Anno Santo: Il significato religioso del Giubileo

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Il Giubileo viene comunemente detto "Anno santo" essenzialmente perché è destinato a promuovere la santità della vita nel popolo fedele. Nella tradizione cattolica il Giubileo è un grande evento religioso. L'anno giubilare è celebrazione di un tempo di grazia. Il punto di partenza è la conversione spirituale. È l'anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati, è l'anno della conversione e della penitenza sacramentale. L'anno giubilare è soprattutto l'anno di Cristo, portatore di vita e di grazia. Il Giubileo dell’Anno Santo vuole essere un risveglio interiore; una ricerca di se stessi; un tempo di riflessione sulla nostra vita spirituale obbligandola a fare un esame di coscienza su alcune sue espressioni che giudichiamo fondamentali nella vita cristiana.

 

Il Giubileo ha origine dalla tradizione ebraica che lo fissava ogni 50 anni e aveva precisi obiettivi:

─  la terra doveva essere lasciata riposare (con lo scopo pratico di rendere più forti le successive coltivazioni),

─  la restituzione agli antichi proprietari di terreni o case,

─  la remissione dei debiti,

─  gli schiavi dovevano riacquistare la libertà e tornare alle proprie case.

 

L’annuncio del Giubileo veniva dato nel tempio di Gerusalemme dal suono dello shofar, cioè un corno di ariete, in ebraico yobel, da cui deriva il termine Giubileo.

Le indicazioni sono tratte dal libro del Levitico al capitolo 25: “Conterai sette settimane di anni, cioè sette volte sette anni; queste sette settimane di anni faranno un periodo di quarantanove anni. Al decimo giorno del settimo mese, farai squillare la tromba dell'acclamazione; nel giorno dell'espiazione farete squillare il corno per tutto il paese. Dichiarerete santo il cinquantesimo anno e proclamerete la liberazione nel paese per tutti i suoi abitanti. Sarà per voi un giubileo; ognuno di voi tornerà nella sua proprietà e nella sua famiglia. Il cinquantesimo anno sarà per voi un giubileo; non farete né semina, né mietitura di quanto i campi produrranno da sé, né farete la vendemmia delle vigne non potate. Poiché è il giubileo; esso vi sarà sacro; potrete però mangiare il prodotto che daranno i campi. In quest'anno del giubileo, ciascuno tornerà in possesso del suo”. (Lv 25, 8-13)

 

La Chiesa cattolica ha fatto proprio lo spirito del giubileo ebraico caratterizzandolo con un forte senso spirituale.

L'iniziativa del Giubileo ritornò dopo un lungo silenzio e fu sollecitato addirittura da una richiesta popolare. Infatti, nella notte di Natale del 1299 - nell'imminenza del cambiamento di secolo - il popolo fedele, mosso anche dal rinnovamento spirituale predicato dagli Ordini mendicanti, chiese al Papa a gran voce un'indulgenza speciale. Fu così che Papa Bonifacio VIII con la bolla Antiquorum habet fidem del 22 febbraio 1300, festa della Cattedra di San Pietro, concesse l'indulgenza plenaria a chi nell'anno in corso e in ogni futuro centesimo anno avesse visitato le basiliche di San Pietro e di San Paolo in Roma con l'intento di redimere i peccati e le pene per i peccati.

 

Le cronache narrano che quest'evento sia stato di portata storica: secondo le stime dei cronisti dell'epoca duecentomila pellegrini affluirono a Roma. Lo stesso Dante Alighieri ne conserva un'eco in alcuni versi del Canto XXXI del Paradiso della "Divina Commedia".

Dal 1300 in avanti l’Anno Santo è stato indetto con regolarità più o meno costante, privilegiando gli aspetti del pellegrinaggio e dell’indulgenza giubilare.

 

Dal 1300 sono stati indetti 29 Giubilei compreso l’attuale che è straordinario. Sono stati diversamente collocati: ogni 100 anni, poi ogni 50, infine ogni 25. Sono stati indetti anche dei Giubileo straordinari: Pio XI nel 1933; Giovanni Paolo II nel 1983 e papa Francesco. All'inizio del Giubileo viene aperta la Porta Santa che ha un forte valore simbolico di richiamo alle porte d’accesso a Gerusalemme, verso le quali il pellegrino ebreo entrava tre volte all'anno cantando il salmo: “Quale gioia quando mi dissero: "Andremo alla casa del Signore". E ora i nostri piedi si fermano alle tue porte Gerusalemme!”. Il passaggio attraverso la Porta Santa ricorda soprattutto ciò che Gesù disse di se stesso: “Io sono la porta delle pecore: nessuno va al Padre se non per mezzo mio" (Gv 10,7).

 

Pertanto, ogni Anno Santo è l'occasione per alimentare la fede e rinnovare l'impegno ad essere testimoni di Cristo.

 

Ricordava il Papa Paolo VI annunciando la convocazione dell’Anno Giubilare 1975 che “la concezione essenziale dell’Anno Santo è il rinnovamento interiore dell’uomo: dell’uomo che pensa, e pensando ha smarrito la certezza nella Verità; dell’uomo che lavora, e lavorando ha avvertito d’essersi tanto estroflesso da non possedere più abbastanza il proprio personale colloquio; dell’uomo che gode e si diverte e tanto fruisce dei mezzi eccitanti una sua gaudente esperienza da sentirsene presto annoiato e deluso. Bisogna rifare l’uomo dal di dentro”.

 

Nella tradizione cattolica il Giubileo è, per così dire, un grande avvenimento religioso. A voler procedere per slogan potremmo dire che l’Anno Santo è tempo di grazia, giorno benedetto dal Signore, tempo di carità e di rinnovato fervore religioso, momento per risvegliare le coscienze. E’ l’anno della remissione dei peccati e delle pene, è l’anno della riconciliazione tra avversari, è l’anno della conversione e della penitenza sacramentale, è l’anno della solidarietà, della speranza, della giustizia, dell’impegno per servire Dio nella gioia e nella pace con i fratelli.

 

Ma l’Anno giubilare è innanzitutto l’anno di Cristo portatore della vita della grazia all’umanità.

La tradizione biblica parla dell´Anno Giubilare come di un anno di liberazione dall´ingiustizia e di abbandono nelle mani di Dio, unico Signore degli uomini e della storia. È stato istituito infatti per ridestare e consolidare la fede, per favorire le la comunione fraterna sia all'interno della Chiesa come nella società, per richiamare e stimolare i credenti ad una più sincera e coerente professione di fede in Cristo unico Salvatore del mondo.

 

Il Giubileo dell’Anno Santo è l’anno straordinario di Gesù Cristo di cui papa Francesco ha voluto indicarne il volto della misericordia. Un itinerario attorno e con Cristo perché il cristiano possa più agevolmente incontrare il Maestro, Via Verità e Vita nella Parola, nei sacramenti, nella preghiera, nelle opere di misericordia in favore dei fratelli. Papa Francesco ricorda che il Giubileo dell’Anno Santo “è il momento favorevole per cambiare vita! Questo è il tempo di lasciarsi toccare il cuore” (MV 19). Il Giubileo è l'anno della remissione dei peccati e delle pene per i peccati attraverso l’indulgenza. È l’anno per eccellenza della riconciliazione, della conversione e della penitenza sacramentale. “È ciò che il Vangelo chiama metànoia. È il processo di autorinascita, semplice come un atto di lucida e coraggiosa coscienza, e complesso come un lungo tirocinio pedagogico riformatore. È un momento di grazia, che di solito non si ottiene se non a capo chino”. (Paolo VI, 9 maggio 1973)

 

L’Anno Santo è momento favorevole per un incontro con una Persona che dà alla vita un nuovo orizzonte e una direzione decisiva. È l’incontro con Gesù Cristo risorto attraverso il quale la fede potrà essere riscoperta nella sua integrità e in tutto il suo splendore. Una fede che è dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare; una fede che consentirà di avere l’audacia di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani. Chiedeva il Papa Paolo VI in occasione dell’Anno Santo 1975: “L’Anno Santo pone la questione: Tu, conosci Te stesso? Che cosa sai tu di Te stesso? Chi sei? Sei cristiano? E che cosa significa essere cristiano? Te ne rendi conto?”

 

L’Anno Santo per essere tale dovrà davvero contribuire a una rinnovata conversione al Signore Gesù per essere finalmente testimoni credibili e coraggiosi del Signore risorto nel mondo di oggi. Perciò, perché l’Anno santo non si tramuti in soli atti esteriori è necessario che esso sia caratterizzato da una forte evangelizzazione che porti a orientare la vita degli uomini e delle donne del nostro tempo a Cristo e a vedere nella prospettiva di Cristo i rapporti con la storia e con l’umanità. Da qui la conversione e la riconciliazione.

 

L’Anno Santo dovrà quindi favorire nei fedeli una forte coscienza del germe di rinnovamento messo in ogni uomo e donna dal Battesimo e che è necessario far rivivere. Sarà indispensabile che ciascuno – in clima di Anno Santo – si chieda con chiara onestà se intende essere o no discepolo di Cristo Risorto autentico, oppure si accontenti di essere iscritto all’anagrafe dei battezzati.

 

Sarà indispensabile chiedersi se si intenda fare di Dio e di Cristo il centro della propria vita oppure se si voglia porre in noi stessi e nel proprio fallace egoismo il cardine d’ogni nostro movimento.

 

Sarà indispensabile chiedersi se si voglia allargare l’amore solidale verso i nostri fratelli, oppure se si intenda rinchiudere il cerchio della propria visione sociale nell’ambito del nostro ristretto interesse, murato in un amaro egoismo individuale e incapace d’amare veramente.

 

L’Anno Santo dovrà favorire una costante catechesi che sappia condurre a celebrazioni penitenziali comunitarie e personali, segno del ritorno a Dio e ai fratelli, che hanno il loro momento conclusivo nel sacramento della Confessione con l’accusa individuale dei peccati. La Penitenza, alla luce della parola di Dio, diverrà così viva esperienza dell'amore misericordioso del Padre.

 

L’Anno Santo è festa di Dio con noi; è Dio che “giubila” prima che noi “giubiliamo” per il dono ricevuto. Il Giubileo è Vangelo, è buona notizia. E il cuore di questa notizia è Gesù di Nazareth, una parola-presenza-promessa in mezzo a noi. Il Giubileo è impegno per la liberazione dalle nuove schiavitù, le apparenti libertà e soprattutto liberazione interiore. Sono libero perché sono un uomo liberato; posso fare grazia perché sono un uomo graziato; posso dare perdono perché sono un uomo perdonato. Sono questi i significati fondamentali del Giubileo nella luce del Vangelo.

 

A ben vedere l’Anno Santo, nel suo significato religioso, è un vero mezzo pedagogico con cui la Chiesa educa e guida il popolo fedele e ogni buon credente a interrogarsi su questioni fondamentali e importanti: sono io uno che crede veramente alla religione? la professo, la pratico, e come? avverto il rapporto fra l’adesione al mio «credo» religioso e l’indirizzo ideale e pratico della mia vita? avverto cioè il collegamento fra vita religiosa e vita morale?

 

Ecco perché l’Anno Santo reca con sé il significato religioso di un rinnovamento interiore, di una conversione dei sentimenti personali, di un rifacimento delle nostre mentalità, con la deplorazione delle nostre mancanze verso Dio e verso la società degli uomini fratelli. È una nuova filosofia della vita che deve prendere posto nella vita del credente rinnovato dallo spirito dell’Anno Santo. Un cambiamento del proprio modo di pensare, di sentire, di operare in un momento in cui la vita cristiana sembra snodarsi lontano da Dio o indifferente a Dio, etsi Deus non daretur .

 

Siamo chiamati tutti noi a vivere con intensità spirituale l'esperienza del Giubileo. È un'opportunità da affrontare con gioia e consapevolezza, evitando ogni superficialità. È l'occasione, innanzitutto, per esprimere una profonda gratitudine al Signore per la grande misericordia che usa nei nostri confronti. Il tempo del Giubileo prevede anche uno sguardo approfondito sulla propria maniera di vivere il Vangelo e di testimoniare la vita cristiana. Questo aspetto interiore, religioso e spirituale dell’Anno Santo dovrà essere in testa a tutti i programmi.

 

Ognuno di noi deve sentirsi chiamato in causa per elaborare su se stesso e in se stesso il rinnovamento religioso e morale quale l’Anno Santo vuole arrivare. Sarà un'opportunità particolare affinché i credenti riflettano sulla loro genuina vocazione alla santità di vita, s'impregnino della Parola di Dio, che illumina e interpella e riconoscano Cristo che va loro incontro, che li accompagna nelle vicissitudini del loro camminare per il mondo e si dona a loro personalmente soprattutto nell'Eucaristia.

 

Ma anche quanti non hanno fede, o forse l'hanno lasciata sfiorire, avranno un'occasione particolare per ricevere il dono di "Colui che illumina ogni uomo, affinché abbia finalmente la vita" (LG 16).

Sarà questa la strada più idonea per riscoprire anche oggi il senso cristiano del giubileo dell’Anno Santo.