Le intenzioni della preghiera dei fedeli siano davvero momento di intercessione
e, come già l’Ordinamento suggerisce, siano brevi e sobrie.
L'Ordinamento Generale del Messale Romano afferma testualmente che “nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo, risponde in certo modo alla parola di Dio accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti”.
La preghiera dei fedeli nella Santa Messa è una grande preghiera – magna oratio, che il Concilio Vaticano II ha ristabilito "secondo la norma primitiva dei santi Padri" (SC 53). Essa ha la sua origine negli Apostoli, come si evince da alcune esortazioni di Paolo: «Prego anzitutto che si facciano preghiere, suppliche e ringraziamenti per tutti gli uomini, per i re e per tutti i poteri, perché conduciamo una vita tranquilla e tranquilla, con ogni pietà e rispetto» (1 Tm 2,1-2).
San Giustino, intorno al 153, descrive nell'Eucaristia "preghiere comuni che facciamo con fervore per noi stessi, per i nostri fratelli e per tutti gli altri che sono dappertutto" (I Apologia 67:4-5).
Tertulliano, san Cipriano, sant'Agostino e, soprattutto, Ippolito di Roma, sono spesso citati come sostenitori del pensiero di san Giustino sulla preghiera comune.
Già nella liturgia romana del V secolo, la preghiera universale era posta alla fine della Liturgia della Parola e sembra avere avuto una struttura molto simile a quella attuale.
In questa grande preghiera liturgica universale, «il popolo, nell'esercizio del suo ufficio sacerdotale, prega per tutti gli uomini» (Ordinazione generale del Messale Romano, 45). Infatti ogni battezzato esprime il proprio sacerdozio battesimale elevando a Dio preghiere di intercessione per la salvezza di tutti.
La Chiesa, infatti, si manifesta in questa Grande Orazione come «sacramento universale di salvezza» (LG 48; AG 1).
La preghiera universale ha il suo posto nella Messa e nel conferimento dei sacramenti.
Nel realizzarla, la Chiesa riunita esprime la sua fede nella comunione dei santi e nella sua vocazione universale di “intercessore” a nome di tutti gli uomini.
La preghiera dei fedeli ha alcune precise caratteristiche
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È un appello rivolto al Padre, per mezzo di Gesù Cristo, nello Spirito Santo.
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Per le necessità della Chiesa universale e locale e del mondo intero.
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Con la partecipazione di tutti i fedeli. L’assemblea, infatti, esprime la sua supplica con una comune invocazione, che si eleva dopo ogni intercessione.
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È preghiera liturgica. La preghiera dei fedeli appartiene alla struttura della liturgia della Parola di Messa. Per questo la “preghiera universale”, o “dei fedeli”, ha la caratteristica di essere formulata in base alla celebrazione che stiamo vivendo, al tempo liturgico, alle necessità del mondo.
L’Ordinamento generale del Messale romano, indica pedagogicamente i contenuti essenziali della preghiera dei fedeli, nonché la successione da seguire nella proclamazione, ossia:
- per le necessità della Chiesa: il Papa, i Vescovi i sacerdoti, i diaconi
- per i governati e la pace del mondo,
- per coloro che si trovano in difficoltà anche in riferimento a situazioni particolari,
- per la comunità locale e le sue necessità.
Questo schema è, ovviamente flessibile in occasione dell’amministrazione del battesimo, della celebrazione di un matrimonio, del conferimento della cresima, nella celebrazione delle esequie, ecc.
Un accorgimento speciale va riservato al numero e alla composizione delle intenzioni. E' bene che non superino le 4 o 5 e siano previ, concise, circoscritte, in cui nucleo sia immediatamente percettibile. Quando si vuole dire troppo si sa quando si inizia, ma non si sa come si conclude!
Ricorda l'Ordinamento Generale del Messale Romano: "Le intenzioni che vengono proposte siano sobrie, formulate con una sapiente libertà e con poche parole ed esprimano le intenzioni di tutta la comunita". (71) Quante volte al termine di una intenzione non si riesce a capire o a ricordare per chi o per che cosa si è pregato!
Una seconda considerazione: sta diventando in certo senso frequente il fatto che le intenzioni siano composte da alcuni fedeli della comunità o dal gruppo liturgico parrocchiale.
Nulla di più bello! Ma ad alcune condizioni.
Invitare a pregare non è facile, e formulare proposte di preghiera ancora meno.
Chi si presta a questo servizio liturgico dovrebbe in primo luogo tener presente alcune fasi di preparazione:
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Occorre prendere il tempo necessario per leggere le letture del giorno e il Vangelo, affinché le intenzioni di preghiera siano nutrita della meditazione della Parola di Dio appena proclamata, diventando così una guida alla meditazione e un mezzo di catechesi. Lo ricordano Le Norme del Messale: “nella preghiera universale, o preghiera dei fedeli, il popolo, ”risponde in certo modo alla parola di Dio accolta con fede.
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Ciò consentirà di individuare il messaggio centrale della prima lettura e del Vangelo (solitamente collegati) a cui ispirare le intenzioni di preghiera. Due domande possono essere utili: Come la vita interpella la Scrittura? Come la Parola di Dio può illuminare la vita?
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Tenere conto dell'attualità che si verifica nel mondo, nel Paese, nella diocesi, nella parrocchia, verificando se si celebri qualche evento ecclesiale o civile di rilievo.
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Adattare le intenzioni alla capacità intellettiva dell’assemblea con una formulazione non complessa o troppo elevata. La formulazione della intenzione non è un esercizio accademico. È una supplica rivolta a Dio non un'esposizione di verità di fede o altri argomenti, né un notiziario.
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Formulare l’intenzione in forma sobria, composta con sapiente libertà e con poche parole. Con frasi brevi, chiare e semplici, in modo che abbiano più forza. Occorre ricordare sempre che l’assemblea perde facilmente il motivo della preghiera se l’intenzione è articolata con perifrasi e circonlocuzioni inconcludenti.
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Le intenzioni non dovrebbero superare il numero di 4. La quinta potrebbe esprimere il ricordo dei fedeli defunti per cui si offre il sacrificio della Messa.
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A questo riguardo si presti attenzione alla risposta dell’assemblea. Ossia, se il formulario prevede che la risposta sia, ad es: “Donaci il tuo Spirito”, questa invocazione corale non si adatta al ricordo dei defunti, per cui si inviti a rispondere: Ascoltaci, Signore, o simili.
Grande è la forza della preghiera. Non dimentichiamo mai che la preghiera consiste nell’instaurare un rapporto personale con Dio: è, incontrare lui, lasciarsi amare da Lui e rispondere al suo amore.
La preghiera è un vero cuore-cuore con Dio ed è al centro della vita di ogni cristiano. È un grande dono di Dio. Non si tratta di “pregare” come se fosse un dovere, ma di accogliere questo dono che ci viene fatto, in modo da poter rivolgerci a Dio come al nostro padre, per mezzo di Cristo nostro fratello e nostro amico, nella grazia dello Spirito Santo.
Anche la preghiera dei fedeli, incastonata nella grande Preghiera Eucaristica, diventi canto d'amore per Dio e solidarietà con i fratelli.
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