2 Lettera di san Paolo apostolo ai Tessalonicesi

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Premessa

Questa riflessione non ha la pretesa di essere un approfondimento scritturistico-esegetico, ma solamente uno strumento catechistico/pastorale, attraverso il quale provocare nel lettore il desiderio di conoscenza e l’interesse per scoprire le meraviglie degli scritti dell’Apostolo Paolo. 

Poiché la Comunità di Tessalonica non cresceva nella nuova fede, non sorprende che iniziassero a svilupparsi problemi nella Chiesa. Alcuni si erano fatti l’idea che il ritorno di Gesù Cristo sarebbe stato cosa immediata. Molti avevano addirittura lasciato il lavoro proprio in considerazione del fatto che la seconda venuta di Cristo fosse imminente. Altri erano confusi dalla morte dei propri cari credenti, non conoscendo con certezza la loro situazione al ritorno di Cristo. Altri ancora vivevano con noncuranza o erano deboli nella loro fede.


Poiché l'amore tra Paolo verso i credenti di Tessalonica era forte e reciproco, a causa del suo profondo interesse per la loro crescita spirituale e del forte desiderio di rivederli, l'apostolo scrisse e inviò la 2 Lettera ai Tessalonicesi. La scrisse alla fine del 50 d.C. o all'inizio del 51 d.C. da Corinto, durante il suo secondo viaggio missionario accompagnato da Sila e Timoteo.
 

La Seconda Lettera ai Tessalonicesi presenta un parallelo piuttosto sorprendente e importanti analogie con 1Tessalonicesi. La lingua ha frasi ed espressioni correlate. Il tema centrale è lo stesso in entrambe le lettere: la seconda venuta di Cristo, la sua imminenza e i segni che la precederanno, ma la Seconda sviluppa in modo più ampio il tema del ritorno del Signore.

 

La lettera inizia con una benedizione e una preghiera per la chiesa di Tessalonica. Paolo li ringrazia per la loro perseveranza e la loro fede, e dice loro che le loro sofferenze e tribolazioni sono la prova della loro giustizia davanti a Dio.

Nel capitolo 2, Paolo si riferisce alla seconda venuta di Cristo e chiede loro di non lasciarsi ingannare da false teorie secondo cui il giorno del Signore è già arrivato.

 

La chiesa di Tessalonica aveva ancora qualche malinteso sul Giorno del Signore. La seconda lettera non aggiunge nulla riguardo alle modalità della venuta di Cristo e della risurrezione dei giusti, quindi la prima lettera deve aver istruito la chiesa riguardo a quegli argomenti. Accanto a quell'insegnamento, però, l'apostolo aveva sottolineato la necessità di prepararsi al grande giorno del ritorno del Signore e di vivere quotidianamente tenendo sempre conto della seconda venuta di Cristo.

Questa enfasi sul secondo avvento sembra essere stata intesa da molti come un'indicazione che Paolo si aspettava che il ritorno del Signore fosse quasi immediato. Pertanto si affrettò a spiegare che non intendeva dire una cosa del genere, e ricordò ai suoi lettori che l'apostasia doveva venire prima, come aveva insegnato loro personalmente, seguita dall'apparizione dell'anticristo.

 

Nel capitolo 3 Paolo affronta l'importanza dell'opera e del dovere dei credenti. Paolo è grato per il passato. Loda i Tessalonicesi per la realtà e la reputazione della loro fede. Paolo passa in rassegna il ministero fedele della sua squadra tra loro. Sottolinea il carattere esemplare che avevano dimostrato, rispondendo così alle false accuse di alcuni intrusi che si opponevano a lui. Ricorda loro che chi non vuole lavorare, non deve mangiare. Li esorta anche a non stancarsi di fare il bene e ricorda loro che Dio è il Dio della pace e dell'amore, e che devono accogliere coloro che hanno bisogno del suo aiuto.
 

Il risultato del suo ministero fu eccezionale nonostante la continua persecuzione dei credenti. Il desiderio di Paolo di trascorrere più tempo tra loro lo motiva a mandarvi Timoteo. Sulla base della notizia entusiasta che Timoteo gli ha portato, Paolo prega per loro.


Nei capitoli finali Paolo anticipa il futuro e prepara i credenti di Salonicco in diversi modi. Ricorda loro che la grazia del Padre e del Figlio è ciò che sostiene i credenti mentre attendono il ritorno promesso di Cristo per i suoi santi (1:1; 5:28). Questo pensiero è menzionato alla fine di ogni capitolo.


Poi vengono specificati gli atteggiamenti dei cristiani, si chiedono preghiere per Paolo e i suoi collaboratori, si sottolineata la necessità di mantenere la purezza morale e l'amore fraterno.


Ricorda loro anche di non ritornare a pratiche pagane; mette in guardia la comunità contro alcuni che conducono una vita indisciplinata o che giustificano l’ozio e la pigrizia soprattutto se apparentemente basata su false idee sulla venuta del Signore. Li aveva già ammoniti nella sua prima lettera, e ora dà loro ordini e li ammonisce nel Signore.


Paolo ha parole di conforto riguardo ai cari defunti e da precise indicazioni riguardo al Giorno del Signore. Infine l’Apostolo esorta la Comunità a essere di esempio, ad avere il giusto atteggiamento nei confronti dei capi e a prendere decisioni appropriate in situazioni difficili.

La 2 Lettera ai Tessalonicesi si conclude con un breve commiato. I suoi saluti finali comprendono una benedizione e un riferimento alla fedeltà del Signore che supera sempre quella dei credenti.  

 

In sintesi la 2 Lettera ai Tessalonicesi sottolinea l'importanza della pazienza, della fede e della perseveranza dei credenti fino alla seconda venuta di Gesù Cristo. Esorta anche i credenti a non lasciarsi ingannare dalle menzogne del mondo e a continuare a lavorare diligentemente e a fare del bene agli altri.


Attraverso questa lettera, Paolo mostra loro l'amore e la compassione che Dio ha per il Suo popolo e la certezza che Egli ritornerà per radunarci nel Suo regno eterno.

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