Dalla prima domenica di Avvento
la nuova edizione del Messale

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Con la prima domenica di Avvento potrà essere utilizzata la terza edizione del Messale Romano, che tuttavia, diventerà obbligatoria dal 4 aprile 2021, Pasqua della Risurrezione del Signore.
Il Messale non sarà soltanto uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa e la sua riconsegna diventa un’occasione preziosa di formazione per tutti i battezzati.

La pubblicazione della nuova edizione italiana del Messale Romano rappresenta un momento importante per la vita della Chiesa italiana, in quanto se da una parte stimola ad una maggiore consapevolezza del valore cardine della celebrazione eucaristica, dall’altra costituisce l’occasione per il rilancio della pastorale liturgica che non si esaurisce solo nel momento celebrativo ma nel contesto di una visione più ampia, ovvero nell’orizzonte di una pastorale integrata,raccorda la celebrazione liturgica con l’evangelizzazione e con l’intera vita cristiana perché da questa consapevolezza consegue la necessità di rinnovare e approfondire l’impegno per un’azione pastorale che riconosca nell’Eucaristia domenicale il proprio punto di riferimento sorgivo e culminante. La liturgia, infatti, è scuola permanente di formazione attorno al Signore risorto, luogo educativo e rivelativo in cui la fede prende forma e viene trasmessa.

Dopo 36 anni è stato messa a punto una terza edizione del Messale romano che rappresenta il punto di arrivo di un cammino durato quasi 20 anni, un tempo particolarmente ampio per avviare un cammino ecclesiale che coinvolga non sono vescovi ed esperti, ma quanti si confrontano con la quotidiana vita liturgica delle nostre comunità cristiane e il reale rapporto dei credenti con la liturgia.

 
Il testo, che le parrocchie potranno adottare fin da subito, è stato approvato “secondo le delibere dell’Episcopato e ha ricevuto  l’approvazione da Papa Francesco il 16 maggio 2019.
 
Riguardo alle principali novità della terza edizione del Messale Romano ci limiteremo alle variazioni principali dei testi maggiori senza entrare in specifiche osservazioni.
La struttura del messale e la successione delle sue parti è rimasta sostanzialmente invariata. La scelta compiuta dai nostri vescovi è stata quella di non apportare variazioni alle parti recitate dall’assemblea eccetto quelle davvero necessarie. E’ qui, infatti che si trovano quelle novità già anticipate dalla stampa e che hanno avuto una certa risonanza come la modifica del testo del Padre nostro e quella dell'inizio del Gloria.
 
Ma se vogliamo procedere per ordine iniziamo dal saluto liturgico dove avremo una correzione di tipo grammaticale. Il Sacerdote ci saluterà augurandoci che
“la grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l'amore di Dio padre e la comunione dello spirito Santo siano con tutti”.
Infatti la grammatica italiana chiede che il verbo sia coniugato al plurale essendo tre i sostantivi con i quali si accorda grazia, amore e comunione
 
Una prima novità che riguarderà l’assemblea riguarderà la formula della confessione, dove accanto al termine fratelli, è stato inserito anche il termine sorelle; quindi diremo
Confesso a Dio onnipotente e a voi fratelli e sorelle che ho molto peccato....ecc.  E continueremo: E supplico la Beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i Santi e voi fratelli e sorelle dipregare per me il Signore Dio nostro".
 
Ancora: nella triplice invocazione dell'atto penitenziale è stata preferita  l'espressione greca
Kyrie eleison, Christe eleison, Kyrie eleison.
 
Nell'inno Gloria si trova una modifica che avrà un significativo impatto: la frase
e pace in terra agli uomini di buona volontà”
è sostituita da:
"e pace in terra agli uomini amati dal Signore".
L’intenzione è quella di offrire una traduzione più fedele al testo greco del canto degli angeli del vangelo di Luca.
 
Per quanto riguarda il Padre nostro dovremo considerare due piccole aggiunte, oltre alla più famosa
“non ci abbandonare alla tentazione”,
 dovremmo anche premettere
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori”.
 
Sempre per quanto riguarda i riti di comunione il sacerdote inviterà non più con le parole:
“Beati gli invitati alla cena del Signore: Ecco l'agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”.
Ora noi ci abitueremo ad accogliere l'invito:
“Ecco l'agnello di Dio! Ecco colui che toglie i peccati del mondo.
Beati gli invitati alla cena dell'Agnello”.
con l’evidente riferimento alle parole dell’Apocalisse.
 
Queste sono sostanzialmente le modifiche, molto limitate, che riguardano la preghiera del Popolo.
 
Tutto il resto lo vedremo con il messale alla mano.
Quello che mi preme sottolineare è che non si riduca tutto a qualche modifica di superficie. Meditandolo, soprattutto parte dei preti, dei diaconi e delle persone più  vivine al mondo del mistero liturgico comprenderemo il grande lavoro per aggiustamenti che purificano, rinnovano e conservano l’arte della celebrazione liturgica.

Il libro del Messale non è soltanto uno strumento liturgico, ma un riferimento puntuale e normativo che custodisce la ricchezza della tradizione vivente della Chiesa, il suo desiderio di entrare nel mistero pasquale, di attuarlo nella celebrazione e di tradurlo nella vita. La riconsegna del Messale diventa così un’occasione preziosa di formazione per riscoprire la grazia e la forza del celebrare, il suo linguaggio - fatto di gesti e parole - e il suo essere nutrimento per una piena conversione del cuore.
 
La terza edizione della Messale mostra, a ben guardare, come il modo di intendere la ricezione del rinnovamento liturgico del Vaticano II domandi ora un cambio di passo in direzione di un più profondo deciso adattamento culturale alla liturgia. Il principio della partecipazione attiva rappresenta senza ombra di dubbio una acquisizione irrinunciabile. E’ un punto di non ritorno. Ciò che vi è in gioco infatti è la natura stessa della liturgia cristiana e la sua qualità evangelica.
 
 
Il Messale sarà accompagnato  da un Istruzione per un nuovo slancio della catechesi liturgica; una sorta di «riconsegna al popolo di Dio», tramite un sussidio che rilanci l’impegno della pastorale liturgica.Si tratterà di un  testo che attraverso una serie di schede potrà essere di riferimento per i preti e gli operatori pastorali.
La sfida è che ogni comunità si riappropri della sua responsabilità celebrativa e, approfondendola, riscopra la bellezza della liturgia come fondamentale nutrimento del cammino di fede.

Scheda riassuntiva
delle modifiche nelle parole e nei gesti dei fedeli

 

 
Per condividere alcune considerazioni di merito su questo importante sussidio liturgico, normativo per il ben celebrare nelle nostre comunità, ecco un a scheda riassuntiva delle modifiche nelle parole e nei gesti dei fedeli.
 
     Il Confesso (con l’aggiunta di “sorelle” per due volte): Confesso a Dio onnipotente e a voi, fratelli e sorelle, che ho molto peccato in pensieri, parole, opere e omissioni, per mia colpa, mia colpa, mia grandissima colpa. E supplico la beata sempre Vergine Maria, gli angeli, i santi e voi, fratelli e sorelle, di pregare per me il Signore Dio nostro”.
 
    Il Kyrie, eleison: come risposta normale al posto del Signore pietà sia per la terza forma dell’atto penitenziale sia per le Invocazioni a Cristo Signore.
 
    L’inizio del Gloria (secondo il testo biblico di Lc2, 14): “Gloria a Dio nell’alto dei cieli e pace in terra agli uomini, amati dal Signore”.
 
   Il Padre nostro (con 2 varianti nella seconda parte, secondo il testo evangelico di Mt 6, 12-13): “Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non abbandonarci alla tentazione, ma liberaci dal male”.
 
   Lo scambio di pace introdotto da una piccola e significativa variante: “Scambiatevi (non un segno) il dono della pace”.
 
   L’invito alla comunione variato nella sua introduzione e così formulato: “Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo. Beati gli invitati alla cena dell’Agnello”; segue la solita e nota risposta: “O Signore, non sono degno...”.
 
   L’alzarsi in piedi per la preghiera, al termine della Presentazione dei doni dopo il “Pregate fratelli...”e prima dell’Orazione sulle Offerte



Come sarà la nuova
PRECE EUCARISTICA II
(in evidenza le variazioni)

 

 

Veramente santo sei tu, o Padre, fonte di ogni santità.

Ti preghiamo: santifica questi doni

con la rugiada del tuo Spirito

perché diventino per noi

il Corpo e  il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo

 

Egli, consegnandosi volontariamente alla passione,

prese il pane, rese grazie, lo spezzò,

lo diede ai suoi discepoli e disse:

 

Prendete, e mangiatene tutti:

questo è il mio Corpo

offerto in sacrificio per voi.

 

Allo stesso modo, dopo aver cenato,

prese il calice, di nuovo ti rese grazie,

lo diede ai suoi discepoli e disse:

 

Prendete, e bevetene tutti:

questo è il calice del mio Sangue,

per la nuova ed eterna alleanza,

versato per voi e per tutti

in remissione dei peccati.

Fate questo in memoria di me.

 

Mistero della fede.

Annunciamo la tua morte, Signore,

proclamiamo la tua risurrezione,

nell’attesa della tua venuta.

 

Celebrando il memoriale della morte e risurrezione del tuo Figlio,

ti offriamo, Padre, il pane della vita e il calice della salvezza,

e ti rendiamo grazie perché ci hai resi degni di stare alla tua presenza

a compiere il servizio sacerdotale.

 

Ti preghiamo umilmente:

per la comunione al Corpo e al Sangue di Cristo,

lo Spirito Santo ci riunisca in un solo corpo.

 

Ricordati, Padre, della tua Chiesa diffusa su tutta la terra:

rendila perfetta nell’amore in unione con il nostro papa Francesco,

il nostro vescovo …

i presbiteri e i diaconi.

 

Ricordati anche dei nostri fratelli e sorelle

che si sono addormentati nella speranza della risurrezione

e, nella tua misericordia, di tutti i defunti:

ammettili alla luce del tuo volto.

 

Di noi tutti abbi misericordia,

donaci di aver parte alla vita eterna,

insieme con la beata Maria, Vergine e Madre di Dio,

san Giuseppe, suo sposo, gli apostoli,

e tutti i santi che in ogni tempo ti furono graditi,

e in Gesù Cristo tuo Figlio

canteremo la tua lode e la tua gloria.

 

Per Cristo, con Cristo e in Cristo,

a te, Dio Padre onnipotente,

nell’unità dello Spirito Santo,

ogni onore e gloria per tutti i secoli dei secoli

Amen

RITI DI COMUNIONE

Obbedienti alla parola del Salvatore

e formati al suo divino insegnamento, osiamo dire:

 

Padre nostro che sei nei cieli,

sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno,

sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.

Dacci oggi il nostro pane quotidiano,

e rimetti a noi i nostri debiti

come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,

e non abbandonarci alla tentazione,

ma liberaci dal male.

 

Liberaci, o Signore, da tutti i mali,

concedi la pace ai nostri giorni,

e con l’aiuto della tua misericordia

vivremo sempre liberi dal peccato

e sicuri da ogni turbamento,

nell’attesa che si compia la beata speranza

e venga il nostro salvatore Gesù Cristo.

 

Tuo è il regno, tua la potenza e la gloria nei secoli.

 

Signore Gesù Cristo,che hai detto ai tuoi apostoli:

«Vi lascio la pace, vi do la mia pace»,

non guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesa,

e donale unità e pace secondo la tua volontà.

Tu che vivi e regni nei secoli dei secoli.

Amen.

 

La pace del Signore sia sempre con voi.

E con il tuo spirito.

 

 Scambiatevi il dono della pace.

 

Il Corpo e il Sangue del Signore nostro Gesù Cristo, uniti in questo calice, siano per noi cibo di vita eterna.

 

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi.

Agnello di Dio, che togli i peccati del mondo, dona a noi la pace.

 

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivo,

che per volontà del Padre e con l’opera dello Spirito Santo

morendo hai dato la vita al mondo,

per il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue

liberami da ogni colpa e da ogni male,

fa’ che sia sempre fedele alla tua legge e non sia mai separato da te.

 

Ecco l’Agnello di Dio, ecco colui che toglie i peccati del mondo.

Beati gli invitati alla cena dell’Agnello.

 

O Signore, non sono degno di partecipare alla tua mensa, ma di’ soltanto una parola e io sarò salvato.

 

(prosegue come sempre)