Vacanze e la domenica giorno del Signore

<< Torna indietro

 

 

Stiamo riflettendo sul senso delle vacanze; abbiamo detto che la fede non va in vacanza; anzi: abbiamo affermato che proprio il periodo delle ferie potrebbe e dovrebbe essere il tempo propizio in cui prendersi cura anche dello spirito e non solo del fisico.

La messa della domenica merita una attenzione tutta speciale per il cristiano.
Egli, infatti, ha due modi per santificare le feste.
Tutte e due accompagnano la vita della Chiesa fin dai primi tempi.
Ci riuniamo per celebrare l'Eucaristia e sospendiamo le attività lavorative.
La nostra festa ordinaria è la Domenica.


Il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica notevole spazio per giustificare il cambiamento dal Sabato alla Domenica. Se il primo è stato il giorno sacro per gli ebrei, perché era il giorno, secondo il libro della Genesi, in cui fu completata l'opera della creazione, il secondo lo è per i cristiani in quanto ha avuto luogo la seconda creazione, ossia la Resurrezione di Cristo.

 

Lo stesso Catechismo sottolinea l'obbligo grave di partecipare alla Messa domenicale, di astenersi in quel giorno dai lavori che impediscano il culto dovuto a Dio e il riposo necessario per il corpo e per lo spirito. Ricorda altresì ai cristiani che hanno responsabilità di lavoro su altri cristiani – capi e datori di lavoro – che evitino di imporre senza necessità urgente oneri che impediscano di rispettare il giorno del Signore.


Il Libro della fede ricorda che nel giorno del Signore i cristiani dovrebbero essere gioiosi di santificare la Domenica con atti di carità, come la visita ai malati, e disporre di un tempo più lungo da trascorrere con la famiglia. La parrocchia è il luogo ideale per la Messa domenicale, anche se  non l'unico o esclusivo. Senza accaparrare tutte le esigenze dell'amore di Dio, i primi tre comandamenti del Decalogo comprendono il valore e il dovere etico della religione.


Per i primi cristiani, la partecipazione alla celebrazione domenicale costituiva la naturale espressione della loro appartenenza a Cristo, della comunione con il suo Corpo mistico nella gioiosa speranza dell’attesa del suo ritorno glorioso. Questo convincimento si manifestò persino in forma eroica nell’episodio dei martiri di Abitene, che ha affrontato la morte esclamando: "Sine Dominicana non possumus" cioè "senza riunirci la Domenica per celebrare l'Eucaristia non possiamo vivere."


Il contesto culturale in cui viviamo, spesso segnato dall'indifferenza religiosa e dal secolarismo che offusca l'orizzonte del trascendente, non deve farci dimenticare che il Popolo di Dio, nato dall’evento pasquale, deve tornare ad esso come a una fonte inesauribile, se desidera di conoscere sempre meglio le caratteristiche della propria identità e le ragioni della propria esistenza.

Il Concilio Vaticano II, sottolineando l'origine di Domenica, ha proseguito: "
In questo giorno infatti i fedeli devono riunirsi in assemblea per ascoltare la parola di Dio e partecipare alla eucaristia e così far memoria della passione, della risurrezione e della gloria del Signore Gesù e render grazie a Dio, che li « ha rigenerati nella speranza viva per mezzo della risurrezione di Gesù Cristo dai morti» (1 Pt 1,3). " (SC 106).


Non fu la comunità cristiana ha scegliere la domenica; la scelsero gli Apostoli, o piuttosto Cristo stesso, che in quel giorno, "il primo della settimana", risorse e apparve ai discepoli, rinnovando la sua apparizione "otto giorni dopo" ( Gv 20, 26).

La Domenica è il giorno nel quale il Signore risorto si fa presente in mezzo al suo popolo, lo invita alla sua mensa e si offre in modo che anche i suoi, uniti e conformati a lui possano nella debita forma rende culto a Dio.

Da qui l'importanza del "Giorno del Signore" e la centralità dell'Eucaristia come pilastro fondamentale della Domenica e della vita ecclesiale, in quanto in ogni celebrazione eucaristica domenicale si realizza la santificazione del popolo cristiano, fini alla domenica senza tramonto, giorno del definitivo incontro di Dio con le sue creature.

 

Che il "Giorno del Signore", che ben può essere chiamato "il signore dei giorni", ancora una volta ritrovi la sua piena importanza e venga percepito e vissuto pienamente nella celebrazione dell'Eucaristia, radice e centro di una crescita autentica della comunità cristiana.
 

Lo sia e possiamo scoprirlo ancora una volta anche durante questo periodo di vacanza attraverso il maggior tempo che possiamo dedicare al nostro spirito.
 

© Riproduzione Riservata