Ri-mettere Dio al centro della vita

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Sono molti i teologi pastoralisti e i sociologi della religione a interrogarsi sulla disaffezione di molti battezzati nei confronti del Battesimo ricevuto, della adesione alla Chiesa, in una parola, di una vita senza Dio. 
 
Per arginare questo fenomeno - che sarà sempre più evidente e numeroso – la Chiesa deve riappropriarsi della nuova evangelizzazione il cui scopo fondamentale dovrà essere quello di mettere Dio al centro. Proclamare il regno di Dio per opporsi al secolarismo è fondamentale. Secolarismo che toglie sempre più il posto a Dio come se non esistesse (etsi Deus non daretur).
 
Vi è da domandarsi che tipologia di nuova evangelizzazione la Chiesa debba assumere?
Sono persuaso che la Liturgia e l’Eucaristia abbiano un ruolo centrale.
La Chiesa sarà rivitalizzata da una catechesi liturgica che, nelle parole e nei segni, sia capace di ravvivare la presenza di Dio.
 
Dobbiamo mettere Dio al centro di tutto: Dio al centro della realtà; Dio come centro della vita. Dio è necessario per l’uomo.
Sono persuaso che oggi non esista l’ateo puro, l’ateo che rinnega Dio. Senza Dio l’uomo perisce e manca del futuro. Questo è il dramma, questo è il grande problema del nostro tempo.
 
Con grande lucidità nel lontano 1993, il cardinale J. Ratzinger,  in un'intervista, disse: «Il problema centrale del nostro tempo è l’assenza di Dio, e quindi il dovere prioritario dei cristiani è testimoniare il Dio vivente. Davanti ai doveri che abbiamo dobbiamo rendere presente nella nostra fede, nella nostra speranza e nella nostra carità la realtà del Dio vivente. Dio è diventato per noi un Dio lontano e astratto».
 
L’uomo, ogni uomo e donna, hanno nostalgia di Dio, hanno bisogno di Dio.  E in modo del tutto speciale la Chiesa deve la presenza di Dio.
Dio deve essere al centro della nuova evangelizzazione, perché tutto cambia, sia che Dio esista o no.
 
È necessario proclamare il regno del Signore per contrastare il secolarismo e la Chiesa deve essere una testimonianza viva.
Pertanto, non c’è più priorità o imperativo per la Chiesa che possa essere posto davanti a essa se non la priorità della testimonianza del Dio vivente; essere “centrati” sulla prima sfida in cui dobbiamo davvero credere e testimoniare il Dio vivente. Tutto il resto è subordinato a questa testimonianza essenziale, pressante e indispensabile del Dio vivo.
 
La nuova evangelizzazione deve affrontare gli idoli consumistici, come una volta la prima evangelizzazione ha affrontato altri dei. Ora la situazione – in un certo senso -  è più drammatica. Oggi l’influenza e le conseguenze delle rivoluzioni del XX secolo hanno con corso a negare Dio e gradualmente il popolo ha subito questo annuncio.
 
Il materialismo porta a vivere come se Dio non esistesse, e peggio, non dando spazio alla realtà di Dio. Questa è la più grande povertà che ci possa essere; è sufficiente constatare la grande indigenza spirituale del mondo di oggi.
Mettere Dio al entro vuol dire in pratica fare la volontà di Dio.
 
La catechesi liturgica dovrà avere questo obiettivo: realizzare celebrazioni che annuncino l’amore di Dio; che annuncino che Dio viene sempre incontro all’uomo! Benedetto XVI in Deus caritas est ha detto che il nostro è: "un Dio che si fa uomo e scommette sull'uomo". E in Spes Salvi ha scritto della grande speranza che Dio ha nell'uomo, che vale più di tutto l'oro e l'argento del mondo e che Cristo ha comprato con il suo sangue.
 
Sono convinto che non c’è catechesi ed evangelizzazione senza liturgia. Perché la nuova evangelizzazione è annunciare Dio che ha tanto amato il mondo da mandare suo Figlio a salvare il mondo. Questo grande dono d’amore lo celebriamo proprio nella Liturgia Eucaristica.
 
Nella liturgia l’uomo entra nel soprannaturale che cambia il cuore dell’uomo. Infatti è proprio l'Eucaristia la fonte e il culmine dell'evangelizzazione, perché contiene tutto l'amore di Dio.
 
Non ci sarà nuova evangelizzazione se non ci concentreremo più sull’Eucaristia, più presente sulla vita dei sacerdoti e dei cristiani battezzati. Perciò la nuova evangelizzazione porterà al recupero del significato della Messa domenicale e del culto eucaristico stesso al di fuori della Messa.
 
La testimonianza dei credenti che si rivelano credibili contribuirà a ridestare, in coloro che si sono allontanati, il desiderio e il bisogno di Dio.
 
Questa è la cosa fondamentale, la priorità e l’indispensabile. All’uomo del nostro tempo, lacerato e diviso da tanti frammenti di verità, senza ancora trovare la sua tanto necessaria unità, è necessario offrirgli la cosa essenziale che egli richiede per dare senso alla sua vita e guidare la sua esistenza sulla retta via della verità.
 
Occorre ri-mettere Dio al centro della vita.
 

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