7 domenica per annum
Chiamati a perfezione

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Anche questa settimana, come ogni domenica, dopo l'ascolto della Parola di Dio, siamo invitati a guardarci nello specchio di Cristo, per ascoltare e accogliere la sua Parola viva, guida, che ci propone le caratteristiche dell'essere e dell'agire come Cristiano. 

 

Il Signore Gesù ci ha chiamati a seguire il suo stile di vita e la sua missione, e ad allontanarci risolutamente dalle influenze del mondo che, con le sue seduzioni, finiscono per contagiarci con odio, vendetta o risentimento. 

 

Coloro che seguono il Signore hanno ben chiaro che il loro stile di vita è definito dall'amore e che amare gli altri, perdonare, guarire e servire, come Gesù ci insegna, porta ad essere compassionevoli e misericordiosi. 

 

L'amore e la carità verso il prossimo appaiono come una conseguenza assolutamente legata alla nostra fede in Dio. 

Gesù, nel vangelo, ha specificato nei dettagli questa legge dell'amore.

 

Prestiamo attenzione al Vangelo di questa domenica, alle parole del Giovane Rabbi di Nazaret, perché ci inducano a imparare ad amare veramente e a cercare di vincere il male con il bene, a porgere l'altra guancia, a dare via la tunica e a camminare con colui che ti estorce non solo un miglio, ma due. 

 

Queste espressioni che compaiono nel vangelo sono tipiche del nuovo stile. L'amore è donarsi gratuitamente e dice relazione, fratellanza, vicinanza agli altri. Si tratta di stabilire un tipo di relazione in cui l'amore supera tutti i limiti e tutte le previsioni di risposta. 

 

Cristo non ci insegna solo uno stile civile di convivenza, ma uno stile chiaramente superiore: uno stile basato sull'amore gratuito, disinteressato, qualcosa che questo mondo non offre esattamente.

 

Ciò che ci permette di capire Dio e comprendere il messaggio di Gesù è ciò che Egli ci ha rivelato: che Dio è un Padre buono (Deus caritas est!), che si prende cura di ognuno di noi; ma anche ci corregge e ci aiuta ad allontanarci dalle cattive strade, come il rancore o la vendetta. 

 

Il Signore ci vuole pacifici e pacificatori, non violenti o vendicativi. L'esempio più bello è quello di Gesù stesso, quando negli eventi della sua Passione è stato schiaffeggiato e non ha risposto violentemente, ma ha domandato con calma perché lo picchiavano, che male aveva fatto. 

 

Nel Vangelo il nostro atteggiamento fraterno verso gli altri è motivato dallo sguardo rivolto a Dio: così sarete “figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti£”,

 

Gesù morì chiedendo a Dio di perdonare coloro che lo stavano uccidendo. Dio ci insegna a vincere l'offesa con l'amore, non con un'altra offesa.

 

Gesù, nella sua missione ha inteso additarci e scoprire la realtà, il modo di essere, il modo di agire e di sentire di Dio. Lo ha chiamato Padre. E noi, fratelli di Gesù siamo figli di Dio! 

 

Questa rivelazione di Gesù è così grande e così semplice, ma quanto è difficile per noi comprenderla! 

Il giorno in cui arriveremo alla convinzione di chi siamo, saremo in grado di relazionarci come fratelli pronti a perdonare anche ai nostri nemici e pregare per coloro che ci perseguitano.

 

In tal modo percorreremo la strada della santità che è la strada dell’essere “perfetti come è perfetto il Padre che è nei cieli”.

 

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