San Giovanni Paolo II
"di un paese lontano"
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Era venuto “di un paese lontano”. E il 16 ottobre 1978 fu eletto Papa.
Nella serie dei Pontefici Romani è il secondo per la durata del suo Pontificato: 26 anni e 5 mesi (9.665 giorni), contro i 31 anni e 7 mesi di Pio IX (11.573 giorni).
Il 1° maggio 2011, sei anni e un mese dopo la morte Karol Wojtyla - Giovanni Paolo II è stato proclamato beato dal suo successore Benedetto XVI. Il 27 aprile 2014 è stato proclamato santo da Papa Francesco.
Come riassumere tanti anni di storia della Chiesa? Perché di storia si tratta!
Disse Michail Gorbaciov: Senza questo Papa "non si può capire ciò che è avvenuto in Europa".
Il lungo pontificato di Giovanni Paolo II resterà memorabile per molti aspetti. La novità di un Papa straniero e polacco, dopo tanti secoli di pontefici italiani, è stata in un ceto senso quasi irrilevante.
Il pontificato si è aperto con il discorso solenne d’inizio, è il 22 ottobre del 1978. “Non abbiate paura di Cristo”, disse il nuovo Papa e lo ripeté ostinatamente sino alla fine.
Per parlare di Cristo, per portare Cristo all’uomo contemporaneo Giovanni Paolo II percorse in lungo e in largo il Globo terrestre. Globetrotter lo chiamarono i giornalisti.
Se Paolo VI con i suoi viaggi fuori Italia aveva introdotto una suggestiva novità, il nuovo Papa avrebbe fatto dei suoi pellegrinaggi apostolici nei cinque continenti un impegno dominante. Furono 104 i viaggi apostolici internazionali con la visita a 129 Nazioni per la durata di 543 giorni per un totale di 1.162.165 chilometri percorsi.
146 invece furono i viaggi in Italia,recandosi in 259 città per la durata di 278 giorni.
Il secondo impegno assunto in proprio da Giovanni Paolo II fu quello di “fare” il Vescovo nella sua Diocesi.
Riuscì in questo suo proposito a visitare 301 delle 334 parrocchie della Diocesi di Roma. Incontrò annualmente tutti i suoi parroci, i suoi seminaristi nel giorno della Madonna della Fiducia.
La terza priorità che il Papa ha voluto annettere al suo pontificato fu l’udienza generale del mercoledì.
Mancò solamente quando tristemente costretto per motivi di salute, o quando si trovava all’estero per i viaggi apostolici. In queste occasioni egli seppe dare ad ognuno dei partecipanti la sensazione concreta di essere stato con il Papa in maniere quasi “personale” e di aver intrecciato con lui uno speciale rapporto.
Giovanni Polo II ha voluto far giungere a tutti gli uomini di buona volontà il suo pensiero anche attraverso un Magistero ufficiale scritto.
Come non ricordare le 14 encicliche e le 13 Esortazioni apostoliche?
Credo che per una memoria storia sia significativo ricordarne anche solo i titoli: Redemptor Hominis (4 marzo 1979), Dives in Misericordia (4 marzo 1979); Laborem Exercens (14 settembre 1981), Slavorum Apostoli (2 giugno 1985), Dominum et vivificantem (18 maggio 1986), Redemptoris Mater (25 marzo 1987), Sollecitudo rei socialis (30 dicembre 1987), Redemptoris missio (7 dicembre 1990), Centesimus annus (1 maggio 1991),Veritatis splendor (6 agosto 1993), Evangelium vitae (25 marzo 1995), Ut unum sint (25 maggio 1995), Fides et ratio (15 ottobre 1998), Ecclesia de Eucharistia (17 aprile 2003).
Personalmente ho curato un bel volume su tali encicliche, impreziosito dalla prefazione dell’allora cardinale Joseph Ratzinger.
Questi i titoli delle 9 Esortazioni Apostoliche: Catechesi Tradendae (16 ottobre 1979); Familiaris Consortio (22 novembre 1981); Redemptionis Donum (25 marzo 1984);Reconciliatio et paenitentia (2 dicembre 1984); Christi fideles laici (30 dicembre 1988); Redemptoris Custos (15 agosto 1989); Pastores dabo vobis (25 marzo 1992); Ecclesia in Africa (14 settembre 1995); Vita consecrata (25 marzo 1996); Una speranza nuova per il Libano (10 maggio 1997); Ecclesia in America (22 gennaio 1999); Ecclesia in Asia (6 novembre 1999); Ecclesia in Oceania (22 novembre 2001): Ecclesia in Europa (28 giugno 2003); Pastores gregis (16 ottobre 2003).
E’ solo una mera elencazione del vasto e ricco Magistero di Giovanni Paolo II.
Vederne elencati solo i titoli dei solenni Documenti stupisce per tanto e si' alto Magistero che non deve essere dimenticato.
E che dire del Catechismo della Chiesa Cattolica pubblicato l’11 ottobre 1992? Per la prima volta nella storia della Chiesa un Papa faceva dono a tutta la Comunità dei credenti dei Libro della Fede cattolica.
Lo scopo, la natura e le finalità di questo Catechismo sono state indicate dallo stesso Pontefice, il quale, nella Costituzione Apostolica Fidei depositum, ricorda che «custodire il deposito della fede è la missione che il Signore ha affidato alla sua Chiesa e che essa compie in ogni tempo» (FD 1). E più oltre il Papa completa il suo pensiero, affermando che «l'approvazione e la pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica costituiscono un servizio che il successore di Pietro vuole rendere alla santa Chiesa cattolica, a tutte le Chiese particolari in pace e in comunione con la Sede Apostolica di Roma: il servizio, cioè, di sostenere e confermare la fede di tutti i discepoli del Signore (cfr. Lc 22,32), come pure di rafforzare i legami dell'unità della medesima fede apostolica» (FD 4).
Il Catechismo, allora, atto del magistero ordinario del Sommo Pontefice è:
1. Norma sicura per l'insegnamento della fede (cfr. FD 4)
2. Strumento valido e legittimo della comunione ecclesiale (cfr.
3. Strumento di rinnovamento, al quale lo Spirito Santo incessantemente chiama la Chiesa di Dio (FD 4)
4. Testo di riferimento per l'elaborazione dei Catechismi locali (cfr. FD 4)
5. Modello di inculturazione della fede rivelata (cfr. FD 4)
La pubblicazione e la consegna del Catechismo della Chiesa Cattolica è divenuto segno profetico del Papa Giovanni Paolo II e ha richiamato sia pure per analogia, il gesto suggestivo della "traditio" nell'antica prassi del cammino catecumenale, là dove si diceva: "Carissimi: ascoltate le parole della fede. Accoglietele e conservatele con cuore sincero".
Impossibile non menzionare le 131 cerimonie di beatificazione, nelle quali ha proclamato 1319 beati, e 43 canonizzazioni, per un totale di 476 santi.
Non si tratta solo numeri. In essi è scritto un quarto di secolo di storia della Chiesa. Periodo non facile; periodo di forte secolarismo e relativismo. Periodo difficile, Non come quello contestatario di Paolo VI, ma di indifferenza. Quell’indifferenza che ha costretto Benedetto XVI a parlare di un “Dio sconosciuto” agli uomini e alle donne del nostro tempo.
Eppure Giovanni Paolo II parlò “a tempo opportuno e importuno”; fu sempre estremamente chiaro, fermo, forte, preciso.
Fu grande il grande catechista della nova evangelizzazione fedele a Dio e all’uomo.
Alla difesa dei diritti dell’uomo e della donna (diritto alla vita, al lavoro, alla famiglia, all’educazione) ha coniugato la denuncia dei miti del capitalismo selvaggio e del nefando marxismo. Egli è stato il difensore dei poveri e dei diseredati e nello stesso tempo uno strenuo combattente contro l’aborto, l’eutanasia, la manipolazione genetica.
Alto è stato il suo grido per “i diritti della verità”.
Tutto ciò Giovanni Paolo II l’ha vissuto nella fedeltà a Dio e all’uomo donando anche la propria vita fino all’estremo sacrificio delle proprie energie.
La consolazionee la forza egli l’ha attinta nella preghiera, che sola ha potuto consentire all’uomo Karol di essere Papa, Successore di Pietro, Vicario di Cristo in Terra e di esserlo anche con slancio, con passione, con generosità pur n ella fragilità e nella debolezza del corpo che alla fine lo ha abbandonato.
Giovanni Paolo II è stato l’esempio vivente di come Dio non si sia dimenticato degli uomini; di come Cristo continui ad amare la sua Chiesa.
Giovanni Paolo fu vigorosa testimonianza di novità nella fedeltà, di amore a Dio e di passione per l’uomo: valori mai in antitesi, mai opposti in ogni autentico cammino di santità.
E Giovanni Paolo ha speso la sua vita fino all’effusione del sangue per Colui che l’ha scelto sul mare di Galilea, affinché Lui, il Cristo, sia conosciuto e amato. Fino alla fine; soprattutto quando gli costò molto il dolore e in sofferenza.
Tutto offerse al Suo Dio, per consolare Dio, e in uno stupendo atto d’amore per l’uomo.
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