"Se non hai successo, non vali!"

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Tutti facciamo esperienza che la vita è segnata da problemi e conflitti che in ogni momento possono affacciarsi e far soffrire. Ma, a prescindere da tutto ciò, si può dire che la "felicità interiore" è uno dei migliori indicatori per sapere se una persona abbia raggiunto o no la difficile arte di vivere. Si potrebbe anche affermare che la vera felicità altro non è che la vita stessa vissuta in pienezza, con successo e soddisfazione.
 
Nella nostra società sembrano trionfare coloro con confidano in se stessi, coloro che cercano un facile trionfo e una situazione di privilegio. Il problema vero è che la cultura contemporanea induce a cercare la felicità lungo percorsi spesso equivoci che quasi inevitabilmente portano a vivere in modo davvero miserabile e malinconico. Uno degli slogan erronei che vengono contrabbandati dice così: "Se non hai successo, non vali". Infatti è pressoché dottrina corrente che per ottenere l'approvazione degli altri, inclusa la propria autostima, bisogna avere successo.
La persona così orientata difficilmente potrà essere felice. Avrà bisogno di avere successo in tutte le sue azioni piccole o grandi. Quando qualcosa non funzionerà, soffrirà indebitamente e facilmente spigionerà la sua aggressione contro la società e contro la vita stessa. Cadendo – la persona – nella più cupa depressione.
 
Il secondo errore recita: "Se vuoi avere successo devi valere più degli altri". Secondo questa ulteriore teoria erronea il soggetto dovrà tendere spasmodicamente a essere sempre più degli altri, sovrastare e dominare. Una persona siffatta vivrà sempre nell’invidia nei confronti di coloro che raggiungono un maggior successo, di quelli che ottengono un miglior livello di vita, di coloro che raggiungono una posizione più brillante.

Un giorno Gesù salì sulla montagna e si sedette per annunciare le Beatitudini. Esse sono un nuovo programma di vita, per liberarsi dai falsi valori del mondo e aprirsi ai veri beni, presenti e futuri.  Le Beatitudini sono il fondamento della moralità dell’uomo nuovo, il programma di vita dei discepoli di Cristo e di quanti credono in Lui. Le Beatitudini sono una nuova dimensione delle relazioni e dei reciproci comportamenti.  Un programma destinato a ognuno di noi. Papa Francesco ha sdetto che le Beatitudini sono come dei “navigatori” che indicano ai cristiani il giusto itinerario della vita.
 
C'era una grande folla in quel luogo, ma solo "i discepoli si avvicinarono" a lui per meglio ascoltare il suo messaggio.
Avviciniamoci anche noi oggi come discepoli di Gesù per ascoltarlo, dimenticando, almeno per un momento, le teorie perniciose della cultura dominante odierna.
 
Disse Gesù:
«Beati i poveri in spirito», coloro che sanno vivere con poco, confidando sempre in Dio. Beata una chiesa povera perché avrà meno problemi; sarà più attenta a chi è nel bisogno e vivrà il Vangelo più liberamente. «I poveri sono i destinatari privilegiati del Vangelo» (Evangelii Gaudium 48)

«Beati coloro che sono nel pianto» perché patiscono ingiustamente sofferenze ed emarginazioni. Con loro è possibile creare un mondo migliore e più dignitoso. Beata la Chiesa che soffre per essere fedele a Gesù. Un giorno sarà consolata da Dio.
 
«Bati i miti» che svuotano il cuore di ogni risentimento e aggressività. «La Chiesa dev’essere il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo» (Evangelii Gaudium 114). Beata una Chiesa piena di tenerezza e di misericordia. Sarà un regalo per questo mondo pieno di violenza. Erediterà la terra promessa.
 
«Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia», coloro che non hanno perso la voglia di essere più giusti né il desiderio di contribuire e rendere un mondo più degno. «La Chiesa «non può né deve rimanere ai margini della lotta per la giustizia». (Evangelii Gaudium 183). Beata la Chiesa che cerca con vera passione «il Regno di Dio e la sua giustizia». Essa incoraggerà il meglio di ogni spirito umano. Un giorno il suo desiderio sarà soddisfatto.

«Beati i misericordiosi» che agiscono, lavorano e vivono mossi dalla compassione, dalla tenerezza e dalla benevolenza. Sono coloro che, sulla terra, più assomigliano il Padre che è nei cieli. «La Chiesa dev’essere il luogo della misericordia gratuita, dove tutti possano sentirsi accolti, amati, perdonati e incoraggiati a vivere secondo la vita buona del Vangelo» (Evangelii Gaudium 114). Beata la Chiesa alla quale Dio cambia il cuore di pietra e le dona un cuore di carne. Lei otterrà misericordia.

«Beati gli operatori di pace» che con pazienza e fede, ricercano e promuovono il bene per tutti. «La Chiesa può essere un modello per la pace nel mondo» (Evangelii Gaudium 130). Beata la Chiesa che favorisce la pace e non la discordia, la riconciliazione e non lo scontro. Lei sarà "figlia di Dio".

«Beati perseguitati per causa della giustizia» che docilmente rispondono con mitezza alle ingiustizie e alle offese. Essi vincono il male con il bene. «La Chiesa, guidata dal Vangelo della misericordia e dall’amore all’essere umano, ascolta il grido per la giustizia e desidera rispondervi con tutte le sue forze» (Evangelii Gaudium 188). Beata la Chiesa perseguitata per seguire Gesù. Di essa è il regno dei cieli.
 
Cari Amici,
Le Beatitudini invitano a chiederci se stiamo vivendo la vita buona del Vangelo o no; se ci diamo realmente da fare a rimuovere dalla nostra esistenza progetti erronei ed equivoci.
Che cosa accadrebbe nella mia vita
  se accettassi di vivere con un cuore più semplice, senza tanto affanno di possedere, con una grande limpidezza interiore;
    se fossi più attento alla sofferenza di quanti sono nel dolore;
    se nutrissi una più grande e vera fiducia in Dio che mi ama incondizionatamente?
 
Va proprio in questa direzione il programma di vita tracciato da Gesù nelle Beatitudini.