Lettera di san Paolo apostolo ai Colossesi

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Premessa
Questa riflessione non ha certo la pretesa di essere un approfondimento scritturistico-esegetico, ma solamente un o strumento catechistico/pastorale, attraverso il quale provocare nel lettore il desiderio di conoscenza e l’interesse per scoprire le meraviglie degli scritti dell’Apostolo Paolo.

 
Il tempo di San Paolo, Colossi (in greco antico: Κολοσσαί)  era una piccola città dell'Asia Minore. Era situata in una regione chiamata Frigia (l’attuale Turchia meridionale). Pablo ha visitato questa regione almeno due volte.
La prima nel suo secondo viaggio, quando da Listra e Iconio si diresse verso la Galazia; la seconda, durante il terzo viaggio, per incoraggiare nella fede i discepoli frigi.
 
Tuttavia, in tutto il libro degli Atti degli Apostoli non c'è alcun riferimento al passaggio di San Paolo da Colossi in nessuno dei suoi viaggi. Lo stesso Apostolo sembra indicare di non conoscere personalmente i Colossesi. Fu Epafra, originario di Colossi e discepolo di Paolo, a ricevere la missione di predicare nella sua città.
 
Epafra informò l'Apostolo di una preoccupante situazione dottrinale originatasi in quella comunità. Si trattava, probabilmente, dell'infiltrazione tra i cristiani di Colossi di una primitiva forma di conoscenza religiosa, trasmessa dai viaggiatori ebrei.
 
Dopo la conversione alla fede cristiana, apparvero nella comunità alcune deviazioni dottrinali rispetto agli insegnamenti ricevuti. Forse ciò fu dovuto all'influenza delle idee correnti nelle religioni pagane e, in parte, anche nel giudaismo.
 
Cominciarono a dare un'importanza esagerata, e perfino a prestare un certo culto, alle potenze angeliche. Tutto ciò si basava, molto probabilmente, su una conoscenza speciale che alcuni affermavano di possedere.
Per gli gnostici Cristo, in quanto uomo, era inferiore alle potenze angeliche spiritualmente superiori; Cristo sarebbe quindi un essere intermedio tra Dio (lo Spirito) e la materia.
In questo modo la posizione di Gesù Cristo e la sua opera salvifica finirono per perdere il primato.
 
Tali confusioni dottrinali spinsero San Paolo a sviluppare con chiarezza e veemenza alcuni punti centrali della fede, supplicando i Colossesi ad aderirvi rifiutando altre idee.
 
In questo modo Paolo, nella Lettera ai Colossesi, approfondisce temi capitali del mistero dell'essere di Cristo - la cristologia - come la sua infinita superiorità e la sua primazia su tutti gli esseri, siano essi chiamati angeli, potenze o in altro modo.
 
La lettera si apre con un'introduzione composta da un breve saluto (1,1-2) e un ringraziamento a Dio per la fede, l'amore e la speranza dei Colossesi (1,3-8).
La parte centrale è organizzata attorno a tre temi.
Soprattutto, ai Colossesi viene ricordata l’opera salvifica di Dio attraverso Gesù Cristo. In un bellissimo inno si esalta il primato di Cristo su tutta la creazione e si insiste sulla necessità di restare saldi nella fede che i Colossesi avevano abbracciato (1,9-23).
 
In secondo luogo, viene richiamato in modo più esplicito il vangelo predicato da Paolo: quel disegno segreto che Dio ha fatto conoscere e che, soprattutto, si riferisce alla chiamata di coloro che non sono ebrei a partecipare alla salvezza che Dio offre per mezzo di Cristo (1,24–2,5).
 
La terza sezione riguarda l'applicazione pratica di quel messaggio. È messo in guardia dai falsi insegnamenti di alcuni ed esortato a vivere la vita nuova insieme a Cristo. In modo particolare vengono ricordati i doveri della vita familiare (2,6–4,6).
 
Nella sua lettera l'Apostolo usa espressioni che racchiudono un contenuto molto profondo; a esempio: in Cristo «abita corporalmente tutta la pienezza della divinità», il cui contenuto dottrinale equivale, sia pure con parole molto diverse, alla formulazione di san Giovanni secondo cui «il Verbo si fece carne, e venne ad abitare in mezzo a noi."
 
Nella Lettera ai Colossesi, inoltre, appaiono nuovi termini che gli ellenisti apparentemente usavano, ma in un contesto controverso e carico di nuove sfumature e significati. Insomma, Paolo insiste, andando più in profondità, che Gesù Cristo è Dio eterno, che assumendo la natura umana non cessa di essere Dio e, quindi, è il primo e superiore a tutti gli uomini e gli angeli.
 
Accanto a questo sviluppo dottrinale, la lettera si preoccupa di dare insegnamenti morali e disciplinari, come i doveri dei coniugi, dei servi e dei padroni, o consigli pratici sull'esercizio delle virtù cristiane.
 

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