La Beata Vergine Maria
Assunta in cielo

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Il giorno 15 agosto la Chiesa celebrerà il grande mistero della Assunzione della Santissima Vergine Maria in cielo in corpo e anima. E’, secondo l’antica convinzione cristiana, il Suo “dies natalis”; la Sua coronazione; la Sua meta; la Sua vittoria.
Il Papa Pio XII dichiarò il dogma dell’Assunzione di Maria con la Bolla Munificentissimus Deus, del 1 novembre 1950), dicendo che Maria, “concluso il corso della sua vita terrena fu assunta nella gloria del cielo in corpo e anima”. Per questo è anche la nostra vittoria, perché il trionfo di Cristo e della Sua Madre Maria si proietta sulla Chiesa e su tutta l’umanità.
Per i nostri fratelli di religione ortodossa questa festa è chiamata la “Dormizione di Maria”. L'uso del termine "dormizione" (in latino dormitio) deriva dalla credenza che Maria non sarebbe morta, ma sarebbe soltanto caduta in un sonno profondo, dopodiché sarebbe stata assunta in cielo.
 
1. Una festa che rallegra il tempo estivo
 
La festa della Assunzione di Maria al cielo è una delle più popolari e può essere considerata, indubbiamente come la più ragguardevole tanto per importanza che ha nella pietà popolare quanto per la varietà delle tradizioni che caratterizzano questa festa di mezza estate. E’ quindi legittimo affermare che trattasi di festa che rallegra le nostre vacanze e la nostra estate. In qualche luogo si chiama addirittura Pasqua d’estate.
 
2. Comprensione liturgica di questo mistero
 
Per comprendere la profondità di questo mistero occorre tener presente la dottrina della Chiesa sulla Assunzione. Una lettura globale della liturgia della Assunzione è offerta nella Esortazione Apostolica  Marialis Cultus (1974) del Papa Paolo VI. In essa si afferma: “La solennità del 15 agosto celebra la gloriosa assunzione di Maria al cielo; è, questa, la festa del suo destino di pienezza e di beatitudine, della glorificazione della sua anima immacolata e del suo corpo verginale, della sua perfetta configurazione a Cristo risorto; una festa che propone alla chiesa e all’umanità l’immagine e il consolante documento dell’avverarsi della speranza finale: ché tale piena glorificazione è il destino di quanti Cristo ha fatto fratelli, avendo con loro "in comune il sangue e la carne" (Eb 2,14; cf. Gal 4,4). La solennità dell’Assunzione ha un prolungamento festoso nella celebrazione della beata Maria vergine regina, che ricorre otto giorni dopo, nella quale si contempla colei che, assisa accanto al Re dei secoli, splende come regina e intercede come madre. Quattro solennità, dunque, che puntualizzano con il massimo grado liturgico le principali verità dogmatiche concernenti l’umile ancella del Signore”.  (MC 6).
Si tratta di una festa a due dimensioni: una personale di Maria, pur con uno sfondo marcatamente cristologico (festa della sua perfetta configurazione a Cristo risorto); e l’altra ecclesiale che ci tocca personalmente e al contempo riguarda l’intera umanità.
 
3. La dimensione personale
 
L’Assunzione di Maria corrisponde liturgicamente al “dies natalis” dei Santi: cioè al giorno della loro nascita al cielo, alla vita eterna, alla vita che non avrà più fine. Così si prega nella orazione colletta della Messa del giorno: “Dio onnipotente ed eterno, che hai innalzato alla gloria del cielo in corpo e anima l'immacolata Vergine Maria, madre di Cristo tuo Figlio,”.
E nel prefazio si canta: “Oggi la Vergine Maria, madre di Cristo, tuo Figlio e nostro Signore, è stata assunta nella gloria del cielo.... Tu non hai voluto che conoscesse la corruzione del sepolcro colei che ha generato il Signore della vita.”.
In tal modo lo stesso prefazio si preoccupa di sottolineare non solamente il contenuto della celebrazione, ma anche la motivazione del fatto.
Maria diventa, così, il culmine della redenzione. In Lei e solo in Lei, la vittoria di Cristo sul peccato e sulla morte è stata totale. Lei è l’unica tra tutti i redenti, la cui speranza è stata pienamente esaudita. In Maria si è inaugurata la fede cristiana. Lei è la Chiesa della prima ora.
In Maria è stata in oltre inaugurata la pienezza della speranza cristiana.
 
4. La dimensione ecclesiale
 
La comunità ecclesiale è una comunità in cammino, in lotta costante contro il male e contro tutti i “dragoni” che tentano di farla tacere ed eliminare. La Vergine Maria, in modo eminente, ci assicura la vittoria finale. Lo stesso prefazio, al quale abbiamo già fatto riferimento, canta così: “In Maria primizia e immagine della Chiesa, hai rivelato il compimento del mistero di salvezza e hai fatto risplendere per il tuo popolo, pellegrino sulla terra, un segno di consolazione e di sicura speranza”. Per questo, oltre che essere la festa della Vergine, l’Assunzione di Maria è anche festa nostra.
 
La Chiesa la guarda come qualcosa di suo e può dire a pieno diritto che Maria è stata l’inizio della sua glorificazione futura. Maria è la vetta più alta del monte, pienamente illuminata dalla luce di Cristo risorto.
 
Maria nella gloria dell’assunzione è il plastico della nostra speranza. Quando, animati dalla fede, attendiamo la risurrezione dai morti per vivere sempre in Dio, esprimiamo il contenuto della nostra speranza con fidando nelle parole di Gesù. Contemplando nella fede Maria nella sua glorificazione piena e definitiva possiamo v edere in Lei l’incarnazione attraente e gioiosa della nostra speranza.
 
5. Maria: nostra speranza
 
Nel definire la Assunzione di Maria, Pio XII osservava che egli nutriva la speranza che la proclamazione di questo dogma potesse aiutare i credenti ad elevare il proprio sguardo in alto per liberarsi dal materialismo intossicante e demolitore del mondo moderno.
 
A ben vedere i tempi non sono cambiati; o se lo sono, sono cambiati in peggio. Il Papa emerito Benedetto ha messo in guardia, con parole ferme, dai pericoli del relativismo, del secolarismo, e ha aggiunto: “ci sono filosofie e ideologie, ma sempre più anche modi di pensare e di agire, che esaltano la libertà quale unico principio dell’uomo, in alternativa a Dio, e in tal modo trasformano l’uomo in un dio, ma è un dio sbagliato”,
 
La festa della Assunzione di Maria è risposta a tutto ciò; è la prova che il destino dell’uomo non è la morte, ma la vita e che è tutta la persona umana – corpo e spirito -  che è destinata alla vita eterna.
 
Maria glorificata nella gloria della Santa e Beata Trinità ci mostra la speranza nella sua duplice prospettiva: più lontana la meta della nostra speranza, che – tuttavia – si rende visibile e si concretizza già qui, nell’oggi della storia e della nostra vita cristiana.
 
Maria assunta in corpo e anima in cielo è per noi il grande segnale che rende sicura la nostra speranza e conferma il nostro proposito di continuare a camminare verso la nostra glorificazione futura con Lei, la Vergine Madre di Gesù e nostra Madre, in cielo, per l’eternità.
 

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