Imparare ad amare

<< Torna indietro



Mi è stato chiesto di riflettere sull’amore, anche alla luce di troppe manifestazioni di “amore malato” che finiscono in tragedia. Il dramma dei “femminicidi” fa comprendere quanto fragile sia l’amore.
 
Per l'occasione, ho ripreso in mano quel volumetto prezioso e sempre affascinante, nonché squisitamente pedagogico L’arte d’amare del mio antico maestro Erich Fromm. Nella mia giovinezza ho avuto la gioia e la fortuna di frequentare un ciclo di sue impagabili e indimenticabili lezioni.
 
Gli occhi sono ricaduti per l’ennesima volta sulla affermazione stringente: «nessuno crede che ci sia qualcosa da imparare, in materia d’amore. Questo atteggiamento si basa su parecchie premesse: la maggior parte della gente ritiene che amore significhi “essere amati”, anziché amare; di conseguenza, per loro il problema è come farsi amare, come rendersi amabili, e per raggiungere questo scopo seguono parecchie strade». E concludeva: «l’amore è un’arte così come la vita è un’arte: se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte …»
 
La memoria fa brutti scherzi e sono andato, con il ricordo, alla scena che mi si è presentata davanti agli occhi una domenica mattina alla fine della Messa che avevo appena celebrato. Uscendo dalla chiesa sono stato attirato dalla passione con cui un ragazzo baciava una ragazza. Vistomi arrivare i due hanno mollato la presa, e lui chiese a lei con voce piuttosto impostata: “Come ti chiami?”.
 
Mi sono allontanato senza “disturbare” (forse avevo già “disturbato” abbastanza), ma quella scena mi ha creato un senso di profonda amarezza. Quei due giovani stavano scambiando quello che in realtà doveva essere l’espressione nobile di un sentimento profondo senza nemmeno conoscere i loro nomi.
 
Il nostro desiderio di amare ed essere amati a volte ci porta a non porci limiti, a non dosare, a perderci in ciò che sentiamo e a perdere i riferimenti, addirittura non conoscendo la persona che abbiamo di fronte.
 
Probabilmente nessuno ci ha insegnato e ci insegna a essere amati, ad amare e a dare amore. Sembra che tutti dovremmo conoscere l’amore con quella lezione troppo silenziosa "imparata a casa". In verità, stiamo imparando l’amore mentre viviamo.
 
Va detto subito che non esistono manuali a riguardo, perché la verità è che i limiti e i modi di amare sono molto personali per ciascuno. Ma forse ha proprio ragione Erich Fromm: «l’amore è un’arte; se vogliamo sapere come amare dobbiamo procedere allo stesso modo come se volessimo imparare qualsiasi altra arte…».
 
Ma come si impara l’arte di amare?
 
Tutto sembra indicare che abbiamo alcune difficoltà e anche senza credere di averle, è sempre possibile migliorare e continuare a crescere nell’amore.
 
La parola amore presenta un uso diffuso o molto onnicomprensivo nella nostra lingua. La nostra cultura ritiene che l’amore sia un sentimento associato alle emozioni più importanti che gli esseri umani provano e che ha a che fare con il profondo affetto per un'altra persona. Quando parliamo di amore pensiamo che tutti intendano la stessa cosa; ma è facile rendersi conto che ognuno coniuga l’amore a modo proprio e spesso differente.
 
Iniziamo allora cercando di concordare su alcune idee che dovrebbero favorire il significato dell’amore al fine di evitare equivoci.
Consideriamo proprio che cosa non è amore. E non si scandalizzi alcuno se affermo che l’amore non è affetto, non è sentimento, né emozione, né attrazione fisica.
E aggiungiamo: chi rimane nella dimensione dell’affetto, del sentimento e della semplice attrazione fisica, non conosce l’amore.
 
Ci sono enormi differenze tra amore e sentimento.
L'affetto, a esempio, è un sentimento; ma l'affetto finisce, mentre l'amore è per natura sua infinito. 
L'amore non nasce per semplice attrazione, ma è una virtù interiore su cui  occorre lavorare.  
L’amore nasce dalla ragione e dalla volontà. Ecco perché l’amore è un’arte (l’arte d’amare!) che si apprende come qualsiasi altra arte. Infatti amare è voler scegliere.
 
Per questo:
·      Amore non è emozione. Le emozioni sono reazioni psicofisiologiche che si verificano spontaneamente e automaticamente e vengono sempre prima: senza emozione non c’è sentimento.
·       Amore non è sentimento: questo potrebbe, con rapidità, cambiare destinatario
·    Amore non è innamoramento: questo è uno stato emotivo che si limita a un insieme di sensazioni vissute sia mentalmente che fisicamente, che si verificano quando qualcuno ha una forte attrazione per un'altra persona. questo potrebbe, con rapidità, cambiare destinatario
·       Amore non è amicizia; questa è solo condivisione con molti soggetti differenti.
Il passo successivo è altrettanto interessante: La prima cosa per poter amare gli altri è amare sé stessi. Infatti, l’amore incomincia sempre dall’amare se stessi.
 
Solo quando una persona sarà capace di amarsi e di lasciarsi amare sarà capace di amare gli altri come sstessa. Perché se uno non ama se stesso, che cosa può offrire agli altri?
L’antica locuzione latina esprime molto bene il concetto: nemo dat quod non habet! E lo stesso Giovane Rabbi di Nazaret ha sentenziato nel Vangelo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso. Non c'è altro comandamento più grande di questi» (Mc 12, 31).
 
“Amare” senza saper amare fa male alla persona che vorremmo amare. Questa frase del monaco buddhista e vietnamita i Thich Nhat Hanh riassume indubbiamente una realtà più che evidente. La maggior parte di noi siamo piuttosto neofiti di una realtà in cui ci immergiamo per caso e senza saperlo, piena di bisogni ma priva di strumenti.
 
Parlare d’amore spesso vuol dire percorrere una serie di schemi culturali in cui pensiamo l'amore come una bella fiaba. Ci piace pensare di essere vittime delle frecce di Cupido, che la passione sia ciò che hanno vissuto gli eterni amanti della Verona di Shakespeare, e che ognuno di noi sia destinato a qualcuno attraverso il filo rosso del destino.
 
In verità poche dimensioni al mondo richiedono tanta responsabilità e discernimento quanto l'amore. Perché amare è compito di artisti preparati, non di sognatori fuorviati. Imparare ad amare richiede lavoro continuo dove lo sforzo e il buon lavoro non lasciano nulla al caso o alla fortuna.
 
Chi riesce ad apprendere l’arte di amare e amare in modo maturo e consapevole, comprende che amare non conosce condizionamenti.
 
Lo confesso: mi è sempre molto piaciuto il pensiero di San Paolo riferito nella Prima Lettera ai Corinti. In verità egli parla della carità. A me piace sostituire il fonema carità con la parola amore, e davvero ne scaturisce un itinerario anche pedagogico che favorisce l’arte d’amare. «L’amore è magnanimo, benevolo è l’amore; non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d'orgoglio, non manca di rispetto, non cerca il proprio interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia ma si rallegra della verità. Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta» (cfr. 1Cor 13,4-7).
 
L'amore è anzitutto preoccupazione attiva per la vita, è cura e ferma volontà di favorire la crescita di chi amiamo. L'amore nella "voce passiva" (essere amati) non è maturo. Essere amati è solo una conseguenza di due voci attive che gratuitamente e unidirezionalmente si dicono amore senza aspettarsi nulla in cambio.
 
Essere amato è il risultato della gratuità con cui il partner ama. E allora, quando si incontrano queste due gratuità l’amore diventa amarsi, prendersi cura l'uno dell'altro, rispettarsi, valorizzarsi, creare insieme, progettare insieme ...

 © Riproduzione Riservata