Sabato Santo: giorno del grande silenzio adorante

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È il giorno della sepoltura di Gesù, giorno di silenzio e di dolore per la morte del Signore. E’ il giorno del grande silenzio – perché – come dice un'antica omelia, «il Re dorme. La terra tace perché il Dio fatto carne si è addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormono». Per questo è un giorno senza celebrazione eucaristica. La chiesa romana non ha mai istituito alcuna celebrazione del Cristo nel sepolcro. E' la celebrazione silenziosa del tempo sospeso, del riposo, ma non del nulla-fare.

Anche questo secondo giorno del triduo pasquale è giorno cosiddetto “a-liturgico”. Il sabato santo non ha la celebrazione della Santa Messa, ma solo la celebrazione della Liturgia delle Ore.
Va colta in questo giorno la risonanza del silenzio fecondo e l’efficacia della lode della Sposa, la Chiesa, per il suo Sposo, il Cristo. In questo giorno la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, la discesa agli inferi e aspettando nella preghiera e nel digiuno la sua Resurrezione.

É il giorno di fede intensa e di grande speranza: davanti alla croce è avvenuto il crollo della fede e della speranza: «Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele!» (Lc 24,21). Nei giorni tremendi della passione e morte del Signore, solo una creatura, la più vicina al Signore, ha creduto e sperato nel silenzio del suo cuore: Maria

Il Sabato santo è il giorno del silenzio di Dio. Deve essere un giorno di silenzio, e noi dobbiamo fare di tutto perché per noi sia proprio una giornata di silenzio, come è stato in quel tempo: il giorno del silenzio di Dio. Gesù deposto nel sepolcro condivide con tutta l’umanità il dramma della morte. È un silenzio che parla ed esprime l’amore come solidarietà con gli abbandonati da sempre, che il Figlio di Dio raggiunge colmando il vuoto che solo la misericordia infinita del Padre Dio può riempire. Dio tace, ma per amore.

In questo giorno l’amore – quell’amore silenzioso – diventa attesa della vita nella risurrezione. Pensiamo, il Sabato Santo: ci farà bene pensare al silenzio della Madonna, “la Credente”, che in silenzio era in attesa della Resurrezione. La Madonna dovrà essere l’icona, per noi, di quel Sabato Santo. Pensare tanto come la Madonna ha vissuto quel Sabato Santo; in attesa. È l’amore che non dubita, ma che spera nella parola del Signore, perché diventi manifesta e splendente il giorno di Pasqua.


Il Sabato Santo è caratterizzato da un grande silenzio. Le Chiese sono spoglie e non sono previste particolari liturgie. In questo tempo di attesa e di speranza, i credenti sono invitati alla preghiera, alla riflessione, alla conversione, anche attraverso il sacramento della riconciliazione, per poter partecipare, intimamente rinnovati, alla celebrazione della Pasqua.

Nella prassi pastorale questo secondo giorno del triduo è dimenticato.
Il Giovedì santo fa da prolusione al triduo commemorando l’eucaristia, la pasqua rituale affidata alla Chiesa.
Il venerdì santo celebra la pasqua passione, e la veglia pasquale la pasqua-risurrezione.
Al Sabato santo spetta celebrare il momento più silenzioso e di abbassamento nella morte.

Sabato santo è il giorno del grande silenzio perché - come dice un - antica omelia, il Re dorme.
La terra tace perché il Dio fatto carne si è
addormentato ed ha svegliato coloro che da secoli dormono.

Le Chiese orientali celebrano la discesa di Cristo agli inferi. Egli, che rompe le porte dell’inferno, redime e libera i santi, che aspettavano da secoli la sua risurrezione. La chiesa romana, ol
tre all’Ufficio del mattino e della sera, non ha però mai istituito alcuna celebrazione del Cristo nel sepolcro. E’ la celebrazione silenziosa del tempo sospeso, del riposo, ma non del nulla-fare.
 
Le Chiese sono spoglie e non sono previste particolari liturgie. Mentre attendono il grande evento della Risurrezione, i credenti perseverano con Maria nell’attesa pregando e meditando. C’è bisogno in effetti di un giorno di silenzio, per meditare sulla realtà della vita umana, sulle forze del male e sulla grande forza del bene scaturita dalla Passione e dalla Risurrezione del Signore.

Grande im­portanza viene data in questo giorno alla partecipazione al Sacramento della riconciliazione, indispensabile via per purificare il cuore e predisporsi a celebrare intimamente rinnovati la Pasqua.
 
Silenzio e preghiera sono le caratteristiche di questo giorno, che è tutt’altro che un giorno vuoto: è pieno del desiderio e dell’attesa per l’esplosione della gioia della risurrezione, che verrà celebrata nella notte successiva. Dalla comprensione di questo profondo significato, dipende la comprensione del valore della veglia pasquale.

Almeno una volta all’anno abbiamo bisogno di que­sta purificazione interiore di questo rinnovamento di noi stessi. Questo Sabato di silenzio, di meditazione, di perdono, di riconciliazione sfocia nella Veglia Pasquale, che introduce la domenica più importante della storia, la domenica della Pasqua di Cristo.


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