La natura comunionale e organica della Chiesa

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Papa Francesco ha detto: “La via della sinodalità è il cammino che Dio attende dalla Chiesa del terzo millennio”. Già nella sua esortazione apostolica Evangelii gaudium del 2013, aveva espresso il desiderio di stimolare processi partecipativi “seguendo l'ideale della prima comunità, dove i credenti avevano un cuor solo e un'anima sola (Atti 4,32)

 

Normalmente e fino a non troppo tempo si parlava di sinodalità in relazione all'attività dei vescovi riuniti in concili diocesani o sinodi, oppure al Sinodo dei Vescovi istituito da Paolo VI con il Motu Proprio Apostolica Sollicitudo.

 

Da qualche anno il termine "sinodalità" ha ampliato il proprio campo semantico, per designare una dimensione costitutiva di tutta la Chiesa. Possiamo dire con le parole del documento della Commissione Teologica internazionale la sinodalità nella vita e nella missione della chiesa che sinodalità, nel contesto ecclesiologico della communio, «indica lo specifico modus vivendi et operandi della Chiesa Popolo di Dio che manifesta e realizza in concreto il suo essere comunione nel camminare insieme, nel radunarsi in assemblea e nel partecipare attivamente di tutti i suoi membri alla sua missione evangelizzatrice» (6).

 

Merita far chiarezza: dire sinodalità è anzitutto affermare uno stile di vita ecclesiale! Sinodalità, allora, non deve far venire in mente in prima battuta la convocazione di un sinodo!

Quindi, parlare di una Chiesa sinodale è considerare la natura della Chiesa sotto una certa formalità o rapporto dal punto di vista della comunione dinamica che è essenziale nella sua fase terrena. È da intendersi in questo senso l’affermazione di San Giovanni Crisostomo, secondo cui “Chiesa e Sinodo sono sinonimi!”.

 

La Chiesa è il "noi" cristiano, uno "stare insieme" in virtù della condizione di parità di "tutti" i fedeli, tra i quali i pastori presiedono la fraternità. Questo modo di essere reclama come principio operativo un “camminare insieme” (syn-hodos) sotto la guida di colui che presiede nel Signore. La sinodalità ecclesiale è un modo di agire che coinvolge tutto il Popolo di Dio e include al suo interno la sinodalità specifica dei pastori.

La sinodalità fonda su pilastri descritti nel secondo e terzo capitolo della Lumen gentium. Da un lato, il sensus fidei di tutto il santo Popolo di Dio (LG 12a); dall'altro, la collegialità apostolica e sacramentale dell'episcopato in comunione con la sede di Roma (LG 22-23). Su queste basi, il testo mostra la comunione sinodale riferita a tutto il Popolo di Dio.

 

Il Concilio ha sottolineato il suo contenuto sostanziale in diversi punti. Un testo significativo afferma: «Quantunque alcuni per volontà di Cristo siano costituiti dottori, dispensatori dei misteri e pastori per gli altri, tuttavia vige fra tutti una vera uguaglianza riguardo alla dignità e all'azione comune a tutti i fedeli nell'edificare il corpo di Cristo. La distinzione infatti posta dal Signore tra i sacri ministri e il resto del popolo di Dio comporta in sé unione, essendo i pastori e gli altri fedeli legati tra di loro da una comunità di rapporto: che i pastori della Chiesa sull'esempio di Cristo sono a servizio gli uni degli altri e a servizio degli altri fedeli, e questi a loro volta prestano volenterosi la loro collaborazione ai pastori e ai maestri»  (LG 32).

 

La teologia e la prassi cattolica degli ultimi secoli hanno, per così dire, accentuato la distinzione tra pastori e fedeli. La sinodalità porta con sé la rivendicazione di globalità dell’essere della Chiesa e che di conseguenza non si può parlare di essere della. La sinodalità è la forma che invade tutta la vita della Chiesa e che di fatto costringe al superamento dell’immagine della Chiesa come Istituzione piramidale suddivisa in settori.

 

Sebbene sia vero che alla vigilia del Vaticano II il tema della sinodalità appariva estraneo alla teologia cattolica ufficiale, recentemente e per vari motivi, è diventato una categoria chiave dell'ecclesiologia cattolica. La parola allude a un elemento o principio che caratterizza costitutivamente la Chiesa come una comunione di credenti e comunione di Chiese a partire dal mistero trinitario fondante di questa communio.

 

Tutto ciò è contenuto nella parola "Sinodo". Una Chiesa sinodale – ha detto papa Francesco - è come "una piramide rovesciata" in cui si integrano il popolo di Dio, il collegio episcopale e il Successore di Pietro. Questa sinodalità, intesa come "dimensione costitutiva di tutta la Chiesa", si attua a vari livelli.

 

Si tratta, quindi, di promuovere un'effettiva sinodalità a tutti i livelli della vita della Chiesa: diocesana, regionale, universale, coinvolgendo tutte le persone e trovando la sua adeguata traduzione in ciascuna delle istituzioni. Si tratta, quindi, di promuovere un'effettiva sinodalità a tutti i livelli della vita della Chiesa (diocesana14, regionale15, universale), coinvolgendo tutte le persone e trovando la sua adeguata traduzione in ciascuna delle istituzioni.

Se trata, por tanto, de promover una sinodalidad eficaz en todos los niveles de la vida de la Iglesia (diocesano14, regional15, universal), involucrando a todas las personas y encontrando su adecuada traducción en cada una de las instituciones.

È, quindi, una questione di promuovere un sinodalità efficace a tutti i livelli della vita della Chiesa (diocesan14, regional15, universale), che coinvolge tutte le persone e di trovare la sua traduzione adeguata in ogni una delle istituzioni.

Se trata, por tanto, de promover una sinodalidad eficaz en todos los niveles de la vida de la Iglesia (diocesana14, regional15, universal), que involucre a todas las personas y de encontrar su adecuada traducción en cada una de las instituciones.

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La sinodalità implica atteggiamenti appropriati, modi speciali di procedere, determinate dinamiche relazionali e precise garanzie legali.

 

La sinodalità implica atteggiamenti appropriati, modi speciali di procedere, determinate dinamiche relazionali e precise garanzie legali.

La sinodalidad implica actitudes adecuadas, modos de proceder especiales, determinadas dinámicas relacionales y garantías jurídicas precisas.

Sinodalità implica atteggiamenti adeguati, tecniche particolari di procedere, certe dinamiche relazionali, e le garanzie giuridiche precise.

La sinodalidad implica actitudes adecuadas, técnicas particulares de proceder, ciertas dinámicas relacionales y garantías jurídicas precisas.

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Se è vero che la sinodalità richiede una conversione personale - morale, pastorale e teologica - dei credenti, è anche vero che solo una trasformazione sul piano della figura collettiva può sostenere adeguatamente un cambiamento di autocoscienza. Se è vero che la sinodalità richiede una conversione personale - morale, pastorale e teologica - dei credenti, è anche vero che "solo una trasformazione sul piano della figura collettiva può sostenere adeguatamente un cambiamento di autocoscienza" 16.

Si bien es cierto que la sinodalidad exige una conversión personal - moral, pastoral y teológica - de los creyentes, también es cierto que "sólo una transformación a nivel de la figura colectiva puede sustentar adecuadamente un cambio de autoconciencia" 16.

Se è vero che la sinodalità richiede un personal -moral, pastorale e teologica - la conversione dei credenti, è anche vero che "solo una trasformazione sul piano della figura collettiva può adeguatamente sostenere un cambiamento nella coscienza di sé" 16.

Si bien es cierto que la sinodalidad requiere una conversión personal - moral, pastoral y teológica - de los creyentes, también es cierto que "sólo una transformación a nivel de la figura colectiva puede sustentar adecuadamente un cambio de autoconciencia" 16.

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Il Concilio Vaticano II considera la Chiesa come la totalità dei battezzati, in uguaglianza e dignità radicale e comune, partecipi del sacerdozio comune e del triplex munus salvifico di Cristo, con la conseguente chiamata universale alla santità e all’apostolato. Il soggetto della missione è il Popolo di Dio, e al suo interno la gerarchia compie un servizio essenziale in modo che tutti a loro modo - fedeli e ministeri - esprimano la loro condizione cristiana. C'è nella Chiesa - afferma il Concilio– «diversità di ministero, ma unità di missione» (AA 2), per cui «anche i laici, essendo partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, all'interno della missione di tutto il popolo di Dio hanno il proprio compito nella Chiesa e nel mondo» (AA 2).

 

L'ecclesiologia e il magistero successivi hanno preso buona nota di questo insegnamento conciliare, così che oggi ogni discorso sulle funzioni nella Chiesa prende come punto di partenza la condizione comune dei fedeli - i christifidelis - e di conseguenza della comunità ecclesiale, al cui interno vi sono differenze di servizi e di ministeri. 

 

Tuttavia, quando nella Chiesa di sottolineano le distinzioni, la dinamica deve sempre considerare l’unità nella distinzione e nella comunione. La comunione ecclesiale - nelle parole di san Giovanni Paolo II - si configura come una comunione organica, analoga a quella di un corpo vivo e funzionante. Si caratterizza infatti per la presenza simultanea di differenze e complementarietà di vocazioni e condizioni di vita, ministeri, carismi e responsabilità.

 

Così, tutti i fedeli, in virtù del battesimo, svolgono la missione dalla loro posizione organica nella Chiesa. Questa "organicità" ha le sue radici nel Sacerdozio di Cristo, l'Unto come Sacerdote, Profeta e Re. Cristo, mediante l'unzione dello Spirito (cfr. PO 2), consacra coloro che chiama e raduna nella Chiesa, inviandoli alla missione nel mondo. La Chiesa è l'intero popolo sacerdotale in virtù della consacrazione-missione che si compie nei sacramenti del battesimo, della cresima e nel sacramento dell'Ordine.

 

Così, il sacerdozio della Chiesa si costituisce come tale secondo la doppia modalità: «Il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunque differiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno e l'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano dell'unico sacerdozio di Cristo» (LG 10). Il sacerdozio ministeriale esiste in funzione del sacerdozio comune, e il sacerdozio comune richiede l'azione di Cristo nel suo Corpo attraverso il sacerdozio ministeriale. Questa ordinazione reciproca esprime nella Chiesa «il carattere sacro e organico della comunità sacerdotale» (LG 11).

 

La reciprocità tra i due modi di partecipare al sacerdozio implica a sua volta il doppio modo, comune e ministeriale, di costituire nella Chiesa le funzioni salvifiche di Cristo, profetica, sacerdotale e regale. «Gli apostoli e i loro successori hanno avuto da Cristo l'ufficio di insegnare, reggere e santificare in suo nome e con la sua autorità. Ma anche i laici, essendo partecipi dell'ufficio sacerdotale, profetico e regale di Cristo, all'interno della missione di tutto il popolo di Dio hanno il proprio compito nella Chiesa e nel mondo» (AA 2).

 

I pastori «presiedono in luogo di Dio al gregge di cui sono pastori quali maestri di dottrina, sacerdoti del sacro culto, ministri del governo della Chiesa» (LG 20); ma sono organicamente situati all'interno della Chiesa dove tutti sono chiamati a esercitare la consacrazione sacerdotale, ricevuta nel battesimo, nella celebrazione sacramentale e nella quotidianità della vita (cf. LG 11.34); tutti sono chiamati a testimoniare e ad annunciare la fede (cf LG 11.35); tutti sono chiamati a estendere il Regno di Cristo (cfr. LG 36). Così, fedeli e pastori sono costitutivamente legati alla missione, in modo che la Chiesa-sacramento sia al servizio dell'azione salvifica di Cristo.

 

 

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