Cristo al centro

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Non siamo troppo abituati a un linguaggio così apocalittico, con immagini così sconvolgenti per prefigurare gli ultimi giorni, nonché la futura venuta del Signore.Il vangelo di questa domenica 33.ma del tempo ordinario, infati, parla di un futuro che supera le nostre categorie; di forze della natura che spaventano. Ma non dobbiamo temere! Esse non chiudono la porta alla speranza, perché dietro tutto questo c'è il Signore, che ci salverà. 
 
L’insegnamento è a non restare alla lettera della descrizione degli eventi finali, delle disgrazie e delle catastrofi, ma fissare lo sguardo sulla verità significata: l'unica cosa certa e che rimarrà è il Signore. 
 
Nella pericope evangelica narrata da Marco la speranza domina la scena; infatti ci viene offerto un cammino di serenità e di pace nella contemplazione dell'immagine del Figlio dell'uomo, Gesù Cristo, che «verrà con grande potenza e gloria». 
 
Gesù Cristo è il centro della nostra attenzione; lui adempirà le antiche profezie. Questo è il vero evento che, in mezzo agli sconvolgimenti del mondo, rimane come una notizia che dona serenità e stabilità. 
 
E questa notizia impegna Gesù Cristo in prima persona: Lui assicura serenità e conforto, sicurezza e pace: «Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno».
 
Tutto ha una data di scadenza. Tutto è relativo; solo Dio, solo le sue parole sono assolute. Ecco perché anche se tutto sfugge dalle mani come la sabbia sulla spiaggia tra le dita di un bambino, l'ultima Parola sulla nostra esistenza è Dio
 
Gesù non si comporta come un veggente, che si dedica a spaventarci con messaggi e parole di eventi apocalittici: no, proprio il contrario. 
 
È vero che le prime comunità cristiane avvertivano come una preoccupazione reale la fine del mondo, in quanto pensavano che fosse cosa immediata. Tuttavia, prendendo atto che nulla di drammatico accadeva, il fattore tempo ha giocato un ruolo negativo nell'attesa, tanto che l'evangelista san Luca ha affrontato questa realtà spiegando che il tempo è relativo, che è qualcosa di secondario nel quadro generale della storia della salvezza. E, come soluzione a queste preoccupazioni, ha messo direttamente a confronto il cristiano con la sua storia, con il suo oggi di ogni giorno. 
 
La parusia non è più un evento imminente ma una realtà trascendente, capace di manifestarsi in qualsiasi momento imprevisto nel futuro. Ciò significa che dobbiamo essere sempre preparati all'incontro con il Signore.
 
Nella prima venuta che si è fatta nostra nel tempo, ci ha portato la sua grazia, la sua Parola e la speranza di salvezza. Nella sua seconda venuta, il Signore ci offrirà l'eternità, ci giudicherà sull'uso che abbiamo fatto della sua grazia, se abbiamo ascoltato e custodito la sua Parola. 
 
Nello spazio che si crea dal nostro oggi fino alla parusia c'è anche il tempo della salvezza. Il Signore è l'alfa e l'omega, il principio e la fine; è la fonte di tutte le cose buone. Tutta la nostra vita è orientata verso di Lui, verso la sua suprema venuta alla fine del mondo. La nostra storia va incontro al Signore Gesù; camminiamo, a volte stancamente, ma da Lui chiamati a eternità.
 
La Parola di questa domenica, ci richiama alla virtù della pazienza, della speranza e della vigilanza. Siamo invitati non tanto a pensare al tempo e agli eventi che «solo il Padre conosce», ma a confidare nella potenza dello Spirito Santo, che non mancherà mai e che ci sosterrà nel nostro pellegrinaggio, «nell’attesa che si compia la beata speranza e venga il nostro Signore Gesù Cristo».
 
Nessuno si perderà nel deserto del cosmo e della materia: Lui ci salverà, non per i nostri miseri meriti, ma per la sua infinita misericordia.
 
Ecco perché è consolante cantare con Santa Teresa d’Avila:
 
«Niente ti turbi, niente ti spaventi.
Chi ha Dio, non manca di nulla.
Niente ti turbi, niente ti spaventi.
Solo Dio basta
».
 
Nella fede, sostenuta da una preghiera vigile, attendiamo che il Signore bussi alla porta non tanto per porre fine a questa nostra esistenza, ma per introdurci nella vita che non avrà fine, con Lui, per sempre.
 
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