Papa Francesco
Laudate Deum - Capitolo 5
«Cosa ci si aspetta dalla COP28 di Dubai?»

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Il 1° settembre scorso si è celebrata la Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato che segna l’inizio del Tempo del Creato, che si conclude il 4 ottobre, festa liturgica di San Francesco d’Assisi. Dopo aver meditato la Lettera Enciclica LAUDATO SI' di Papa Francesco, appare ora utile conoscere l'Esortazione Apostolica LAUDATE DEUM indirizzata sempre dal Santo Padre Francesco a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica.
 
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Per ironia della sorte, la prossima COP 28 si riunirà a Dubai negli Emirati Arabi Uniti, che è uno dei paesi del Medio Oriente che si caratterizza per essere esportatore di energia fossile e dove le compagnie petrolifere e del gas vogliono espandere la loro produzione.
 
Il Santo Padre Francesco scrive Francesco scrive che «dire che non c'è nulla da sperare sarebbe un atto suicida, perché implicherebbe esporre l'intera umanità, soprattutto i più poveri, agli impatti peggiori dei cambiamenti climatici» (53). «Non possiamo smettere di sognare che questa COP28 porti ad una decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni concreti e suscettibili di monitoraggio permanente. Questa Convenzione può rappresentare un punto di svolta” (54).
 
Difficilmente si riuscirà a ottenere qualcosa in questa COP, dove non è potuto essere presente Papa Francesco per motivi di malattia. L’auspicio è quello di non perdere la speranza; piuttosto continuare a lavorare affinché l’impatto del cambiamento climatico non colpisca i paesi poveri che ne soffrono maggiormente.
 
Sono tre le caratteristiche che Papa Francesco chiede non solo alla COP28, ma a tutte le altre che verranno dopo: "che siano efficienti, che siano obbligatorie e che possano essere facilmente monitorate". "Solo con questo processo si potrà recuperare la credibilità della politica internazionale, perché solo in questo modo concreto sarà possibile ridurre significativamente l'anidride carbonica ed evitare in tempo i mali peggiori", scrive.
 
Dobbiamo avere fiducia che i paesi siano disposti ad accelerare il processo di ricerca di nuove forme di energia e ad accettare un sistema di monitoraggio permanente. Questa nuova COP può dimostrare che l'intero processo intrapreso da Rio de Janeiro nel 1992 è valso la pena o, al contrario, può deludere perché mette a rischio tutto il bene che è stato realizzato fino ad ora.
 
Ci sono alcuni esempi di successo: ad esempio la presentazione di nuovi modi di produrre energia, come l'energia eolica (energia eolica) o l'energia solare (energia solare). Non sono ancora stati introdotti con la rapidità necessaria. Abbiamo bisogno di coraggio per produrre cambiamenti sostanziali.
 
Al ritmo attuale, purtroppo, presto raggiungeremo e supereremo la temperatura media globale di 1,5 gradi, e potremmo raggiungere gli irreversibili 3 gradi. Le conseguenze sarebbero disastrose con enormi costi economici e sociali. Né possiamo risolvere ciascun problema separatamente. Le cose si intrecciano e nascondono i veri problemi del sistema mondiale.
 
Ci sono cose che devono essere fatte a breve termine, ma corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica del patching o del cablaggio senza arrivare alle cause profonde dei problemi.
 
È ingenuo pensare che potremo risolvere tutto con nuove tecnologie che non sono ancora state inventate. Dobbiamo finirla con la presa in giro irresponsabile delle aziende che si presentano come ecologiche ma in pratica è solo “romanticismo verde”.
 
Poiché è un problema di tutti, è necessario il sostegno di tutti. I paesi ricchi spesso affermano alle COP che le organizzazioni sociali si muovono troppo velocemente e sono troppo radicalizzate.
 
Si tratta infatti di organizzazioni della società civile che riempiono un vuoto nell'intera società e aiutano le famiglie che hanno a cuore il futuro dei loro figli e si impegnano per loro.
 
Se vogliamo che la COP 28 di Dubai abbia successo, dobbiamo esigere forme vincolanti di transizione energetica che abbiano tre caratteristiche: che siano efficienti, obbligatorie e facilmente monitorabili.
 
Ci sono tre aspetti necessari che risaltano: che siano drastici e intensi e che tutti si impegnino. Ciò non è mai stato raggiunto prima in nessuna COP. Solo così si potrà recuperare la credibilità della politica internazionale.
 
Coloro che partecipano all'evento devono anteporre il bene comune agli interessi particolari del proprio Paese o della propria azienda. Spero che mostrino la nobiltà della politica e non la sua vergogna.

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