Famiglia per vocazione
cap. 16 La missione sacerdotale della famiglia

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Sono in debito con i lettori di Umanesimo Cristiano degli ultimi due capitoli del mio volume Famiglia per vocazione.

 

Intanto l’ISTAT ha reso noto alcuni dati proprio sulla famiglia e il matrimonio. Sempre meno matrimoni e sempre più unioni di fatto. Le unioni dal 2008 in Italia sono addirittura raddoppiate. Lo certifica l'Istat nel suo rapporto su matrimoni, separazioni e divorzi all'anno 2014. Le coppie che convivono sono oltre un milione, di queste 641.000 sono formate da partner che non si sono mai sposati. Un trend a cui corrisponde un costante calo dei matrimoni: nel 2014 ne sono stati celebrati 189.765 matrimoni, circa 4.300 in meno rispetto all'anno precedente. Nel complesso, dal 2008 al 2014 le nozze sono diminuite di circa 57.000 unità. Questo avviene anche perché, osserva l'Istat, "i giovani italiani sono sempre meno numerosi per effetto della prolungata diminuzione delle nascite". Nel 2014 gli sposi hanno in media 34 anni e le spose 31. Le separazioni legali tra coniugi sono più frequenti al Nord, ma l'incremento maggiore si registra al Sud. Merita leggere e meditare il rapporto ISTAT dal quale esce una immagina di famiglia e matrimonio sorprendente e preoccupante.

 

La famiglia cristiana edifica la comunità parroc­chiale vivendo la missione sacerdotale.

La missione sacerdotale riferita ai laici, conferita mediante il sacramento del battesimo ed essenzial­mente distinta dal sacerdozio ministeriale, è una parte­cipazione della stessa funzione sacerdotale di Cristo che li rende idonei a esercitare un culto spirituale per glorificare Dio e concorrere alla salvezza degli uomini.

« Anche la famiglia cristiana è inserita nella Chiesa, popolo sacerdotale: mediante il sacramento del matri­monio, nel quale è radicata e da cui trae alimento, essa viene continuamente vivificata dal Signore Gesù e da lui chiamata e impegnata al dialogo con Dio mediante la vita sacramentale, l'offerta della propria esistenza e la preghiera... in tal modo la famiglia cristiana è chiamata a santificarsi e a santificare la comunità ecclesiale e il mondo » (FC 55).

 

L'occasione privilegiata in cui gli sposi cristiani prendono coscienza del loro servizio nei confronti della comunione ecclesiale, è quella dell'Eucaristia. Co­me nell'Eucaristia la comunità cristiana - sul modello di Cristo che si dona per la salvezza di tutti - si sente inviata per essere fermento di amore in mezzo agli uo­mini, così la famiglia trova « nel corpo dato e nel san­gue versato » la sorgente inesauribile del suo dinami­smo missionario.

Le celebrazioni della comunità acquisterebbero un tono più familiare se genitori e figli vi partecipassero insieme e con qualche segno rendessero presente la lo­ro vita e il loro amore.

Una assemblea liturgica sarebbe probabilmente più viva e fraterna, più solidale con tutti gli uomini, più festosa e attiva se la famiglia vi partecipasse con grande consapevolezza, con atteggiamento esteriore sereno e composto, attento e devoto.

 

LA CELEBRAZIONE DELL'EUCARISTIA
 

Se ogni celebrazione liturgica ha una grandezza ed efficacia spirituale, che nessun'altra azione della Chie­sa eguaglia (SC 7), la celebrazione dell'Eucaristia ec­celle su tutte le altre come « fonte e vertice dell'intera vita cristiana » (LG 11). Nell'Eucaristia, infatti « è rac­chiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra pasqua e pane vivo che mediante la sua carne vivificata dallo Spinto Santo e vivificante, da la vi­ta agli uomini, i quali sono in tal modo invitati e indotti a offrire insieme a lui se stessi, le proprie fatiche e tutte le cose create » (PO 5).

È di vitale importanza per la famiglia cristiana fare dell'Eucaristia il centro e il cuore della propria vita. La partecipazione attiva delle famiglie all'Eucaristia do­menicale si potrebbe esprimere in interventi per la preghiera penitenziale, di intercessione, di ringraziamento, nella presentazione dei doni, nel segno della pace.

 

Ma al di là dei segni e dei gesti liturgici che ben pos­sono avvalorare la presenza della famiglia nella assem­blea eucaristica, la stessa famiglia può fortemente con­tribuire all'educazione dell'intera assemblea:

-         partecipandovi unita: genitori e figli;

-         dando il buon esempio e la testimonianza esterna della consapevolezza di dove si è e di ciò che si fa;

-         educando i figli a un comportamento anche este­riore sobrio, educato, non distratto e non distraente;

-         suscitando convincimento per // luogo e per l'azio­ne sacra che si sta celebrando;

-         non arrivando in ritardo;

-         non fermandosi abitualmente in fondo alla chiesa;

-         rispondendo ad alta voce e pregando con fede;

-         cantando con entusiasmo.

 

I SACRAMENTI DELL'INIZIAZIONE CRISTIANA

 

Nella partecipazione della famiglia alla vita liturgi­ca della Chiesa, una riflessione a parte non può non essere riservata a quei sacramenti che hanno un rap­porto specifico con la famiglia: il battesimo, l'Eucari­stia di prima comunione e la confermazione.

Pur nella sobrietà dell'esposizione è tuttavia da sot­tolineare la sacralità teologica e rituale dei sacramenti che debbono essere valorizzati innanzi tutto per lo sti­le consono alla soprannaturale dignità di queste celebra­zioni secondo il dettato conciliare: « I riti splendano per la loro nobile semplicità » (SC 34).

 

La famiglia cristiana darebbe un apporto di grande contributo in quest'ottica se ponesse quanto meno in secondo piano il costume di festa esteriore che non sem­pre rispetta e conserva la santità di questi sacramenti.

Si consideri, dunque, come una meta da raggiunge­re con serenità e disponibilità:

-         la valorizzazione del senso della comunità parroc­chiale in occasione della celebrazione dei sacramenti;

-         il battesimo, ad esempio, sia richiesto e celebrato con il concorso della comunità e non quasi... alla cheti­chella... tra i soli parenti o pochi amici;

-         la Messa di prima comunione sia vera espressione di fede e i genitori non privilegino la coreografia, gli addobbi, gli abiti, le foto, i filmini... tutte cose che po­trebbero addirittura disturbare e distrarre i fanciulli;

-         la cresima sia manifestazione della vera testimo­nianza di fede sia da parte degli adolescenti, sia da par­te dei genitori, padrini, parenti e amici.

 

Sembra quasi paradossale, ma proprio questi mo­menti solenni e significativi per la vita dei fanciulli, della famiglia e della comunità cristiana corrono il ri­schio di essere i momenti liturgici più dispersivi.

Con tutto ciò, non si vuole qui dire che le espres­sioni autentiche e vive della festa - che sgorgano spon­tanee da questi mirabili doni dell'amore del Signore -debbano essere bandite.

Si raccomanda vivamente che le usanze tradizionali o popolari, che recano con sé anche vivaci manifesta­zioni di esultanza, non debbano offuscare la santità della grazia sacramentale o farne il primo motivo di gioia.

 

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

 

Anche nei confronti del sacramento del matrimo­nio possono essere valide le osservazioni di cui sopra.

La famiglia e i nubendi possono molto, in termini di edificazione della comunità parrocchiale, se per pri­mi si impegnano a promuovere una evangelizzazione autentica in ordine alla celebrazione del sacramento:

-         un matrimonio ben preparato prestando attenzio­ne a quei particolari che lo qualificano non solo come coronamento di un sogno d'amore ma come risposta a una vocazione del Signore;

-         un rito matrimoniale celebrato in parrocchia e non in chiese suggestive e particolari che escludono di fatto la presenza e la partecipazione della comunità;

-         un matrimonio celebrato in maniera devota, non dissipata, in cui gli sposi chiedendo agli invitati di com­piere in chiesa il regalo più bello: quello della preghie­ra per il grande passo che stanno per compiere.

 

IL SACRAMENTO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI

 

Nella sua missione sacerdotale la famiglia cristiana può aiutare la comunità parrocchiale ad evangelizzare il sacramento dell'unzione degli infermi.

Ciò suppone la comprensione del significato del sacramento istituito dal Signore Gesù per gli infermi.

Occorre, pertanto, superare la cultura della paura e aprirsi alla azione della grazia.

Il sacramento dell'unzione degli infermi « conferi­sce al malato la grazia dello Spirito Santo; tutto l'uomo ne riceve aiuto per la sua salvezza, si sente rinfrancato dal­la fiducia in Dio e ottiene forze nuove contro le tenta­zioni del maligno e l'ansietà della morte » (ci Rituale, 6).

Non, quindi, sacramento degli agonizzanti, o addi­rittura dei defunti, ma il segno sacro per gli ammalati, che dal rito liturgico ne possono trarre grande benefi­ci per l'anima e per la stessa salute « qualora ne deri­vasse per il malato una salvezza spirituale ».

 

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Dal Catechismo della Chiesa cattolica

 

IL SACRAMENTO DEL BATTESIMO

 

1213    II santo battesimo è il fondamento di tutta la vita cristiana, il vestibolo d'ingresso alla vita nello Spirito (vitae spirituale ianua), e la porta che apre l'accesso agli altri sa­cramenti. Mediante il battesimo siamo liberati dal peccato e rigenerati come figli di Dio, diventiamo membra di Cri­sto; siamo incorporati alla Chiesa e resi partecipi della sua missione (cf Concilio di Firenze, 1314; Codice di Diritto Canonico,  204,   1;   849;   Corpus  Canonum  Ecclesiarum Orientalium, 675, 1). « II Battesimo può definirsi il sacra­mento della rigenerazione cristiana mediante l'acqua e la Parola » (Catechismo Romano, 2,2,5).

1214   Lo si chiama battesimo dal rito centrale con il quale è compiuto: battezzare significa « tuffare », « immergere »; l'« immersione » nell'acqua è simbolo del seppellimento del catecumeno nella morte di Cristo, dalla quale risorge con lui (cf Rm 6, 3-4; Col 2, 12) quale « nuova creatura » (2Cor5, 17: Gai 6, 15).

 

IL SACRAMENTO DELLA CONFERMAZIONE

 

1285 Con il battesimo e l'Eucarestia, il sacramento della confermazione costituisce l'insieme dei « sacramenti dell'i­niziazione cristiana », la cui unità deve essere salvaguarda­ta. È dunque necessario spiegare ai fedeli che la recezione di questo sacramento è necessaria per il rafforzamento della grazia battesimale (cf Rito della confermazione, Pre­messe, 1). Infatti « con il sacramento della confermazione i battezzati vengono vincolati più perfettamente alla Chiesa, sono arricchiti di una speciale forza dallo Spirito Santo, e in questo modo sono più strettamente obbligati a diffon­dere e a difendere con la parola e con l'opera la fede come veri testimoni di Cristo » (Lumen gentium, 11 ; cf Rito del­la confermazione, Premesse, 2).

1293 Nel rito di questo sacramento è opportuno considera­re il segno dell'unzione e ciò che l'unzione indica e impri­me: il sigillo spirituale.

 

IL SACRAMENTO DELL'EUCARESTIA

1324 L'Eucarestia è « fonte e apice di tutta la vita cristia­na » (Lumen gentium, 11). « Tutti i sacramenti, come pure tutti i ministeri ecclesiastici e le opere di apostolato, sono strettamente uniti alla sacra Eucarestia e ad essa sono ordi­nati. Infatti, nella Santissima Eucarestia è racchiuso tutto il bene spirituale della Chiesa, cioè lo stesso Cristo, nostra Pa­squa » (Presbyterorum ordinis, 5).

1342 Fin dagli inizi la Chiesa è stata fedele al comando del Signore. Della Chiesa di Gerusalemme è detto: « Erano as­sidui nell'ascoltare l'insegnamento degli Apostoli e nell'u­nione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere... Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezza­vano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e sempli­cità di cuore (At 2,42-46).

 

IL SACRAMENTO DELLA PENITENZA

1422 « Quelli che si accostano al sacramento della peniten­za ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa, alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera» (Lumen 11).

1423 È chiamato sacramento della conversione poiché rea­lizza sacramentalmente l'appello di Gesù alla conversione (cf Me 1,15), il cammino di ritorno al Padre (cf Le 15, 18) da cui ci si è allontanati con il peccato. È chiamato sacramento della penitenza poiché consacra un cammino perso­nale ed ecclesiale di conversione, di pentimento e di soddi­sfazione del cristiano peccatore.

 

IL SACRAMENTO DELL'UNZIONE DEGLI INFERMI

1499 « Con la sacra unzione degli infermi e la preghiera dei presbiteri, tutta la Chiesa raccomanda gli ammalati al Si­gnore sofferente e glorificato, perché alleggerisca le loro pe­ne e li salvi, anzi li esorta a unirsi spontaneamente alla pas­sione e alla morte di Cristo, per contribuire così al bene del popolo di Dio » (Lumen gentium, 11).

1520 Un dono particolare dello Spirito Santo. La grazia fondamentale di questo sacramento è una grazia di confor­to, di pace e di coraggio per superare le difficoltà proprie dello stato di malattia grave o della fragilità della vecchiaia.

 

IL SACRAMENTO DEL MATRIMONIO

1601 « II patto matrimoniale con cui l'uomo e la donna sta­biliscono tra loro la comunità di tutta la vita, per sua natura ordinata al bene dei coniugi e alla procreazione e educazio­ne della prole, tra i battezzati è stato elevato da Cristo Si­gnore alla dignità di sacramento » (Codice di Diritto Cano­nico, 1055,1).

1617 Tutta la vita cristiana porta il segno dell'amore spon­sale di Cristo e della Chiesa. Già il battesimo, che introduce nel Popolo di Dio, è un mistero nuziale: è, per così dire, il lavacro di nozze (cf Ef 5, 26-27) che precede il banchetto di nozze, l'Eucarestia (cf Concilio di Trento, 1800).