Tutti chiamati a essere Santi
pellegrini verso la Vita Eterna
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✠ Dal Vangelo secondo Matteo 5, 1-12
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». <<< + >>>
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». <<< + >>>
L'ultimo articolo del Credo degli Apostoli recita: «Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà».
Questa affermazione di fede ci introduce al cuore della fede e della speranza cristiana: la vita dopo la morte, il giudizio, la risurrezione, la vita eterna.
E’ la cosa più difficile da spiegare!
E’ difficile perché è difficile spiegare la morte, anche se è compagna di vita. Basta pensare alle guerre, agli incidenti stradali, ai troppi amori sbagliati che uccidono per gelosia.
L'enigma della morte dell'uomo si comprende solo alla luce della risurrezione di Cristo. Infatti, la morte, la perdita della vita umana, viene presentata come il male più grande nell'ordine naturale, proprio perché è qualcosa di definitivo, che sarà completamente superato solo quando Dio in Cristo risusciterà gli uomini.
Qualunque sia e da qualunque parte venga e qualunque ne sia la causa la morte segna la fine del pellegrinaggio terreno.
La morte spaventa, ma la morte c’è!
E dopo?
E’ la domanda che si pongo tutti. Credenti e non credenti.
La passione per la vita è radicata nel cuore umano.
È la sua forza più segreta. Siamo progettati per la vita.
Cari Amici,
Pensare che con la morte tutto finisca è davvero squallido.
Sono sempre stato colpito dalla certezza con la quale i non credenti non concepiscono “la vita del mondo che verrà”.
Che tutto finisca dopo una vita, per taluni piena di stenti e di sacrifici, non è accettabile.
Pensare che alla fine, non incontreremo e non ci ricongiungeremo con i nostri cari, con le persone che ci hanno preceduto, è davvero mortificante. E allora che cosa sono i nostri cimiteri? Perché orniamo le tombe dei nostri cari? Rechiamo fiori e lumi, ci raccogliamo per pregare?Ma perché crediamo in Colui che ha detto: «Sono venuto affinché abbiano la Vita e l’abbiano in abbondanza… Io do loro la Vita eterna… Io sono la risurrezione e la vita» (Gv 10,10.28 ; 11,25).
Se apriamo la Bibbia, una informazione ci lascia perplessi: mentre, per l’Antico Testamento, vedere Dio è morire, per Gesù, quella è la condizione per la vita: «Padre… questa è la Vita eterna: che conoscano te, l’unico vero Dio, e il tuo messaggero, Gesù Cristo» (Gv 17,3).
«Se siamo morti con Cristo, anche vivremo con Lui» (2 Tm 1,11). Per questo «grazie a Cristo la morte cristiana ha un significato positivo» (CCC 1010).
Per l’uomo vivere è vedere Dio.
È famosa la frase lapidaria di sant’Ireneo: «La gloria di Dio è l’uomo vivente, e la vita dell’uomo consiste nella visione di Dio».
Vivere è vedere e contemplare il volto di Dio, ora nella fede, nella beatitudine, faccia a faccia. È una metafora per indicare la comunione con Dio che coinvolge l'uomo intero, corpo e anima, sensi e intelligenza. La vita eterna è l'amicizia con Dio che realizza e riempie di gioia l'uomo.
E’ la vita eterna dà senso alla vita umana, all'impegno etico, alla dedizione generosa, al servizio disinteressato!
Con questa metafora entriamo nel mistero. Ciò che accade quando l’uomo varca la soglia della morte, lasciandosi alle spalle lo spazio e il tempo, lo si può intravedere solo da lontano.
Pertanto, utilizziamo le immagini. Uno di questi è quello della visione, ma la Bibbia ne usa anche altri: parla di una festa, di un banchetto, di una liturgia di adorazione e di lode, di giustizia per i poveri.
Forse l'esperienza umana che ci avvicina di più a questo mistero è l'incontro tra due persone che si amano. Poi, sembra che il tempo si fermi. Tutta la vita è concentrata lì, in quel frammento. La nostalgia che sopraggiunge dopo è un segno dell'intensità di ciò che è stato vissuto e del desiderio che quell'attimo fuggente non vada perduto.
Questa è veramente l’essenza della vita umana.
Un famoso filosofo cristiano del V secolo di nome Boezio tentò di definire l'eternità descrivendola come il possesso totale, simultaneo e completo di una vita senza fine.
L’orante della Bibbia lo esprime con parole a noi più vicine: «Io, Signore, per la tua giustizia contemplerò il tuo volto e, quando mi sveglierò, mi sazierò della tua presenza» (Sal 16,15).
Il volto benedetto di Dio ci è stato rivelato in Gesù Cristo. Tutto il Credo è manifestazione della luminosa bellezza del Volto di Gesù Cristo.
Lui è la vita. Lui dà la vita.
Lui è la vita. Lui dà la vita.
Gesù Cristo è la vita eterna che auspichiamo.
Paradiso, inferno e purgatorio nono sono luoghi!
Il paradiso è comunione di gioia per sempre con Dio in Gesù Cristo.
Il purgatorio è l'amore di Cristo che purifica il nostro sguardo per quell'incontro definitivo, attraverso la comprensione del bene che avremmo potuto fare e non abbiamo fatto.
L'inferno è quella terribile possibilità che ha la libertà di scegliere la solitudine e la tristezza più assolute. Non è che Dio predestini qualcuno alla dannazione perpetua. È l'uomo che, cercando la sua meta ultima al di fuori di Dio e della sua volontà, si costruisce un mondo isolato nel quale la luce e l'amore di Dio non possono penetrare. L'inferno è un mistero, il mistero dell'Amore rifiutato.
Il Credo, a cui abbiamo fatto riferimento per la nostra riflessione, si chiude con un sonoro: “Amen”. E’ così! E’ proprio così!
Il Credo, a cui abbiamo fatto riferimento per la nostra riflessione, si chiude con un sonoro: “Amen”. E’ così! E’ proprio così!
Il Dio, amante della vita, si è messo in gioco con la nostra vita per salvarci dalla solitudine.
Lo ha fatto in Gesù Cristo, concepito dallo Spirito Santo, nato da Maria, morto e risorto.
A quel mistero d’amore, ogni domenica, noi cristiani diciamo: “Amen, credo, Signore, ma aumenta la nostra fede”.
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