Battesimo: Stop a padrini e a madrine improvvisati

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In molte diocesi italiane si va ”sospendendo” le figure del padrino e della madrina sia nei battesimi che nelle cresime.

È convinzione della Conferenza Episcopale Italiana e dei singoli Vescovi diocesani che nell'odierno contesto socio-ecclesiale l'ufficio dei padrini e delle madrine, per lo più, abbia perso il suo valore originario.

In verità è da premettere che la presenza di queste figure è indicata come non obbligatoria dal Codice di Diritto Canonico. 

 

La secolare tradizione della Chiesa vuole che padrino o madrina accompagnino il battezzando o il cresimando perché gli siano di aiuto nel cammino della fede.

Nell’odierno contesto socio-ecclesiale la presenza dei padrini e delle madrine risulta spesso una sorta di adempimento formale o di consuetudine sociale, in cui rimane ben poco visibile la dimensione della fede. A ciò si aggiunga la situazione familiare complessa e irregolare di tante persone proposte per assolvere questo compito rende la questione ancora più delicata. 

 

La Chiesa Cattolica Italiana, a partire dal 2021, ha avviato una riflessione interna per dibattere sulla figura delle madrine e dei padrini; e la decisione di abolirle parte proprio da questa domanda: chi sono realmente coloro che portano in chiesa i neonati durante il rito del battesimo o accompagnano i ragazzi al momento della cresima? Amici di famiglia o parenti stretti sono le prime persone che vengono in mente quando si immaginano madrine e padrini, ma che nel concreto non fanno quello che le figure dovrebbero fare.

 

In buona sostanza il ruolo di padrino e madrina ha perso valore, senso e significato.

Generalmente queste persone esercitano un ruolo assolutamente formale o di consuetudine sociale: non di rado si dileguano dopo la celebrazione del sacramento e non seguono il cammino di crescita umana e spirituale dei bambini. Mentre dovrebbero prendere per mano i piccoli e insegnare loro le tappe della fede, affiancando nella catechesi i genitori. 

 

Quante volte è capitato di incontrare un parino o una madrina che non ha mai frequentato la Chiesa? E magari al sacerdote si sono autodichiarati cristiani praticanti, visto che un pastore non sempre conosce i particolari della vita di ciascuno e che prima ancora non è un investigatore.

 

Per essere padrini e madrine non è sufficiente essere dei buoni amici di famiglia, o dei parenti più o meno stretti se poi manca tutto il resto, e cioè l'impegno costante e convinto a seguire il fanciullo negli anni della catechesi che riceverà, e nella cresima invece diventa colui che deve accompagnare i primi passi nella vita cristiana del Confermato. Si pensi che nel Battesimo di un bambino, Padrino o Madrina hanno anche il compito di pronunciare in sua vece le promesse battesimali.

 

Insomma: quando i genitori di un bambino scelgono per lui o per lei il Padrino o la Madrina di Battesimo, dovrebbero tenere ben presente che, al di là del rapporto di amicizia che li lega a questa persona, occorre che si tratti di qualcuno che abbia i requisiti necessari per affiancare loro figlio per tutta la vita.

 

Perché è questo che dovrebbe fare un Padrino o una Madrina: camminare al fianco del piccolo/a, offrendogli un sostegno spirituale e un modello di vita cristiana che possa ispirarlo e aiutarlo in ogni momento.

Per questo sarà fondamentale che i padrini partecipino attivamente alla vita religiosa e alle attività della parrocchia, che ricevano con regolarità l’eucarestia, che possano essere un esempio per il ragazzo o la ragazza a diventare un adulto responsabile e un cristiano devoto.

 

La Chiesa ha normato nel Codice di Diritto Canonico (cann. 872-874 e cann. 892-893) il compito del padrino e/o della madrina. Nel caso del sacramento del battesimo è chiamato a cooperare con i genitori affinché il battezzato conduca una vita cristiana conforme al battesimo adempiendone fedelmente gli obblighi.

 

Nel caso del sacramento della confermazione, l’impegno dei padrini è quello di provvedere che il confermato si comporti come vero testimone di Cristo.

 

Ma la Legge della Chiesa stabilisce, altresì, le condizioni affinché si possa essere ammessi all'incarico del padrinato. È richiesta:

·       l’attitudine e l’intenzione di esercitare l’incarico;

·  l’età minima di sedici anni, salvo deroghe ed eccezioni;

·  aver ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana;

·  avere una conformità e un a coerenza di vita alla fede;

·  essere persone in situazione coniugale regolare secondo le leggi della Chiesa;

·  non essere persone sposate solo civilmente, conviventi, divorziate, separate ma conviventi con un altro partner.


Il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 1255) ricorda che i padrini e le madrine, che sono chiamati a svolgere una funzione ecclesiale (officium), devono essere credenti solidi, capaci e pronti a sostenere nel cammino della vita cristiana il neo-battezzato, bambino o adulto.

 

Per quanto riguarda la Confermazione, il n. 1311 del CCC, nell’affermare l’opportunità della loro presenza, esprime la preferenza per una continuità nell’incarico, anche con l’obiettivo di rafforzare il legame teologico tra i sacramenti dell’iniziazione cristiana.

 

Tutto ben considerato occorre ammettere con sereno coraggio che l’ufficio di padrino nei due sacramenti del battesimo e della confermazione ha perduto il suo significato originario limitandosi a una presenza liturgica puramente formale alla quale non segue l’accompagnamento del battezzato e del cresimato nel cammino di crescita umana e spirituale.

 

Diciamolo onestamente: quando mai si son visti i padrini del terzo millennio cooperare affinché il battezzato conduca una vita cristiana?
Al contrario si scelgono spesso persone per ragioni affettive, di parentela, di convenienza sociale che poco hanno a che fare con la formazione cristiana. Quando addirittura si ammetto all’ufficio di padrino persone separate o divorziate in netto contrasto con il vero ruolo del padrinato.

 

I Vescovi hanno proprio ragione. Meglio affidare i bambini e i ragazzi alla comunità ecclesiale.

 

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