Omelia nella festa della SS. Trinità
«Nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo»

<< Torna indietro

 

 

 

Dal Vangelo secondo Giovanni 16,12-15

 

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». <<< + >>>

 

Dopo aver celebrato i misteri della vita di Gesù nel corso dell’anno liturgico, dopo aver accolto lo Spirito Santo nella Pentecoste, oggi contempliamo il mistero del Padre, del Figlio e dello Spirito: un “solo Dio e un solo Signore, non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza” (Prefazio) . La domenica della Santissima Trinità, in un certo senso, ricapitola la rivelazione di Dio avvenuta nei misteri pasquali: morte e risurrezione di Cristo, sua ascensione alla destra del Padre ed effusione dello Spirito Santo.

Santissima Trinità! Tre persone: Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo in un'unica natura, nell'unità perfetta, in una reciproca relazione di amore. Tre persone: una con l’altra, una per l’altra, una nell’altra. Quando si pensa a ciò che la riflessione teologica ha considerato come Tri-unità di Dio per lo più viene in mente l’aspetto del mistero: sono Tre e sono Uno, un solo Dio in tre Persone. In realtà Dio non può essere altro che un mistero per noi nella sua grandezza.

Per i discepoli di Gesù, Dio ─ il Dio dei padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, il Dio che ha fatto uscire Israele dalla schiavitù e che gli ha donato la Legge di vita al Sinai ─ è
Uno e si è manifestato in pienezza in Gesù, Signore e Salvatore. E conoscendo il Figlio, in lui possiamo anche conoscere il Padre e lo Spirito Santo.

 

La mente e il linguaggio umani sono inadeguati a spiegare la relazione esistente tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Il Catechismo della Chiesa cattolica scrive: "Il mistero della Santissima Trinità è il mistero centrale della fede e della vita cristiana. È il mistero di Dio in se stesso. È quindi la sorgente di tutti gli altri misteri della fede; è la luce che li illumina. È l'insegnamento fondamentale ed essenziale nella «gerarchia delle verità» di fede. «Tutta la storia della salvezza è la storia del rivelarsi del Dio vero e unico: Padre, Figlio e Spirito Santo, il quale riconcilia e unisce a sé coloro che sono separati dal peccato». (234)


"La chiesa è piena della Trinità", affermava già Origene.

 

La festa della Trinità da inizio all'ultimo periodo dell'anno liturgico che viene chiamato tempo ordinario, in quanto non comprende alcuna memoria particolare della vita di Gesù. Ciò non vuol dire però che l’impegno dei cristiani debba diminuire, anzi, entrati nella vita divina mediante i Sacramenti, siamo chiamati quotidianamente a essere aperti all’azione della Grazia, per progredire nell’amore verso Dio e il prossimo.  Si potrebbe dire che la festa della Santa e Beata Trinità irradia con la sua luce tutti i giorni dell’uomo invitandolo a iniziare le opere e i giorni nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

 

La liturgia di oggi attira la nostra attenzione non tanto sul mistero, ma sulla realtà di amore che è contenuta in questo primo e supremo mistero della nostra fede. Non si soffLerma tanto sul mistero delle tre Persone, ma sull’amore che ne costituisce la sostanza e l’unità e trinità nello stesso momento. Fin dai tempi della nostra prima catechesi la Trinità è sempre stata presentata come mistero: un solo Dio in tre persone, Padre, Figlio e Spirito Santo.

Una antica preghiera della Chiesa — l’atto di fede, che assai opportunamente il popolo fedele dovrebbe riscoprire - pregava così:
“Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo fermamente tutto quello tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distintamente, Padre e Figlio e Spirito Santo ...”

 

Il brano evangelico si colloca nel secondo discorso d’addio Gesù ai suoi discepoli prima della passione e della morte in croce. L’intento di questa breve pericope, tanto densa quanto luminosa, è quello di introdurci nell’essere di Dio, nella vita di Dio, nella comunione con Dio.

Gesù ha parlato in prima persona del Padre, di se stesso e dello Spirito. «Tutto quello che il Padre possiede è mio». La relazione fra il Padre e il Figlio è nell'ordine dell'amore e del dono.

E solo chi passa attraverso Gesù, il Signore, potrà comprendere qualcosa di Dio. Il Padre, infatti, non è accessibile che al Figlio e nel Figlio. Nella sua persona, nella sua esistenza storica, nelle sue opere e nelle sue parole Dio si è fatto vicino all’uomo e ha mostrato il suo volto di Padre.

 

Gesù ha parlato anche dello Spirito e della sua missione. Gli apostoli non avevano ancora compresa la missione messianica del Signore, pensavano ancora al regno di Dio come una organizzazione di carattere socio-politico benché di inspirazione religiosa. Solo lo Spirito Santo li avrebbe guidati alla pienezza della verità. Quale? Gesù, il rivelatore del Padre.

Lo Spirito quindi condurrà la comunità dei fedeli e ogni discepolo a entrare nel mistero di Cristo morto e risorto dove vi è la manifestazione piena dell’amore di Dio per l’uomo e la fonte della comunione di vita alla quale mira tutta l’opera della salvezza. «Mi glorificherà perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà». La missione dello Spirito è un «guidare verso e dentro la pienezza della verità»
(espressione greca).

 
C
ari Amici

 

La Trinità è mistero altissimo, perché insondabile all'intelligenza umana. E, forse per questo, ci lascia abbastanza indifferenti. Eppure si tratta del mistero fondamentale della religione istituita da Cristo. Cristiani, noi viviamo nella Trinità. Tutta la nostra vita è orientata verso la Trinità. Il buon cristiano inizia la sua giornata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo:

     Dal battesimo alla morte la nostra esistenza è contrassegnata dal sigillo della Santissima Trinità.

     La preghiera liturgica è sempre orientata alla Santissima Trinità.

     Chi vive la liturgia della Chiesa si accorge che il nostro tempo e tutte le nostre liturgie sono segnate dal mistero trinitario.

 

Il mistero della Santissima Trinità è il mistero dell'inabitazione del Dio Uno e Trino, per il quale, l'uomo, non solo entra in relazione con Dio e lo conosce, ma diventa sua dimora. Tutto ciò, realmente, accade nella vita di ogni uomo, se questi si lascia attirare e conquistare dal Mistero del Dio vicino e solidale, che è Padre ricco di misericordia, che è Figlio, per noi morto e risorto, che è Spirito, il quale genera comunione e spira amore.

 

Nel battesimo la vita di ognuno di noi è iniziata nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; e ogni altra tappa decisiva per la vita cristiana come il matrimonio, il sacerdozio e la consacrazione religiosa è sempre avvenuta nel nome della santa e beata Trinità.


Nella professione della nostra fede affermiamo:

      Credo in Dio padre onnipotente creatore del cielo e della terra...

      Credo in Gesù Cristo suo unico figlio, generato non creato della stessa sostanza del Padre...

      Credo nello Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio...

 

1.    Il Padre è il principio senza principio, Colui che non è mai stato creato da nessuno. Esiste da sempre: è l'eterno esistente. L’origine originante di tutto ciò che esiste.

2.   Il Figlio è la seconda Persona perché procede dal Padre. E’ il Verbo o Logos. Il Figlio procede dalla conoscenza che il Padre ha di se stesso, e quindi è la Sapienza del Padre.

3.     Lo Spirito Santo è la terza Persona perché procede dall'amore reciproco del Padre e del Figlio, e quindi è il dono delle prime due Persone fatto a noi.

 

La celebrazione della Santissima Trinità ci invita entrare nell'esperienza del mistero di Dio per percepire Dio come la luce che dà senso alla nostra vita, come il calore che dà gusto a ciò che è freddo e insignificante, come libertà in cui la nostra vita diventa continuamente nuova. La nostra società secolarizzata che ha cantato l’eclissi del sacro e la morte di Dio, in realtà oggi grida e invoca la sua presenza.

L'incontro con Dio è la sorpresa più bella che l'uomo possa avere, la più felice e la più esaltante. È questo il senso del Mistero: esso resta tale, non completamente conosciuto, in gran parte inafferrabile, e, nonostante ciò, capace di coinvolgere e attirare portando la mente e tutta l'esistenza umana verso la meta altissima, che è la familiarità e la comunione col Padre, col Figlio e con lo Spirito.

 

La festa della Trinità è un invito pressante a vivere la stessa vita di Dio. Il Signore realizza la salvezza - come dice il Vaticano II - raccogliendo gli uomini e le donne attorno a sé in una grande e sconfinata famiglia. E la salvezza si chiama comunione con Dio e tra gli uomini. Il nostro destino di creature umane, fatte a somiglianza del Creatore, non si esaurisce nel tempo; il nostro destino raggiunge le altezze di Dio che si è abbassato fino a noi in Cristo e ora ci attira in alto con l'azione potente dello Spirito, là dove "saremo sempre col Signore..." (1Ts 4,17)

 

La Chiesa, Madre e Maestra, ci ricorda e ci pone di fronte al Mistero di Dio, che è Padre, che è Figlio e che è Spirito: mistero che Cristo, durante la sua vita pubblica ha rivelato, sollevando a poco a poco il velo che lo nascondeva. E ha annunciato che il mistero del Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe è a un tempo uno e trino.

Rivelandoci il mistero della Santa e Beata Trinità Gesù ha deciso di introdurre l'uomo nella famiglia dei figli di Dio. E così la storia dell'uomo è diventata una storia d'amore. Nella storia, nella nostra storia c'è un Amore che ci ha investiti. Crederlo e sperimentarlo è saper poi amare. Non è possibile essere Chiesa della Trinità se non nella unità della carità. La Trinità ci racconta di un Dio che non è solitudine, ma comunione! Anche noi siamo chiamati a diventare una parabola di comunione, artefici convinti e decisi di comunione.

 

Chi vive così, guidato dallo Spirito a ripercorrere la strada tracciata da Gesù, porta nel cuore una speranza che non delude perché la sua vita è già fin d’ora partecipe della vita della Trinità che è la vita eterna.

La Trinità ci racconta di un Dio che non è solitudine, ma comunione! E anche noi, che siamo fatti a immagine di Dio siamo chiamati a diventare una parabola di comunione, artefici unici e irripetibili della comunione divina. Il modello trinitario è modello perfetto per ogni esperienza di amore e fraternità.


La festa della Trinità è l'esplosione della bellezza e della novità di Dio. Gesù svela che il Volto di Dio è amore, festa, amicizia, comunione, famiglia! La festa della Trinità riporta tutti al fondamento della fede, alla scoperta di quel Dio che è amore e che crea l’uomo a Sua immagine e somiglianza. La Sua impronta, la sua immagine è in tutti noi!


Oggi adoriamo l'unico Dio in tre persone.

Lo adoriamo come creatore e Signore, come Redentore nostro e lampada che rischiara il cammino dell'umanità e di ciascuno di noi.
Soprattutto adoriamo colui che vive in noi e ci santifica nel suo amore di Padre nel Figlio suo Gesù Cristo e nello Spirito Santo.

 

O Dio Padre, che hai mandato nel mondo
il tuo Figlio, Parola di verità,
e lo Spirito santificatore
per rivelare agli uomini il mistero della tua vita,
fa’ che nella professione della vera fede
riconosciamo la gloria della Trinità
e adoriamo l’unico Dio in tre persone.

 

 © Riproduzione Riservata