La Provvidenza di Dio

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Spesso i cristiani parlano di Dio con troppa leggerezza e con affermazioni tanto ambigue quanto poco cristiane che fanno cadere in discredito l'immagine stessa di Dio.
Non sono pochi i cristiani che parlano della "Provvidenza" di Dio identificandola praticamente con la casualità o la coincidenza, aggiungendo forse confusamente un qualcosa di sacro o di misterioso.
 
Altri vedono la "Provvidenza" di Dio, soprattutto in eventi imprevisti che preservano dalla sofferenza e dalle disgrazie o in colpi di fortuna che cambiano la nostra sorte e arrecano una maggiore prosperità e benessere.

Se ascoltiamo il messaggio di Gesù, scopriremo che dovremmo cristianizzare questa idea di Dio eccessivamente convenzionale e pagana.
Gesù credette certamente in un Dio Padre che non dimentica né abbandona le sue creature. Un Dio fedele la cui presenza amorosa e discreta il credente può percepire pur in mezzo alle vicissitudini della vita di tutti i giorni.
 
Il Catechismo della Chiesa Cattolica definisce con queste parola la Provvidenza: «Dio conserva e governa con la sua provvidenza tutto ciò che ha creato»…(302).  E continua: «La sollecitudine della divina Provvidenza è concreta e immediata; essa si prende cura di tutto, dalle più piccole cose fino ai grandi eventi del mondo e della storia». (303). Inoltre: «Cristo ci esorta all'abbandono filiale alla provvidenza del nostro Padre celeste» (322).
 
La nostra vita dipende radicalmente da Dio e proprio per questo motivo, la nostra esistenza deve essere sostenuta da una grande fiducia che, secondo Gesù, è l'opposto dell'angoscia tormentata e del timore sterile del futuro. «Non preoccupatevi per la vostra vita».

Questo significa che non dobbiamo preoccuparci del nostro futuro e proprio in momenti così critici come quelli che stiamo vivendo ora?
E', forse, la posizione più cristiana quella di vivere tranquilli e fiduciosi, sperando che Dio, nella sua "Provvidenza", intervenga in modo inatteso per cambiare il corso delle cose?

L’azione provvidente di Dio non significa che Dio agisca al di fuori delle leggi del mondo e delle decisioni degli uomini. Al contrario, la sua presenza attenta, discreta e rispettosa è il fondamento della nostra autonomia. Dio è così vicino a noi che ci permette di essere noi stessi.
 
Gesù, dopo averci invitati a vivere senza preoccupazioni non potevano avere parole più chiare. «Cercate, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta». La prima cosa che devono cercare i seguaci del Giovane Rabbi di Nazaret è «il regno di Dio e la sua giustizia»; il resto viene dop». Ciò significa che la fiducia nella provvidenza di Dio dobbiamo viverla come ricerca attiva della giustizia di Dio tra gli uomini.

In tempi di crisi come quello attuale, tutti noi tendiamo a cercare con ansia quello che ci sembra urgente e vitale. L’avvertimento di Gesù: «Non potete servire Dio e la ricchezza» mette in guardia contro gli effetti disumanizzanti di una società in gran parte consumistica e frivola che può anche ridurre l’amicizia e l'amore a rapporti di interscambio interessati. Dio non può governare il mondo ed essere Padre di tutti senza chiedere giustizia per coloro che sono esclusi da una vita dignitosa.
 
Chi pone al centro della propria esistenza unicamente i propri interessi materiali finirà per non conoscere l'amore. Mentre non c’è nulla di più importante e decisivo nella vita di un vero discepolo o nei progetti di una Chiesa fedeli al loro Signore.
 
Questa è la chiamata e la sfida di Gesù:
Non perdetevi d'animo.
«Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?».
Dio non si è dimenticato di voi.
Cercate con fede di attuare la sua giustizia.
Il resto verrà dato in aggiunta.