1 domenica di Quaresima: sospinti nel deserto per la nostra conversione

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   Dal Vangelo secondo Marco 1,12-15
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo». +++
 
Con il mercoledì delle ceneri la Chiesa, madre e maestra, interrompe il ciclo liturgico del Tempo per annum per iniziare il cammino quaresimale.
Il tempo di Quaresima ha una durata di 40 giorni. In questo periodo il popolo cristiano è sollecitato a riscoprire il significato della chiamata alla fede che è stata donata con il sacramento del Battesimo, e  vivere il mistero centrale della  fede: la passione-morte e resurrezione di Cristo.
L’itinerario quaresimale sarà marcato da un impegno fatto di preghiera, di carità e di penitenza.
 
Prima di iniziare a narrarne l'attività profetica, Marco presenta la scena di Gesù nel deserto. Lo fa con il suo stile essenziale, scarno; con pochissime parole e in meno di due versetti; privo dei dettagli che leggiamo nei Vangeli di Matteo e di Luca. Secondo l'evangelista, «lo Spirito sospinse Gesù nel deserto». Vi rimase per quaranta giorni, lasciandosi tentare da Satana. Non è stata una iniziativa sua. Fu lo Spirito di Dio che lo spiazzò fino a collocarlo nel deserto.

La vita di Gesù non sarebbe stata una via di facile successo; l’avrebbero atteso prove, insicurezza e minacce. Il suo appassionato impegno per il progetto di Dio lo avrebbe portato a vivere un'esistenza lacerata da conflitti e tensioni.

Il «deserto» ha diversi significati. Può indicare lo stato di abbandono e di solitudine, il luogo della debolezza dell'uomo dove non vi sono appoggi e sicurezze, dove la tentazione si fa più forte.
Ma esso pu
ò indicare anche un luogo di rifugio e di riparo, come lo fu per il popolo di Israele scampato alla schiavitù egiziana.

E allo stesso tempo è il posto migliore per ascoltare, nel silenzio e nella solitudine, la voce di Dio.
Il luogo in cui dobbiamo per aprire le strade al Signore.
 
Nel deserto, Gesù fu «tentato da Satana». Marco nulla dice circa il contenuto delle tentazioni. Solo che venivano «da Satana»: l'avversario, la forza ostile a Dio e a coloro che lavorano per il suo regno, colui che cerca la rovina dell'essere umano distruggendo il piano di Dio. Satana non ri-apparirà più in tutto il Vangelo di Marco, ma Gesù lo vedrà agire in tutti coloro che avrebbero voluto distoglierlo dalla sua missione, incluso Pietro.

Il breve brano evangelico termina con due immagini in netto contrasto tra esse: Gesù «stava con le bestie selvatiche», ma «gli angeli lo servivano».
Le «bestie», cioè gli esseri più violenti della creazione, evocano i pericoli che sempre avrebbero minacciato Gesù e il suo progetto.
Gli «angeli
», i migliori esseri della creazione, evocano la vicinanza di Dio che benedice, si prende cura e difende Gesù e la sua missione.
 
Cari Amici
 
I cristiani stanno attraversando momenti difficili. Gli studi sociologici parlano di crisi, di secolarizzazione, di rifiuto di Dio da parte del mondo contemporaneo, della ricerca di un cristianesimo senza Cristo ...
La tentazione di rimuovere Dio contando solo sulle proprie capacità, è sempre presente nella storia dell'uomo.

Forse per questo giunge anche per noi la proposta del deserto per por mano alla nostra conversione, a una vita di grazia e di purificazione.
Il cristiano deve por mano con decisione a respingere le tentazioni che possono ancora una volta portare fuori strada dalla conversione a Gesù Cristo.
 
La chiamata alla conversione evoca quasi sempre in noi il ricordo dello sforzo impegnativo e di tutte le opere di rinnovamento.
Tuttavia, le parole di Gesù:
«convertitevi e credete nel Vangelo» ci invitano a scoprire la conversione come via per una vita più piena e gratificante.
Il Vangelo di Gesù ci dice qualcosa che non dobbiamo dimenticare mai:
È bello convertirsi.
Ci fa bene. Ci permette di sperimentare un nuovo modo di vivere, più sano, più gioioso".
Qualcuno chiederà: come vivere questa esperienza? Quali passi compiere?

La prima cosa è isolarsi: fare un po’ di deserto dentro e attorno a noi.
Non aver paura di stare da soli con noi stessi per porsi le domande importanti e fontali della vita: Chi sono io? Cosa sto facendo della mia vita? È questa l'unica cosa che voglio fare?
 
La conversione ci richiederà indubbiamente di introdurre cambiamenti concreti nel nostro modo di agire.
Ma la conversione non è solo “cambiare cose”.
Convertirsi è cambiare il cuore; adottare una nuova posizione nella vita; prendere una direzione più evangelica.
 
Il destino del credente è quello di aprirsi fiduciosamente a Dio. 
Un Dio che è interessato a risolvere "il problema" della mia vita mediocre che sembra non avere soluzione.
Un Dio che mi comprende, mi aspetta, mi perdona e vuole vedermi vivere in maniera più piena, gioiosa e gratificante.

Ecco, allora che comnvertirsi è fare spazio a Dio nella nostra vita; incontrare Cristo, lasciarsi incontrare da lui, seeguirlo, conoscerlo, amarlo.

 
Ecco perché il credente vive la sua conversione invocando Dio con le parole del salmista:
Pietà di me, o Dio, secondo la tua misericordia;
nella tua grande bontà cancella il mio peccato.
Lavami da tutte le mie colpe,
mondami dal mio peccato.
Crea in me, o Dio, un cuore puro,
rinnova in me uno spirito saldo.
Rendimi la gioia di essere salvato
 (cfr. Salmo 50).
 
La Quaresima può essere un momento decisivo per iniziare una nuova vita con gli occhi fissi su Gesù.
È t
empo propizio per rendere più saldo il nostro rapporto con Dio.
La Quaresima è un cammino e ricorda che la vita cristiana è una "via" da percorrere, consistente non tanto in una legge da osservare, ma nella persona stessa di Cristo, da incontrare, da accogliere, da amare e da seguire.

 
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