Dilexit nos
Capitolo III
Questo è il cuore che tanto ha amato
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LETTERA ENCICLICA
DILEXIT NOS
DEL SANTO PADRE
FRANCESCO
SULL’AMORE UMANO E DIVINO
DEL CUORE DI GESÙ CRISTO
In questo capitolo dell'enciclica Dilexit Nos, Papa Francesco mostra la riflessione della Chiesa sul santo mistero del Cuore del Signore. Egli sostiene che la devozione al Cuore di Cristo non è il culto di un organo separato dalla persona di Gesù.
Ciò che contempliamo e adoriamo è Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo. La devozione al Cuore di Cristo non è il culto di un organo separato dalla Persona di Gesù. Ciò che contempliamo e adoriamo è Gesù Cristo intero, il Figlio di Dio fatto uomo, rappresentato in una sua immagine dove è evidenziato il suo cuore. In questo caso il cuore di carne è assunto come immagine o segno privilegiato del centro più intimo del Figlio incarnato e del suo amore insieme divino e umano, perché più di ogni altro membro del suo corpo è «l’indice naturale, ovvero il simbolo della sua immensa carità (48)
Ci relazioniamo nell’amicizia e nel culto con la persona di Cristo, attratti dall’amore che è rappresentato a immagine del suo Cuore. E chiarisce che vedremo quell’immagine che lo rappresenta, ma il culto si rivolge solo al Cristo vivente, nella sua divinità e in tutta la sua umanità, per farci abbracciare dal suo amore umano e divino.
Papa Francesco ritiene che nessuno dovrebbe pensare che questa devozione possa separarci o distrarci da Gesù Cristo e dal suo amore; poiché, in effetti, Cristo con il cuore trafitto e ardente, è lo stesso che è nato a Betlemme per amore.
Aggiunge che l’immagine di Cristo con il suo cuore non è qualcosa di inventato su una scrivania o progettato da un artista. E ricorda che, per ogni spiegazione scientifica, una mano posta sul cuore di un amico esprime un affetto speciale.
Tuttavia, Papa Francesco sottolinea l’importanza che il cuore non sia isolato, ma che faccia parte di un’immagine di Gesù Cristo... Si capisce così perché la Chiesa abbia proibito rappresentazioni dell’unico cuore di Gesù o di Maria da porre sull’altare. Ebbene, l’immagine del cuore dovrebbe riferirsi a tutto Gesù Cristo al suo centro unificante.
Allo stesso modo, il Papa sottolinea che mentre l’Eucaristia è una presenza reale che è adorata, in questo caso è solo un’immagine che, pur benedetta, ci invita ad andare oltre, ci guida ad elevare il nostro cuore a quello di Cristo vivo e ad unirlo a Lui.
Papa Francesco cita poi i Padri della Chiesa e le riflessioni di diversi santi, tra cui san Giovanni Damasceno, che ha ritenuto che questa reale esperienza affettiva di Cristo nella sua umanità sia un segno che ha assunto in pieno e non in parte la nostra natura, per redimerla e trasformarla interamente.
Egli sottolinea che, tuttavia, non dobbiamo rimanere solo a livello di sentimenti umani, per quanto belli e commoventi possano essere, perché contemplando il Cuore di Cristo riconosciamo come nei suoi nobili e sani sentimenti, nella sua tenerezza, nel tremito del suo affetto umano, si manifesta tutta la verità del suo amore divino e infinito.
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