Riscoprire il Vangelo

<< Torna indietro

 
C'è un filo rosso che percorre i siti Internet e lambisce le pagine di periodici a sfondo confessionale. È l'invito a riscoprire il Vangelo. Letto così, l’impegno sembra persino paradossale. Non dovrebbe essere un impegno “nuovo” per i cristiani! Pare, però, che non sia così.
Secondo una ricerca del Censis dell’ottobre 2016 sette italiani su dieci hanno in casa il libro dei Vangeli. Un dato positivo che si scontra con un drammatico 80% di italiani che non li legge mai: addirittura il 38% non sa neppure indicare il numero dei Vangeli o i nomi degli evangelisti.  
 
Dati nudi e crudi che rivelano come la conoscenza delle Scritture, e in particolare dei libri biblici che parlano di Gesù Cristo, non abbia ancora trovato piena accoglienza nella catechesi, nel quotidiano delle persone, soprattutto nei campi dell’educazione e, più in generale, della cultura. Gli italiani hanno verso il Vangelo un “atteggiamento devozionale”, che porta a memorie vaghe e affettive, legate a immagini sedimentate nei primi anni di vita: il 66% degli intervistati ha in mente almeno un’immagine del Vangelo.
 
A partire da questi dati si comprende agevolmente come sia doveroso riscoprire il Vangelo ridando potere alla Parola, viva ed eterna delle Sacre Scritture.
Sarà tuttavia necessario una precisazione che formerà il filo-rosso di questa riflessione. La Parola per i cristiani è molto di più che un semplice suono: è una persona, è un compagno di viaggio: è Gesù Cristo, il Messia, il Figlio di Dio. Riscoprire il Vangelo è, allora, conoscere Gesù per assumerne lo stile, farlo diventare norma di vita. Vuol dire toccare il mistero dell'uomo e quello di Dio per immettere nella storia la nostalgia di un diverso modo di essere uomini e donne.
 
Fatta questa necessaria premessa è agevole comprendere che “riscoprire il Vangelo” significa superare l’aspetto intellettuale o, quanto meno, non fermarsi a esso.  Riscoprire il Vangelo è essenzialmente “incontrare personalmente Gesù”. Significa avere il coraggio di porsi alcune domande che meritano una risposta seria, vera e severa: Cristo è il centro della mia vita? Cristo è il centro della mia storia personale? Cristo è il centro del mio tempo? Cristo è una verità solo pensata, o anche vissuta? Riscoprire il Vangelo non è, allora, una operazione culturale, didattica, scientifica, cerebrale. Riscoprire il Vangelo si concretizza in un incontro personale con Gesù Cristo o, almeno, a prendere la decisione di lasciarsi incontrare da Lui, di cercarlo ogni giorno senza sosta.
Riscoprire il Vangelo è una azione catechistica che mette «qualcuno non solo in contatto, ma in comunione, in intimità con Gesù Cristo». (DGC 80)
 
È l’incontro personale con Gesù Cristo che cambia la vita delle persone! Questo è un dato originario e fondamentale: se uomo, se una donna non giungono a identificare la propria origine nell’incontro personale con Cristo non arriverà mai all’essenza della vita cristiana. Uno è realmente cristiano a partire dall’incontro personale con Gesù Cristo. La riscoperta del Vangelo o gli scritti apostolici dice proprio questo: il dinamismo dell’incontro personale con Gesù Cristo è alla radice del metodo di vita cristiana. Sono numerosissimi gli esempi riferiti dagli scritti evangelici. Basti pensare all’incontro con il paralitico (Mt 9, 1-7); con Matteo (Mt 9, 9); con la figlia di Giàiro e con la donna ammalata (Mt 9, 18-26); con i due ciechi (Mt 9, 27-31); con il muto indemoniato (Mt 90,32-34); con l'uomo ricco (Mt 19, 16-22); con la vedova di Naim (Lc 11, 11-17); con il centurione (Lc 7, 1-10); con la peccatrice (Lc 11, 36-50); con Zaccheo (Lc 19, 1-10); con i primi discepoli e con Natanaele (Gv 1, 35-51); con Nicodemo (Gv 3, 1-11); con la Samaritana (Gv 4, 1-42); con l’Eunuco (Gv 8, 26-40); con Saulo (At 9, 1-19); con Enea e Tabita (Atti 9, 32-41); con il centurione (Atti 10,1-48)…
 
Benedetto XVI ha scritto con con chiarezza nell’Enciclica Deus caritas est, che all’inizio dell’essere cristiano – e quindi all’origine della nostra testimonianza di credenti – non c’è una decisione etica o una grande idea, ma l’incontro con la Persona di Gesù Cristo, «che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva (1)».
 
Sì, amici: la nostra fede è un incontro con Gesù! Proprio questo è il fondamento della fede. Il cristiano nasce da questo incontro personale della propria libertà con la Persona singolare di Gesù Cristo, che manifesta una statura umana, una umanità così singolare perché veicola anche il Suo essere Dio.
Cristiano è colui nasce e matura in forza di un personale incontro con Dio in Gesù Cristo, rimanendo ancora­ta a quell'incontro come realtà sempre presente.
 
Riscoprire il Vangelo è quindi incontrare Dio in Gesù Cristo, lasciarsi afferrare da lui, lasciarsi coinvolgere così da dover rispondere a una persona, non semplicemente come davanti a una idea, a un libro, a un evento. Incontrarsi con Gesù Cristo significa sperimentare la sua presenza vivente come quel­la di un "tu" che salva la vita, che ne svela il senso e la rende possibile.
 
Riscoprire il Vangelo reca con sé l’impegno di «avere voglia di incontrare Gesù» oltre il fatto intellettuale, teologico, biblico, cerebrale. I dottori della Legge, di cui spesso riferisce il Vangelo, sapevano tutto della legge mosaica; però non avevano fede, perché il loro cuore si era allontanato da Dio.  
Oltre all’impegno diretto di incontrare Gesù, a me piace molto anche nutrire la disponibilità di “lasciarsi incontrare da Gesù”. Saremo sopresi dall’amore!
 
Riscoprire il Vangelo è incontrare Gesù Cristo e imparare a "pensare differentemente", in maniera interessante, sorprendente, ma anche impegnativa. È educarsi “al pensiero di Cristo, a vedere la storia come Lui, a giudicare la vita come Lui, a scegliere e ad amare come Lui, a sperare come insegna Lui, a vivere in Lui la comunione con il Padre e lo Spirito Santo”. (RdC 38)
 
Come leggere il Vangelo?
 
Tenendo ben presente quanto fin qui considerato, sarà anche buona cosa accostare davvero il libro dei Vangeli per conoscere il testo, non tanto come libro, ma come compagno di strada e luce sul nostro cammino.
Sarà utile confrontarsi direttamente con la Parola di Dio in modo da prendere coscienza e sperimentare cosa significhi passare dall’indifferenza, o da una fede vissuta come abitudine e consuetudine, a una fede che scaturisca da un incontro e dall’accoglienza di un dono.
 
Qualcuno domanderà: come riscoprire il Vangelo? Come leggere il Vangelo? Anche perché dopo la lettura di una pagina del Vangelo possono nascere spontanee alcune domande:
 
- che cosa ha realmente detto dire Gesù?
- come sono andate veramente le cose raccontate?
- che cosa ha inteso dire il compositore del Vangelo?
- che cosa insegna oggi il testo?
 
Il punto di partenza è il testo del Vangelo che è stato scritto nella seconda metà del I secolo d.C., in un determinato ambien­te culturale. La prima attenzione da prestare è quella relativa al fatto che il Vangelo risponde agli interrogativi dei cristiani del loro tempo e della loro comunità.

A questo punto è lecito chiedersi: che cosa intendeva dire Gesù? Che cosa ha fatto? Qui uno studio più biblico-esegetico potrebbe essere utile per arrivare non solo alla realtà storica di Gesù, alla interpretazione della sua persona e del suo messaggio. Il testo del Vangelo rimane la via maestra.

La uantoLa domanda: che cosa dice oggi questa Parola o fatto riportato nel Vangelo è una domanda indispensabile per leggere e capire. Tenendo presente, tuttavia, di non fare ridu­zioni e sconti. Insomma un Vangelo “sine glossa”!

La vita della comunità

È lo Spirito di Gesù che fa interpretare in maniera autentica la sua Parola che oggi risuona di nuovo nella comunità. E il criterio di verifica nell'interpre­tazione del Vangelo è la vita di una comunità cristiana concreta, in un costante confronto e dialogo vitale con la Chiesa, la quale per mezzo della tradizione vivente si aggancia alla prima Chiesa degli apostoli.
La Pontificia Commissione Biblica ha pubblicato un bel documento: L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa e scrive: “Il problema dell’interpretazione della Bibbia non è un’invenzione moderna, come talvolta si vorrebbe far credere. La Bibbia stessa attesta che la sua interpretazione presenta varie difficoltà”.
Ed è la Chiesa che assicura che i libri da essa accolti come ispirati sono quali lo Spirito Santo li ispirò.
 
 
© Riproduzione Riservata