La scuola: genitori e docenti insieme

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Nel nostro bel Paese, non senza qualche difficoltà organizzativa, è appena iniziata la scuola. Diciamolo subito: o i genitori si alleano con la scuola e i docenti, o la scuola, lungi dall’essere comunità educativa, diventerà palestra di violenza.
 
Purtroppo la nostra “buona scuola” è diventata principalmente e prioritariamente un laboratorio in cui si elaborano informazioni, dimenticando l’educazione alla persona.

Credo che la “buona scuola” abbia confuso i fini educativi dai mezzi, dai metodi e dagli strumenti utilizzati per raggiungerli, privilegiando la conoscenza di tante cosa da apprendere alla paziente e difficile opera della educazione della persona.

L’importante è conoscere: due lingue straniere, (magari a totale scapito dell’italiano!); nozioni di informatica; l’opzionalità nel curriculum degli studenti, l’alternanza scuola-lavoro, il piano della scuola digitale. E la buona vecchia educazione civica?
 
O si tornerà rapidamente alla buona vecchia scuola che tra i primi obiettivi aveva l’educazione alla persona o la scuola si trasformerà in luogo di apprendimento della violenza. O genitori e docenti torneranno a fare sinergia e corpo unico per “educare” insieme l’alunno/figlio o l’alunno/figlio si metterà contro i docenti e la scuola se sarà certo di avere la protezione e la comprensione della famiglia.
 
Lasciare la scuola e l’insegnante soli a combattere la battaglia scolastica vuol dire inevitabilmente perdere. Le famiglie debbono condividere il progetto educativo della scuola e dei singoli docenti. Gli insegnanti non sono dei torturatori degli alunni. I genitori debbono riformulare un atto di grande fiducia nella scuola come comunità educante ed esserne partecipi in maniera convinta. E il figlio deve sapere che per principio papà e mamma staranno dalla parte dei docenti fino a prova del contrario!
 
Solo così potrà funziona il modulo educativo! E i genitori chiedano ai docenti che non abbiano quale fine prioritario il rispetto della programmazione intermedia e finale, ma l’educazione della persona e del futuro cittadino. L’originalità della elaborazione del sapere di una comunità scolastica, la sua peculiarità culturale e pedagogica, la dialettica delle posizioni è umana prima ancora che culturale.
 
La scuola, comunità educante è chiamata quotidianamente a un’opera di discernimento: agire efficacemente nella città dell’uomo e promuoverne il vero bene, ossia una educazione della persona radicata nella coltivazione alta del sapere, dove la scienza si incrementa in sapienza.

Se la scuola ha il dovere di promuovere il sapere delle scienze e di seguire la metodologia richiesta da ciascuna di esse, non deve però mai porre in secondo ordine ciò che esige il riconoscimento del suo primato, vale a dire l’uomo e la persona umana. Questo è il nucleo generatore del suo servizio culturale e sociale.
 
Ma vi è un altro aspetto che merita ogni attenzione. La relazione scuola/famiglia deve tornare a essere il binomio vincente per l’opera educativa degli alunni. Occorre colmare senza esitazione la distanza o forse l’ostilità tra le due realtà sociali.

Docenti e famiglia debbono reciprocamente percepirsi come mutua risorsa e non come contrapposti problemi. La relazione scuola-famiglia costituisce una dimensione sulla quale occorre investire perché produce vantaggi a tutti i livelli, ma soprattutto perché favorisce negli alunni apprendimento e benessere.

Rivolgendosi ai genitori Papa Francesco ha ricordato recentemente: "Vi invito a coltivare e alimentare sempre la fiducia nei confronti della scuola e degli insegnanti: senza di loro rischiate di rimanere soli nella vostra azione educativa e di essere sempre meno in grado di fronteggiare le nuove sfide educative che vengono dalla cultura contemporanea, dalla società, dai mass media, dalle nuove tecnologie.

Gli insegnanti sono come voi impegnati ogni giorno nel servizio educativo ai vostri figli. Se è giusto lamentare gli eventuali limiti della loro azione, è doveroso stimarli come i più preziosi alleati nell’impresa educativa che insieme portate avanti ...

Se  voi genitori avete bisogno degli insegnanti, anche la scuola ha bisogno di voi e non può raggiungere i suoi obiettivi senza realizzare un dialogo costruttivo con chi ha la prima responsabilità della crescita dei suoi alunni. ". (7 settembre 2018)

Nell’incontro tra i due sistemi educativi, rispettivamente rappresentati dalla scuola e dalla famiglia, proposti all’alunno, diventa possibile delineare le reciproche aspettative. L’insegnante potrà conoscere meglio gli alunni soprattutto se avrà la possibilità di confrontarsi con i loro genitori.

Gli alunni non possono essere educati a settori ma in modo globale. Quindi tra insegnanti e genitori deve potersi sviluppare un vero patto che consenta a entrambi di conoscere i percorsi a scuola e a casa dei ragazzi, tanto da poter costruire insieme il loro futuro.
 
Convinciamoci tutti, genitori e docenti: dobbiamo rapidamente tornare alla preoccupazione essenziale, cioè la formazione dell’uomo, la formazione integrale dell’uomo!

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