La virtù della fortezza

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A volte la virtù della fortezza è confusa con la durezza e l'arroganza con cui sono disprezzati gli umili e i deboli. La nostra cultura confonde spesso la fortezza con quella che in realtà è il suo opposto, cioè la violenza.
I Greci hanno detto che nelle virtù morali bisognava mantenere il difficile equilibrio della "mediocrità" (aurea mediocritas!).
Come virtù morale, la fortezza appare assai lontana dalla timidezza e dal ritiro, come per l'arroganza e l'arroganza. In realtà, si manifesta solitamente con le forme di pazienza e di speranza che accettano la realtà ostinata delle cose e il lento ritmo delle culture.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 1808 scrive che “La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene”.
 
La fortezza brilla soprattutto nell'esercizio della mitezza con noi stessi. Non c'è fortezza maggiore di quella che si manifesta nel superare l'impazienza con gli altri. E nel superare quella seconda impazienza che ci fa non essere stata sufficientemente paziente.

La virtù della fortezza ricorda la situazione ambigua di questo mondo, in cui il male e il bene coesistono insieme. Un mondo già redento, ma non ancora glorificato nel trionfo del Signore. La fortezza è legata alla fede nell'opera di Cristo, alla speranza di chi aspetta la sua manifestazione e alla carità che la rende credibile.
Alla luce del Vangelo, la fortezza è solo virtù quando viene inserita nelle dinamiche di seguire Cristo e quando è al servizio della fedeltà al messaggio del Regno di Dio. Cioè quando attua la decisione di dare la propria vita per i fratelli. Esattamente come faceva Gesù.

I cristiani sanno che hanno ancora bisogno della virtù della fortezza. Ma non per dominare gli altri, ma per dominare il male che trova complicità in se stessi, cioè per impegnarsi nella linea del Regno di Dio e per annunciare la sua pace e la sua giustizia.
Per quanto riguarda la vita politica, il Concilio Vaticano II esorta coloro che si sentono chiamati a questo compito di consacrarsi con sincerità e fermezza, ancor di più, con carità e forza politica, al servizio di tutti (cfr. GS 75).

La fortezza è allo stesso tempo dono di Dio che deve essere ricercato nella preghiera e sforzo fatto dall'uomo che si manifesta e si esercita nell'azione di ogni giorno.
La fortezza, d'altra parte, non è un tesoro che possa essere goduto da soli. Come tutte le qualità dello spirito, essa viene mantenuta solo quando è condivisa. La virtù della fortezza, quanto più è unita alla carità, tanto più si manifesterà in una vicinanza affettiva ed effettiva verso fratelli.

È per questo che la fortezza cristiana fiorisce sempre nella gioia, nella pazienza e nella grandezza dell’animo (cfr. Col 1,11). Per questo la vita cristiana esige l'esercizio umile e generoso della virtù della fortezza. Alla luce della fede, si tratta di vivere in coerenza con la verità e di testimoniarla ogni giorno della propria vita.
 
La fortezza è la virtù morale che, nelle difficoltà, assicura la fermezza e la costanza nella ricerca del bene.
La fortezza conferisce la capacità di essere lieti nello sforzo per Dio. Essere intrepidi e lieti di servire Dio a qualunque condizione è il frutto specifico di questo meraviglioso dono dello Spirito. Essa rafforza la decisione di resistere alle tentazioni e di superare gli ostacoli nella vita morale. La virtù della fortezza rende capaci di vincere la paura, perfino della morte.
 
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