Credere non è irrazionale

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Il rapporto tra fede e ragione costituisce una seria sfida per la cultura attualmente dominante nel mondo occidentale. Ai nostri giorni, esisterebbero numerosi battezzati che pur affermando di credere in Cristo, incomprensibilmente non credono, non lo cercano, non lo incontrano, non lo vivono.

Ammirano Gesù per la sua indiscussa capacità leaderistica, per la sua vita condotta in povertà, per la sua sapienza, ma non dimstrano interesse al fatto che egli sia il Figlio di Dio, il Messia, il Signore della storia, l’unico Salvatore dell’uomo.

Questa visione della persona di Gesù Cristo rivela una profonda incongruenza poiché, mentre si ammette una pagina del Vangelo, se ne negano altre senza alcun fondamento scientifico.

Altri, al fine di giustificare la propria incredulità o il proprio eccletticismo religioso, affermano che la fede in Gesù Cristo è qualcosa di “irrazionale”.
Secondo le proprie idee, sarebbe razionale – e per tanto ammissibile – solo quello che si può provare o dimostrare scientificamente.

Coloro che ragionano così riducono l’uso della ragione alle sole verità scientifiche e matematiche, dimenticando in tal modo che la ragione ha differenti usi e, per tanto, l’irrazionale consiste proprio nel ridurre la ragione a un solo uso.

Coloro che riducono le funzioni della ragione umana unicamente al postulato scientifico dovrebbero considerare che ciò che supera le capacità della ragione scientifica non è per questo irrazionale.

Se così fosse si dovrebbe ammettere che esistono distinte dimensioni dell’essere umano per le quali le persone si giocano il presente e il futuro dell’esistenza e per le quali non si hanno risposte convincenti non potendole dimostrare scientificamente.

La tendenza a considerare vero solo lo sperimentabile costituisce una limitazione della ragione e produce schizofrenia....Urge riscoprire la razionalità umana aperta alla luce del Logos divino.

Quando la fede è autentica non mortifica libertà e ragione umana. Fede e ragione non devono avere paura reciproca. Incontrandosi e dialogando possono esprimersi al meglio".

La realtà ci dice che quando l’essere umano cerca di rispondere alle domande ultime, quali il senso della vita, del dolore, della sofferenza, della morte e di ciò che ci attende dopo la morte, le risposte scientifiche sono sempre molto limitate, o addirittura assumono scarsa rilevanza.

Se non esistesse la fede e le convinzioni religiose non riusciremmo a dare risposte convincente a tali questioni. Per questo i credenti sono persuasi e sostengono che non esiste opposizione tra fede e ragione.
La fede non impedisce di pensare e di ragionare.

Anzi: fede e ragione, non sono da separare né da contrapporre, ma piuttosto devono sempre andare insieme. Come ha scritto S. Agostino dopo la sua conversione, fede e ragione sono “le due forze che ci portano a conoscere”(
Contra Academicos,III, 20, 43).

La ragione umana non perde nulla aprendosi ai contenuti della fede. La fede non impedisce di pensare e di ragionare. Al contrario, eleva la nostra intelligenza e invita a utilizzarla. Quand’anche la fede superasse la capacità razionale dell’uomo senza dubbio non andrebbe mai contro la ragione.

E la ragione, peraltro, sente e scopre che, oltre a ciò che ha già raggiunto e conquistato, esiste una verità che non potrà mai scoprire partendo da se stessa, ma solo ricevere come dono gratuito.

La fede suppone la ragione e la perfeziona, e la ragione, illuminata dalla fede, trova la forza per elevarsi alla conoscenza di Dio e delle realtà spirituali. Per questo il cristiano trova nella rivelazione divina proposte cariche di senso e di significato per sviluppare la propria personalità e per fondare il presente e il futuro nella sua esistenza, tanto nel comportamento personale, quanto nelle relazioni sociali.

La verità della Rivelazione purifica la ragione e la innalza, permettendole così di dilatare i propri spazi per inserirsi in un campo di ricerca insondabile come il mistero stesso.

La fede in una persona o in evento storico a partire dalla testimonianza e dalla autorità di alcuni testimoni non è irrazionale. E’ il modo normale di conoscere.

Per esempio: tutti consociamo e scopriamo cose nuove quando ci fidiamo di cià che dicono i nostri genitori o i nostri veri amici. Fidandosi di essi non andiamo contro la ragione, ma la potenziamo!

Questo metodo di conoscenza attraverso i dati riferiti da testimoni aiuta a vivere la vita con pienezza di senso e a stabilire relazioni amicizia, a progredire nella fiducia e nell’amore verso gli altri.

Possiamo concludere afermando che: La ragione umana non perde nulla aprendosi ai contenuti di fede, anzi, questi richiedono la sua libera e consapevole adesione.

Sono due le ali per volare alto: Fides et ratio = Fede e ragione!



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