I segni della Quaresima
digiuno, elemosina, preghiera

<< Torna indietro

 
Il digiuno, l’elemosina e la preghiera fanno parte da sempre della vita della Chiesa. E ne caratterizzano da sempre il tempo della Quaresima. A metà circa del nostro itinerario quaresimale, fissiamo, una volta ancora, nel nostror cuore il loro significato originario e il loro spirito autentico, soprattutto alla luce della Parola di Dio e della tradizione vivente della Chiesa. La pratica penitenziale è ascesi cristiana che indica un insieme di comportamenti consigliati in vista di un perfezionamento spirituale e per corrispondere alla volontà di Dio.
 
Il Digiuno
 
I vescovi italiani hanno riassunto in una nota pastorale del 1994 hanno illustrato il senso cristiano del digiuno e dell’astinenza. Il digiuno e l'astinenza - scrivono i Vescovi - rientrano in quelle forme di comportamento religioso che sono costantemente soggette alla mutazione degli usi e dei costumi. Il digiuno significa l'astinenza dal cibo, ma comprende altre forme di privazione per una vita più sobria. Tutto questo però non è ancora la realtà piena del digiuno: è il segno esterno di una realtà interiore, del nostro impegno, con l'aiuto di Dio, di astenerci dal male e di vivere del Vangelo. Non digiuna veramente chi non sa nutrirsi della Parola di Dio.
 
Ma in cosa consiste il digiuno? Si tratta di fare un unico pasto durante la giornata, anche se si può prendere un po’ di cibo al mattino e alla sera. È obbligatorio digiunare Il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì santo. È consigliato il Sabato santo sino alla Veglia pasquale. Chi si trovasse in seria difficoltà, è tenuto a mettere in pratica la norma sostituendo il digiuno con un’altra opera di penitenza.
 
Ovviamente il digiuno cristiano ha un significato spirituale. Esso è un segno esteriore di conversione, del nostro impegno a vivere una vita cristiana più autentica. Il digiuno e l’astinenza quaresimale, oltre a limitarsi nel cibo e bevande, comprende anche il contenere o eliminare l’eccesso di fumo, di vedere troppa TV, di stare a giocare troppo davanti al computer.
 
L’Elemosina
 
Eleémosynè traduce il termine ebreo sedaqah, che significa “giustizia”, probabilmente perché l’elemosina è un mezzo per ristabilire la giustizia quale Dio la vuole sulla terra, dando a tutti gli esseri ciò di cui essi hanno bisogno. Tuttavia, senza l’amore, l’elemosina è cosa vana: “Quand’anche io distribuissi tutti i miei beni per sfamare i poveri, e dessi il mio corpo in preda al fuoco, se non ho la carità, tutto ciò non mi giova a nulla” (1Cor 13,3). La pratica dell’elemosina appare dunque come una forma concreta di andare in aiuto a coloro che si trovano nel bisogno e, allo stesso tempo, essa costituisce un esercizio ascetico, cioè un allenamento per liberarsi definitivamente dall’attaccamento ai beni terreni, che si potrebbe correre il rischio di assolutizzare e idolatrare
 
San Leone Magno insegnava in uno dei suoi discorsi sulla Quaresima: «L’elemosina … sotto il nome unico di “misericordia” abbraccia molte opere buone». Ogni gesto di generosità che dona ai poveri e ai bisognosi è frutto di una privazione personale. L’elemosina, anche se piccola, aiuta ad alzare gli occhi da noi stessi e ad avere compassione per chi stende la mano in cerca di aiuto. Facendo così ci avviciniamo alla compassione che il Signore ha per noi. Non è un caso che nelle diocesi e nelle parrocchie vengano promosse le Quaresime di fraternità e carità per essere accanto agli ultimi.
 
Papa Francesco nel Messaggio per la Quaresima 2018 scrive al riguardo: L’esercizio dell’elemosina ci libera dall’avidità e ci aiuta a scoprire che l’altro è mio fratello: ciò che ho non è mai solo mio. Come vorrei che l’elemosina si tramutasse per tutti in un vero e proprio stile di vita! Come vorrei che, in quanto cristiani, seguissimo l’esempio degli Apostoli e vedessimo nella possibilità di condividere con gli altri i nostri beni una testimonianza concreta della comunione che viviamo nella Chiesa”. E aggiunge: “Ogni elemosina è un’occasione per prendere parte alla Provvidenza di Dio verso i suoi figli”.
 
La Preghiera
 
La Quaresima è un tempo privilegiato per la preghiera. Sant’Agostino dice che il digiuno e l’elemosina sono «le due ali della preghiera» che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio. E san Giovanni Crisostomo esorta: «Abbellisci la tua casa di modestia e umiltà con la pratica della preghiera. Così prepari per il Signore una degna dimora, così lo accogli in splendida reggia».
 
La Chiesa, madre e maestra, in Quaresima, invita ad una preghiera più fedele e intensa e ad una prolungata meditazione sulla Parola di Dio. La preghiera non è moltiplicare parole e gesti, ma porsi nel silenzio e ascoltare le Sante Scritture che ci riportano alla Parola di Dio. In questo tempo ancor prima di parlare noi al Signore, ascoltiamo ogni giorno il Signore che parla a noi nella sua Parola. Occorre però essere capaci di ascoltare: non è un'arte facile e richiede profonda umiltà nel riconoscere il bisogno della sua Parola. Il fondamento di ogni preghiera sarà sempre la contemplazione dell'amore che Dio ha per noi. Nasce da qui la più bella definizione di preghiera che io abbia mai trovato ed è di Charles de Foucauld: "Pregare è pensare a Dio, amandolo".
 
Nell’itinerario quaresimale che sta per iniziare non dobbiamo dimenticare mai che il credente prima di essere “uno che fa” è “uno” che loda il Signore e ne proclama il primato assoluto; è “uno” che sta davanti a lui in silenziosa adorazione".
 
Il Sacramento della Riconciliazione
Digiuno, elemosina e preghiera raggiungono il suo punto focale nel sacramento della Penitenza e della Riconciliazione, via per eccellenza della conversione del cuore e dell’impegno determinante per un rinnovamento spirituale. Questo sacramento è una forma necessaria per ottenere il perdono dei peccati e garantire genuinità e consistenza alla virtù delle pratiche penitenziali della vita cristiana, che in esso trovano la loro piena verità e la loro efficacia. Da qui la necessità di ricorrere al sacramento della confessione per attingere ai misteri della redenzione la pienezza della vita nuova in Cristo.
 
© Riproduzione Riservata