30.ma domenica per annum
«La misura dell'amore è amare senza misura»
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✠ Dal Vangelo secondo Matteo 22,34-40
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». +++
La religione cristiana risulta a non poche persone un sistema religioso di difficile e ardua comprensione e, soprattutto, un quadro di leggi troppo complicato per vivere correttamente da figli di Dio. I cristiani non dovrebbero, invece, concentrare la loro attenzione anzitutto sulla osservanza dell'essenziale dell'esperienza cristiana?
In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti». +++
La religione cristiana risulta a non poche persone un sistema religioso di difficile e ardua comprensione e, soprattutto, un quadro di leggi troppo complicato per vivere correttamente da figli di Dio. I cristiani non dovrebbero, invece, concentrare la loro attenzione anzitutto sulla osservanza dell'essenziale dell'esperienza cristiana?
I Vangeli hanno registrato la risposta che Gesù ha dato a un esperto della Legge che a nome di differenti movimenti gli aveva chiesto quale fosse il comandamento grande nella Legge. Le controversie venivano poste a Gesù dai sadducei, cioè i sacerdoti (cf. Mt 22,23); dai farisei (cf. Mt 22,15), un movimento laicale estremamente legato alla Torah, cioè alla Legge; dagli erodiani, ossia i partigiani di Erode (cf. ibid.); dagli interpreti delle Scritture.
Questa volta posero al Maestro un interrogativo motivato dall’esigenza di sintetizzare i 613 precetti (365 negativi e 248 positivi) presenti nella Scrittura oltre alle dieci Parole date da Dio a Mosè, così da cogliere l’essenziale della volontà di Dio rivelata nella Torah e nei Profeti. «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Tale domanda era, però, viziata alla radice da un’intenzione malvagia, già annotata più volte nel corso del vangelo: «Interrogò [Gesù] per metterlo alla prova», per tentarlo e sorprenderlo in fallo nelle sue parole…
Gesù, pur accorgendosi della doppiezza del suo interlocutore, non lo ripagò con la stessa moneta, ma gli rivolse una parola franca e leale riassumendo i dati essenziali della Legge in due grandi princìpi. Il primo: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente». Il secondo: «Amerai il tuo prossimo come te stesso».
Il Maestro compì un’importante innovazione: al versetto del Deuteronomio relativo al comandamento dell’amore di Dio ne accostò uno tratto dal libro del Levitico: quello dell’amore per il prossimo (Lv 19,18).
E concluse: «Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».
Secondo il discernimento di Gesù amore di Dio e del prossimo sono in una relazione inscindibile tra loro. In tal modo, la prassi dell’amore è il compimento della Scrittura e il modo più semplice e completo per tradurre nella nostra esistenza personale quell’amore che ha spinto Dio a entrare in relazione con noi uomini, fino al dono di suo Figlio
L’affermazione di Gesù fu chiarissima: l'amore è tutto. La cosa decisiva nella vita è amare. Qui sta il fondamento basilare: vivere davanti a Dio e davanti agli uomini un atteggiamento d'amore. Non dobbiamo perderci in cose accidentali e secondarie dimenticando l'essenziale. Dall’amore deriva e ne consegue tutto il resto. Senza amore tutto è pervertito.
Quando ha fatto riferimento all’amore verso Dio, Gesù non ha pensando ai sentimenti o alle emozioni che possono sgorgare dal nostro cuore; né ci ha invitato a moltiplicare le nostre preghiere e le nostre suppliche. Amare il Signore nostro Dio con tutto il cuore è riconoscere Dio come la fonte ultima della nostra esistenza, risvegliare in noi la piena adesione alla sua volontà e rispondere con fede incondizionata al suo amore universale di Padre di tutti.
Ecco perché Gesù aggiunse un secondo comandamento. Non è possibile amare Dio e disinteressarsi del vicino. Una religione che predichi l'amore a Dio e dimentichi il prossimo è una grande bugia. Il nesso inscindibile tra amore di Dio e del prossimo lo aveva ben compreso con intelligenza l’evangelista Giovanni il quale, portando alle estreme conseguenze le parole del suo Signore e Maestro, ha scritto: «Se uno dice: “Io amo Dio” e odia suo fratello, è un menzognero; chi non ama suo fratello che vede, non può amare Dio che non vede» (1Gv 4,20).
L'unica posizione veramente umana nei confronti di qualsiasi persona che incontriamo sul nostro cammino è amarla e cercare il suo bene come se cercassimo il bene per noi stessi.
Cari Amici,
Secondo il Giovane Rabbi di Nazaret l'amore è l’atteggiamento di fondo, la forza chiave e insostituibile che dà verità e senso al nostro rapporto religioso con Dio e al nostro comportamento con le persone.
È l’amore che non esige il contraccambio ma è donato a chiunque, sempre, senza alcun limite, fino al nemico (cf. Mt 5,44).
È l’amore da chiedere con insistenza a Dio nella preghiera.
È la quotidiana «fatica dell’amore» (1Ts 1,3).
Secondo il Giovane Rabbi di Nazaret l'amore è l’atteggiamento di fondo, la forza chiave e insostituibile che dà verità e senso al nostro rapporto religioso con Dio e al nostro comportamento con le persone.
È l’amore che non esige il contraccambio ma è donato a chiunque, sempre, senza alcun limite, fino al nemico (cf. Mt 5,44).
È l’amore da chiedere con insistenza a Dio nella preghiera.
È la quotidiana «fatica dell’amore» (1Ts 1,3).
Che cosa sarebbe della religione cristiana senza amore?
A che cosa sarebbe ridotta la nostra vita all'interno della Chiesa e nel cuore della società senza amore?
L'amore libera il cuore dal rischio di vivere impoveriti, sminuiti o paralizzati dal rischio del legalismo o del ritualismo.
Che vita sarebbe quella di un praticante senza amore vivo per Dio?
Quale verità ci sarebbe nella nostra vita cristiana senza amore pratico per il prossimo bisognoso?
L'amore si oppone a due atteggiamenti molto diffusi. In primo luogo, l'indifferenza intesa come insensibilità, rigidità della mente, mancanza di cuore. In secondo luogo, l’egocentrismo e il disinteresse verso gli altri.
A che cosa sarebbe ridotta la nostra vita all'interno della Chiesa e nel cuore della società senza amore?
L'amore libera il cuore dal rischio di vivere impoveriti, sminuiti o paralizzati dal rischio del legalismo o del ritualismo.
Che vita sarebbe quella di un praticante senza amore vivo per Dio?
Quale verità ci sarebbe nella nostra vita cristiana senza amore pratico per il prossimo bisognoso?
L'amore si oppone a due atteggiamenti molto diffusi. In primo luogo, l'indifferenza intesa come insensibilità, rigidità della mente, mancanza di cuore. In secondo luogo, l’egocentrismo e il disinteresse verso gli altri.
Questo linguaggio potrà sembrare troppo vecchio, troppo abusato o addirittura inefficace. Tuttavia, anche oggi il primo problema al mondo è la mancanza di vero amore che disumanizza, uno dopo l'altro, gli sforzi e le lotte per costruire una vera civiltà dell’amore.
Ogni cristiano, ogni discepolo di Gesù non dovrà mai dimenticare la propria responsabilità.
Il mondo ha bisogno di testimoni vivi che aiutino le generazioni future a credere nell'amore perché non esisterà mai un futuro promettente per l'essere umano se finirà per perdere la fede nell'amore.
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