato”.
Il 5 giugno 1841 Giovanni Bosco fu consacrato Sacerdote e il giorno dopo celebrò la sua prima Messa assistito da don Cafasso, che sarebbe diventato la guida spirituale della sua vita.
Don Bosco ha una meravigliosa opera teologica e soprattutto pedagogica.
In quei tempi Torino era ripiena di poveri ragazzi in cerca di lavoro, orfani o abbandonati, esposti a molti pericoli per l'anima e per il corpo.

Dopo un'intera vita sacerdotale piena di dedizione e generosità, dove ha camminato per le strade e visitato fabbriche e prigioni per incontrare ragazzi abbandonati che avevano perso la voglia di vivere e che sono stati vittime di ogni tipo di abuso, il fondatore dei salesiani è riuscito a seminare gioia dove c'era solo orrore.

Don Bosco incominciò a radunarli la Domenica, ora in una Chiesa, ora in un prato, ora in una piazza per farli giocare e istruire nel Catechismo finché, dopo cinque anni di enormi difficoltà e varie "migrazioni", il 12 aprile 1846 l'Oratorio si trasferì sotto una tettoia in Valdocco. Era il giorno di Pasqua, e fu il trasferimento definitivo. Nell'Oratorio i ragazzi trovavano vitto e alloggio, studiavano o imparavano un mestiere, ma soprattutto imparavano ad amare il Signore: San Domenico Savio fu uno di loro.
 

A chi gli domandava il segreto del suo ascendente sui ragazzi rispondeva: "Con la bontà e l'amore cerco di guadagnare al Signore questi miei amici". Per essi sacrificò tutto quel poco denaro che possedeva, il suo tempo, il suo ingegno che aveva fervidissimo, la sua salute. Con essi si fece santo. Per essi ancora fondò la Congregazione Salesiana, formata da sacerdoti e laici che vogliono continuare l'opera sua e alla quale diede come "scopo principale di sostenere e difendere l'autorità del Papa".  

La missione a cui il Signore chiamò Don Bosco è stato l’apostolato tra i giovani: essi sono sempre stati l'elemento inconfondibile. La loro presenza diede alla missione di Don Bosco il suo tratto caratterizzante. "Io per voi studio, per voi lavoro, per voi sono disposto anche a dare la vita" soleva dire Don Bosco.
Egli riaffermo così la preferenza per la gioventù povera, abbandonata, pericolante, che ha maggior bisogno di essere amata ed evangelizzata specialmente nei luoghi di più grave povertà.  
La percezione del disegno di Dio su ogni giovane e la comprensione dell'anima del ragazzo portarono Don Bosco ad elaborare un "progetto", frutto di vita spirituale, di esperienza pratica, di dialogo con altri educatori.

Dalla sua opera educative nacque il metodo del Sistema Preventivo i cui elementi fondamentali sono: l'atteggiamento profondo del Buon Pastore da parte dell'Educatore; l'assistenza: lo stare con i giovani; l'intenzione esplicita di provocare una risposta di affetto e gioia, dunque di corresponsabilità e partecipazione; l'appello alle forze interiori; alcuni momenti fondamentali in cui tutto ciò si realizza: l'ambiente, il gruppo, il rapporto personale. 
Dedicò tutto il suo tempo libero, che spesso sottrasse al sonno, per scrivere e divulgare facili opuscoli per l'istruzione cristiana del popolo.
Fu, oltre che un uomo dalla carità operosissima, un mistico tra i più grandi.

Ma la sua perfetta unione con Dio fu, forse come in pochi Santi, unita ad un'umanità tra le più ricche per bontà, per intelligenza e per equilibrio, alla quale si aggiunge il pregio di una conoscenza eccezionale dell'animo, maturata nelle lunghe ore trascorse quotidianamente nel ministero delle confessioni, nell'adorazione al Santissimo Sacramento e nel continuo contatto con i giovani e con persone di ogni età e condizione.  
Il 26 gennaio 1854 Don Bosco propose a quattro giovani (Rua, Cagliero, Rocchietti, Artiglia) la fondazione dei Salesiani: si trattò di fare una promessa di impegnarsi "nella carità verso il prossimo".

Nel 1857 Don Bosco cominciò a scrivere le Regole dei Salesiani.
Il 1° marzo 1869. La Pia Società Salesiana fu approvata dalla Santa Sede.  
Don Bosco ha formato generazioni di santi perché ha richiamato i suoi giovani all'amore di Dio, alla realtà della morte, del giudizio di Dio, dell'Inferno eterno, della necessità di pregare, di fuggire il peccato e le occasioni che inducono a peccare, e di accostarsi frequentemente ai Sacramenti.
"Miei cari, io vi amo con tutto il cuore, e basta che siate giovani perché io vi ami assai". Amava in modo che ognuno pensava di essere prediletto. "Troverete scrittori di gran lunga più virtuosi e più dotti di me, ma difficilmente potrete trovare chi più di me vi ami in Gesù Cristo e più di me desideri la vostra vera felicità".  
Stremato per l'incessante lavoro si ammalò gravemente. Particolare commovente: molti giovani offrirono per lui al Signore la propria vita. "Ciò che ho fatto, l'ho fatto per il Signore. Si sarebbe potuto fare di più. Ma faranno i miei figli...La nostra Congregazione è condotta da Dio e protetta da Maria Ausiliatrice".
Una delle sue raccomandazioni fu questa: "Dite ai giovani che li aspetto in Paradiso".

Spirò all'alba del 31 gennaio 1888, nella sua povera cameretta di Valdocco, all'età di 72 anni.  
Il 1 Aprile 1934, Pio XI, che ebbe la fortuna di conoscerlo personalmente, lo proclamò Santo.

 

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