Quaresima: la salvezza e il tempo

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I quaranta giorni che precedono la Resurrezione del Signore, insieme con il tempo pasquale e quello natalizio costituiscono i "tempi forti" dell'anno liturgico. Il tempo è di Dio (kairos) perché egli è il creatore di tutte le cose: dei giorni, delle notti,  delle stagioni; è Lui che ha fissato il ritmo delle cose. Inoltre il tempo è di Dio perché la sua opera salvifica ha avuto luogo nel corso del tempo: i suoi interventi a favore degli uomini, le meraviglie compiute a nostro favore si compiono in un tempo determinato dalla sua infinita sapienza.
La salvezza e la storia sono  intimamente intrecciate. La fede cristiana è essenzialmente legata al tempo. La salvezza è incarnata nel tempo.

Occorre aver sempre presente che la Quaresima è tempo di preparazione alla Pasqua. Stiamo compiendo un itinerario che condurrà alla notte santa in cui Cristo vincerà la morte e farà entrare gli uomini nella vita nuova del Padre compiendo la grande promessa che Dio ha fatto gli uomini in Cristo. Per questo la Quaresima è tempo di grazia e di salvezza.
Tutti i giorni sono sicuramente occasioni e opportunità per ritornare al Signore nostro Dio. Ma la Quaresima contiene una particolare chiamata.
In questo tempo il Signore ha certamente fatto sentire, a chi in un modo, a chi in un altro, la sua voce con maggior intensità, con maggior frequenza, con maggior intimità come se volesse dotarla di un maggior potere di convinzione ... per smuovere il nostro cuore.

Anche per questo la Quaresima è un tempo di abbondanza di grazia e, se possibile, di offerta più generosa di salvezza. È per questo che l'apostolo Paolo invita sempre ad "approfittare" di questo tempo di salvezza in cui Dio è a noi particolarmente favorevole.

 
Dio ci ha chiesto la conversione, un cambiamento, un nuovo orientamento di tutto il nostro essere. Si tratta di porre soprattutto in Dio l’orientamento di tutta la vita, i pensieri, le intenzioni, i sentimenti e gli affetti. Conversione è riordinare i nostri amori, tornare a fissare saldamente la scala dei nostri beni e  valori, fare spazio alle parole di Gesù che risponde al maestro della legge che gli ha chiesto quale sia il più grande comandamento. Gesù esorta tutti noi ritrovare un ordine dei nostri beni e dei nostri amori forse perduto o dimenticato: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è, infatti, il primo e più grande comandamento della legge. In secondo è simile al primo: “Amerai il prossimo tuo come te stesso" (Mt 22, 36-38). Questo è, ancora, il compito della Quaresima.
 
La conversione del cuore, conversione a Dio e conversione prossimo. Per questo abbiamo sempre bisogno di preghiera: ascoltare la Parola di Dio, farla risonare nelle nostre anime, perché ci sfidi e ci giudichi, così che scopriamo gli idoli che minacciano il primato di Dio e del prossimo, e ci dia la forza di lottare e distruggerli. Abbiamo sempre bisogno della luce di Dio che scruta ed esamina le nostre anime per riconoscere i nostri peccati, per confessarli, per ottenere misericordia e perdono.
 
Ma l'ultimo tratto dell'itinerario della Quaresima è specialmente il tempo della confessione dei nostri peccati.
Dobbiamo uscire dal torpore in cui ci immerge peccato; dobbiamo recuperare la sensibilità nelle nostre coscienze; dobbiamo abbandonare lo spirito frivolo per essere in grado di percepire il male nella nostra vita.
A questo serve il digiuno e la mortificazione tipici di questo tempo.
 
Così si apriranno le nostre anime a Dio e al suo amore nel sacramento della Penitenza; così si aprirà il nostro cuore al prossimo nostro bisognoso, fisicamente e spiritualmente, di carità. Per questo la Quaresima è tempo per crescere nella carità che “è paziente, è benigna la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto, non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità. Tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”  (1 Cor 13: 4-7).

 

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