Giubileo della Speranza MMXXV
La Porta Santa/2

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I riti di apertura della Porta Santa erano caratterizzati da alcuni elementi particolari. Mons. Piero Marini, che fu apprezzato maestro delle Cerimonie pontificie, in occasione del Grande Giubileo dell’Anno 2000 ricordò questi elementi: 

 

Il muro

 

Dal 1500 fino al 1975 la porta santa delle quattro basiliche romane era chiusa all’esterno da un muro e non da una porta. Al momento dell’apertura non venivano quindi aperte le valve di una porta, ma si abbatteva un muro: il Papa ne abbatteva una parte e i muratori completavano poi l’opera di demolizione. É ancora vivo il ricordo e l’apprensione avuta per i calcinacci caduti a pochi centimetri dal Papa Paolo VI al momento dell’apertura della porta santa nella Notte di Natale del 1974.

 

Il martello

 

Il Papa già nel Natale del 1499 usò il martello per battere tre colpi contro il muro che chiudeva la porta santa. Inizialmente veniva usato il martello dei muratori e i colpi dati non erano del tutto simbolici. Quasi subito però il martello divenne un oggetto artistico e prezioso. Nel 1525 il martello usato era d’oro e nel 1575 d’argento dorato con il manico di ebano.

 

La cazzuola

 

La cazzuola veniva usata dal Papa nel rito di chiusura. L’uso è attestato a partire del Natale del 1525. L’ultimo Papa che ne ha fatto uso è stato Pio XII nel rito di chiusura dell’anno santo del 1950.

 

I mattoni

 

L’uso di alcuni mattoni nel rito di chiusura della porta santa è attestato a partire dal Giubileo del 1500. Il cronista del Giubileo del 1423 scrive che "è tanta la devozione che le persone hanno nei mattoni e calcinacci, che subito quando la porta è smurata, a furia di popolo sono portati via e gli oltremontani se ne portano a casa come reliquie sante". 

 

Le monete

 

Anche l’uso di includere alcune monete nel muro della porta santa è attestato fin dal Giubileo del 1500. Inizialmente le monete erano semplicemente murate nella calce. A partire del 1575 esse vennero inserite in una cassetta metallica. Questo uso è tuttora in vigore.

 

L’acqua benedetta

 

L’uso dell’acqua benedetta è già previsto nel Rituale del 1525 per benedire le pietre e i mattoni che servono per la chiusura della porta santa. Successivamente se ne introduce l’uso anche per l’apertura della porta: i Penitenzieri, dopo l’abbattimento del muro, passano dei panni imbevuti di acqua benedetta sia sugli stipiti che sulla soglia. Tale rito è rimasto in vigore fino all’ultimo anno santo.

 

La porta di legno

 

All’esterno della basilica la porta santa era chiusa da un muro, mentre all’interno il muro era coperto da una semplice porta di legno. La porta veniva tolta prima dell’abbattimento del muro e rimessa subito dopo in quanto serviva da chiusura notturna quando non erano più consentite le visite dei pellegrini. Le semplici e disadorne porte di legno che vediamo ancora oggi chiudere dall’esterno le porte sante di S. Giovanni in Laterano, Santa Maria Maggiore e S. Paolo, erano le vecchie porte che fino al Giubileo del 1975 si trovavano davanti alla porta santa all’interno della basilica. Nella Basilica di S. Pietro invece l’ultima porta di legno, inaugurata da Papa Benedetto XIV nel 1748, venne sostituita, il 24 dicembre 1949, da una porta di bronzo benedetta da Papa Pio XII subito dopo l’apertura della porta santa.

 

Nel Natale del 1975 il rito di chiusura della porta santa venne modificato. Il Papa non usò più la cazzuola e i mattoni per dare inizio alla ricostruzione del muro ma chiuse semplicemente i battenti della porta di bronzo del 1950. La porta, che fino ad allora era stata all’interno della basilica, si venne così a trovare all’esterno come la vediamo ancora oggi. 

 

Il muro che chiudeva la porta all’esterno venne successivamente costruito all’interno della basilica e il 27 febbraio dello stesso anno vi venne murata la tradizionale cassetta con le monete e la pergamena che ne attestava la chiusura.

Il cambiamento introdotto nel rito di chiusura dell’anno santo del 1975 ha spostato l’attenzione dal muro alla porta. La porta santa è stata in tal modo arricchita dal profondo senso biblico, teologico, liturgico e pastorale che la porta ha nella storia della salvezza e nella storia della Chiesa, divenendo uno dei segni forti del Giubileo.
 

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