In vista delle elezioni europee 2024

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Le elezioni europee dell’8 e 9 giugno hanno, quest’anno una valenza del tutto speciale. Due guerre crudeli si combatto alle porte dell’Europa e la loro escalation potrebbe avere conseguenze imprevedibili e mondiali. Da tempo Papa Francesco sta parlando di una "terza guerra mondiale a pezzi"
 
Questo intervento non intende affatto orientare alla scelta di schieramenti politici. Ricordava il grande pontefice Benedetto XVI in Caritas in veritate: «La Chiesa non ha soluzioni tecniche da offrire e non pretende minimamente d'intromettersi nella politica degli Stati. Ha però una missione di verità da compiere, in ogni tempo ed evenienza, per una società a misura dell'uomo, della sua dignità, della sua vocazione … La fedeltà all'uomo esige la fedeltà alla verità che, sola, è garanzia di libertà e della possibilità di uno sviluppo umano integrale. Per questo la Chiesa la ricerca, l'annunzia instancabilmente e la riconosce ovunque essa si palesi. Questa missione di verità è per la Chiesa irrinunciabile. La sua dottrina sociale è momento singolare di questo annuncio: essa è servizio alla verità che libera». (CiV 9)
 
A partire da questi lucidi orientamenti formuliamo alcuni pensieri:
 
La partecipazione al voto
 
Il primo punto da considerare seriamente è quello della plebiscitaria partecipazione al voto. Tutti siamo chiamati a esprimere i 76 rappresentanti della Nazione Italiana al Parlamento Europeo. So bene che molti hanno riserve, perplessità, critiche nei confronti del Parlamento di Bruxelles. Eppure questo è il momento decisivo.
 
Non cediamo all’indifferenza che induce all’astensionismo, al giudizio sommario per cui “uno vale l’altro”.
 
Siamo tutti chiamati a esprimere il nostro voto ed eleggere responsabilmente i membri del Parlamento Europeo che rappresentino i nostri valori dell’umanesimo cristiano e che lavorino per il bene comune, nel nome dei principi della solidarietà e della sussidiarietà.
 
Chi eleggere?
 
Le guerre alle porte della nostra Casa europea e le oltre 40 dimenticate che si combattono nel mondo esigono che eleggano persone pacifiste. E’ indispensabile che il Parlamento Europeo sia formato da persone amanti della pace, convinti che «Nulla è perduto con la pace. Tutto è perduto con la guerra».
 
Dobbiamo, allora, essere sicuri e certi che la nostra scelta ricadrà su candidati che prima di tutto sapranno dire no alla guerra assurda e disastrosa; si alla pace giusta e possibile. No alla follia delle armi che guadagna nel distruggere, sì a chi metterà ogni impegno per cercare risorse per costruire e curare.
 
Per questo motivo occorre prepararsi a scegliere uomini e donne che siano voce sapiente e profetica che promuovano e difendano un'Europa unita nella diversità, forte, democratica, libera, pacifica, e giusta. Candidati capaci, onesti in politica protesi al bene comune del Continente e dei singoli Stati.
 
Non c’è futuro senza memoria storica
 
Le prossime elezioni europee non possono no riproporre alla memoria di ciascuno il fatto che l’Europa è nata dalle ceneri delle terribili guerre che hanno devastato il nostro continente nel secolo scorso, provocando grande dolore, morte e distruzione. È stato concepito con l'intento di garantire pace, libertà e prosperità.
 
Ciò è stato ottenuto grazie al coraggio e alla lungimiranza di persone quali Alcide De Gasperi. Konrad Adenauer, Robert Schuman, Jean Monnet che sono state in grado di superare le inimicizie storiche e creare qualcosa di nuovo per garantire e assicurare la pace.
 
Questo progetto, iniziato più di 70 anni fa, deve essere sostenuto convintamente e portato avanti attraverso nuovi protagonisti che noi indicheremo con il voto coscienzioso che depositeremo nell’urna.
 
Nuove sfide
 
Oggi l’Europa e l’Unione Europea stanno attraversando tempi difficili e incerti, con una serie di crisi e questioni difficili da affrontare nel prossimo futuro: l'aborto, l'eutanasia, la teoria del genere, sono chiari sintomi di una società che ha perso la sua bussola interiore e galleggia impotente nel mare tempestoso dei desideri umani, scosso e indebolito sotto ogni aspetto.
 
Ma senza alcun dubbio l’aspetto più preoccupante in Europa e nei Paesi vicini,  è quello della migrazione, del cambiamento climatico, dell’uso dell’intelligenza artificiale che certamente ha bisogno di una bussola etica, del nuovo ruolo dell’Europa nel mondo, dell’allargamento dell’Unione Europea e della modifica dei Trattati, ecc.
 
Per affrontare queste questioni cruciali alla luce dei valori fondanti dell’Unione europea e costruire un futuro migliore per noi stessi e per le prossime generazioni, abbiamo bisogno di uomini e donne coraggiosi, pacifisti, che perseguano prioritariamente la pace e il bene comune.
 
È nostra la responsabilità di scegliere le persone giuste che incarnino questi valori
 
Conclusione
 
Avremo giorni di pace?
Sarà possibile una società più giusta?
Sapremo costruire un’Europa dove sia desiderabile abitare e vivere insieme?
 
Andando a votare l’8 e il 9 giugno noi diremo: sì, sarà possibile, perché ciascuno di noi, secondo le proprie responsabilità, competenze e ruoli metterà mano adesso all’impresa di rendere il mondo un vero luogo di pace!

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