Giubileo della Speranza MMXXV
L’indulgenza giubilare
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L'indulgenza è uno degli elementi costitutivi dell'evento giubilare. In essa si manifesta la pienezza della misericordia del Padre che viene incontro a tutti con il suo amore. Nella Bolla di indizione dell'Anno Santo straordinario, papa Francesco ha spiegato il senso dell'indulgenza. “Il Giubileo porta con sé anche il riferimento all’indulgenza. Nell’Anno Santo essa acquista un rilievo particolare. Il perdono di Dio per i nostri peccati non conosce confini. Nella morte e risurrezione di Gesù Cristo, Dio rende evidente questo suo amore che giunge fino a distruggere il peccato degli uomini. Lasciarsi riconciliare con Dio è possibile attraverso il mistero pasquale e la mediazione della Chiesa. Dio quindi è sempre disponibile al perdono e non si stanca mai di offrirlo in maniera sempre nuova e inaspettata. Noi tutti, tuttavia, facciamo esperienza del peccato. Sappiamo di essere chiamati alla perfezione (cfr Mt 5,48), ma sentiamo forte il peso del peccato. Mentre percepiamo la potenza della grazia che ci trasforma, sperimentiamo anche la forza del peccato che ci condiziona. Nonostante il perdono, nella nostra vita portiamo le contraddizioni che sono la conseguenza dei nostri peccati. Nel sacramento della Riconciliazione Dio perdona i peccati, che sono davvero cancellati; eppure, l’impronta negativa che i peccati hanno lasciato nei nostri comportamenti e nei nostri pensieri rimane. La misericordia di Dio però è più forte anche di questo. Essa diventa indulgenza del Padre che attraverso la Sposa di Cristo raggiunge il peccatore perdonato e lo libera da ogni residuo della conseguenza del peccato, abilitandolo ad agire con carità, a crescere nell’amore piuttosto che ricadere nel peccato”. E aggiunge: “Vivere dunque l’indulgenza nell'Anno Santo significa accostarsi alla misericordia del Padre con la certezza che il suo perdono si estende su tutta la vita del credente. Indulgenza è sperimentare la santità della Chiesa che partecipa a tutti i benefici della redenzione di Cristo, perché il perdono sia esteso fino alle estreme conseguenze a cui giunge l’amore di Dio. Viviamo intensamente il Giubileo chiedendo al Padre il perdono dei peccati e l’estensione della sua indulgenza misericordiosa”. (22)
Che cos'è l'indulgenza
L’indulgenza manifesta la pienezza della misericordia del Padre che a tutti viene incontro con il suo amore espresso in primo luogo nel perdono delle colpe. Come dice la parola stessa l'indulgenza significa Amore indulgente, Amore misericordioso di Dio nei confronti dell'uomo peccatore.
L'indulgenza giubilare è detta plenaria perché è una grazia straordinaria che guarisce completamente l'uomo, facendone una nuova creatura.
L’espressione «indulgenza» è riservata ad una forma speciale dell’aiuto che la Chiesa offre ai fedeli per ottenere la salvezza, e questa ha una importanza sempre maggiore nella celebrazione degli Anni Santi. La dottrina delle indulgenze riguarda la remissione della pena temporale dovuta ai peccati già perdonati.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica al numero 1471 scrive: «L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa e applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi». «L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati». «Ogni fedele può acquisire le indulgenze [...] per se stesso o applicarle ai defunti».
La definizione pone in relazione tre realtà: la remissione o il perdono, il peccato, la Chiesa. La teologia cattolica insegna che ogni nostro peccato ha una duplice conseguenza:
• genera una colpa, che è rimessa dall'assoluzione sacramentale nella confessione, attraverso la quale il peccatore è rimesso allo stato di grazia e alla comunione con Dio. Assicura il Catechismo: “Il perdono dei peccati commessi dopo il Battesimo è accordato mediante un sacramento apposito chiamato sacramento della conversione, della confessione, della penitenza o della riconciliazione” (CCC 1486).
• comporta una pena, che permane anche oltre l'assoluzione. Infatti ogni peccato necessita una purificazione che si ottiene con una pena temporale, alla quale il peccatore è sottoposto nonostante il perdono ricevuto mediante la confessione.
La pena temporale esprime la condizione di sofferenza di colui che, pur riconciliato con Dio, è ancora segnato da quei “residui” del peccato che non lo rendono totalmente aperto alla grazia. In vista della guarigione completa il peccatore deve intraprendere un cammino di purificazione verso la pienezza dell’amore.
La pena temporale può essere scontata sulla terra con preghiere e penitenze, con opere di carità e con l’accettazione delle sofferenze della vita. Per estinguere il debito della pena temporale la Chiesa permette al fedele battezzato di accedere alle indulgenze. E proprio perché difficilmente possiamo presumere che in questa vita riusciremo a giungere a quella perfezione che ci permetterebbe di essere ammessi alla piena comunione con Dio immediatamente dopo il nostro trapasso, la Misericordia Divina prevede un tempo di purificazione anche dopo la nostra morte, in quella particolare condizione, (tradizionalmente chiamata Purgatorio), nella quale si troverà la nostra anima al termine del nostro esilio terreno e in attesa di giungere alla piena comunione con Dio.
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