I magnifici 7
Alla riscoperta dei Sacramenti
Per la celebrazione del sacramento della riconciliazione

<< Torna indietro


 

Il discepolo di Cristo che, mosso dallo Spirito Santo, dopo il peccato si accosta al sacramento della Penitenza, deve anzitutto convertirsi di tutto cuore a Dio. Questa intima conversione del cuore, che comprende la contrizione del peccato e il proposito di una vita nuova, il peccatore la esprime mediante la confessione fatta alla Chiesa, la debita soddisfazione, e l'emendamento di vita. E Dio accorda la remissione dei peccati per mezzo della Chiesa, che agisce attraverso il ministero dei sacerdoti.
 
Importantissima è la parte del penitente nella celebrazione del sacramento: quando, debitamente preparato, si accosta a questo salutare rimedio istituito da Cristo, e confessa i suoi peccati, egli s'inserisce, con i suoi atti, nella celebrazione del sacramento, che si compie poi con le parole dell'assoluzione, pronunziate dal ministro nel nome di Cristo. In tal modo il fedele, mentre fa nella sua vita l'esperienza della misericordia di Dio e la proclama, celebra con il sacerdote la liturgia della Chiesa, che continuamente si converte e si rinnova.

Di fatto però la misura dell’effetto del sacramento è proporzionale alle disposizioni di chi lo riceve; non che queste disposizioni producano la grazia, che proviene esclusivamente da Dio, ma costituiscono la previa disposizione materiale: in maniera simile, il sole, nell’ordine fisico, riscalda più il metallo che il fango, perché il metallo è migliore conduttore di calore.
 
Leggiamo nel Catechismo della Chiesa cattolica: [i numeri fanno riferimento al Catechismo della Chiesa Cattolica]
 
1480 Come tutti i sacramenti, la Penitenza è un'azione liturgica. Questi sono ordinariamente gli elementi della celebrazione: il saluto e la benedizione del sacerdote; la lettura della Parola di Dio per illuminare la coscienza e suscitare la contrizione, e l'esortazione al pentimento; la confessione che riconosce i peccati e li manifesta al sacerdote; l'imposizione e l'accettazione della penitenza; l'assoluzione da parte del sacerdote; la lode con rendimento di grazie e il congedo con la benedizione da parte del sacerdote.
1.      La contrizione
E’ l’elemento essenziale della Confessione. Consiste nel rincrescimento interno, sommo, universale, soprannaturale di aver offeso Dio e di aver meritato i suoi castighi. Tra gli atti del penitente, occupa il primo posto la contrizione, che è il dolore e la detestazione del peccato commesso, con il proposito di non più peccare. Infatti al regno di Cristo noi possiamo giungere soltanto con la metànoia, cioè con quel cambiamento intimo e radicale, per effetto del quale l'uomo comincia a pensare, a giudicare e a riordinare la sua vita, mosso dalla santità e dalla bontà di Dio, come si è manifestata ed è stata a noi data in pienezza nel Figlio suo. Dipende da questa contrizione del cuore la verità della penitenza. La conversione infatti deve coinvolgere l'uomo nel suo intimo, così da rischiarare sempre più il suo spirito e renderlo ogni giorno più conforme al Cristo.
 
L'idea base della celebrazione del sacramento della riconciliazione è quella di sentirsi davvero pentiti.
Ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica:
 
1451 Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è « il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire».
1452 Quando proviene dall'amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta « perfetta » (contrizione di carità).
1453 La contrizione detta « imperfetta » (o « attrizione ») è, anch'essa, un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo. Nasce dalla considerazione della bruttura del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene la cui minaccia incombe sul peccatore (contrizione da timore).
 
« Mio Dio mi pento e mi dolgo con tutto il cuore dei miei peccati,
perché peccando ho meritato i tuoi castighi,
e molto più perché ho offeso te,
infinitamente buono e degno di essere amato sopra ogni cosa.
Propongo con il tuo santo aiuto di non offenderti mai più
e di fuggire le occasioni prossime di peccato.
Signore, misericordia, perdonami. »
2.      L’esame di coscienza
E’ la diligente ricerca dei peccati commessi contro Dio, il prossimo e noi stessi dopo l’ultima Confessione ben fatta.

1454 È bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un esame di coscienza fatto alla luce della Parola di Dio. I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nel Decalogo e nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli: il discorso della montagna, gli insegnamenti apostolici
A solo titolo indicativo:
Dopo aver invocato lo Spirito Santo chiediti che cosa hai fatto con piena consapevolezza e pieno consenso contro Dio e i comandamenti della Chiesa.
       Prego Dio tutti i giorni? Lo ringrazio per i doni che ha mi ha fatto?
       Ho messo la mia fede in pericolo attraverso letture contrarie alla dottrina cattolica o con discorsi e conversazioni equivoci?
       Ho partecipato a pratiche superstiziose: lettura della mano e forme di divinazione o magia?
       Ho giurato il nome di Dio invano? Ho forse maledetto o giurato il falso?
   Ho sempre partecipato alla Messa della domenica e dei giorni di precetto? Sto attento(a) durante la Messa? Ho osservato l'astinenza nei giorni prescritti?
       Ho sempre obbedito ai genitori e ai superiori? Rispetto la legge in sintonia con l’etica e la morale?
       Porto odio verso qualcuno? Provo sentimenti di vendetta? Ho forse negato il perdono a qualcuno? Ho mancato di rispetto?
       Mi sono ubriacato? Ho assunto delle droghe illecite?
       Ho acconsentito, consigliato, suggerito o partecipato attivamente a un aborto?
   Intenzionalmente ho guardato pornografia, intrattenendo pensieri impuri? Ho compiuto azioni o partecipato a conversazioni impure? Ho fatto ricorso a mezzi artificiali per impedire il concepimento?
       Sono sempre stato fedele nella vita matrimoniale? Ho avuto attività sessuali al di fuori del matrimonio?
       Ho rubato o danneggiato cose appartenenti ad altri? Sono stato onesto e leale nel commercio?
       Ho soddisfatto le esigenze dei poveri e rispettata la dignità degli altri?
    Ho mentito? Ho forse calunniato e diffamato altri? Ho mormorato? Ho parlato male di qualcuno? Ho ceduto alle chiacchiere e al pettegolezzo? Ho forse giudicato altri duramente in cose serie?
      Ho invidiato altre persone?
3.      La confessione dei peccati
E’ l’accusa dei propri peccati. Deve essere integra, sincera, chiara, per i peccati mortali. E’ bene confessare anche quelli veniali.
 
1455 La confessione dei peccati (l'accusa) … l'uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire.

1456 La confessione al sacerdote costituisce una parte essenziale del sacramento della Penitenza: È necessario che i penitenti enumerino nella confessione tutti i peccati mortali, di cui hanno consapevolezza dopo un diligente esame di coscienza.

1457 Secondo il precetto della Chiesa, «ogni fedele, raggiunta l'età della discrezione, è tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell'anno». Colui che è consapevole di aver commesso un peccato mortale non deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una grande contrizione, senza aver prima ricevuto l'assoluzione sacramentale.

1458 Sebbene non sia strettamente necessaria, la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa.
4.      L'assoluzione
La formula di assoluzione in uso nella Chiesa latina esprime gli elementi essenziali di questo sacramento: il Padre delle misericordie è la sorgente di ogni perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori mediante la pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito, attraverso la preghiera e il ministero della Chiesa:
 
«Dio, Padre di misericordia,
che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio,
e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati,
ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace.
E io ti assolvo dai tuoi peccati
nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
 
Al peccatore che nella confessione sacramentale manifesta al ministro della Chiesa la sua conversione, Dio concede il suo perdono con il segno dell'assoluzione; il sacramento della Penitenza risulta così completo di tutte le sue parti. Dio vuole infatti servirsi di segni sensibili per conferirci la salvezza, e rinnovare l'alleanza infranta: tutto rientra in quell'economia divina che ha portato alla manifestazione visibile della bontà di Dio, nostro Salvatore, e del suo amore per noi. Quindi per mezzo del sacramento della Penitenza il Padre accoglie il figlio pentito che fa ritorno a lui, Cristo si pone sulle spalle la pecora smarrita per riportarla all'ovile, e lo Spirito Santo santifica nuovamente il suo tempio e intensifica in esso la sua presenza.
5.      La soddisfazione e la penitenza
E’ la penitenza che ci impone il confessore alla quale ogni anima cristiana aggiunge l’offerta delle sue sofferenze quotidiane.

1459 Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige … L'assoluzione toglie il peccato, ma.. il peccatore deve ancora recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le proprie colpe: deve « soddisfare » in maniera adeguata o « espiare » i suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama anche « penitenza ».

1460 La penitenza che il confessore impone … può consistere nella preghiera, in un'offerta, nelle opere di misericordia, nel servizio del prossimo, in privazioni volontarie, in sacrifici, e soprattutto nella paziente accettazione della croce che dobbiamo portare.

© Riproduzione Riservata