Le nostre strade siano luoghi di incontro non di morte

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Ancora omicidi di pedoni sulle nostre strade.

Ormai non è più questione di tempo di vacanze o di ferie. Il dramma è pressoché costante. E’ vero: durante il tempo del cosiddetto esodo con relativi bollini rossi, anche quest’anno arriverà la drammatica statistica dei morti, dei feriti e dei feriti che riporteranno per il resto della loro esistenza disabilità permanenti dovute agli incidenti stradali. Le stime sono impressionanti: in un anno sulle nostre strade muore un paese di 5000 abitanti, 300.000 sono i feriti, 20.000 i disabili gravi prodotti da una guerra non dichiarata.

Le stragi di pedoni che vengono falciati mentre si spostano da un luogo all’altro, soprattutto se sono anziani e bambini, spezzano il cuore. E gli investitori non si fermano quasi mai!

 

Credo sia estremamente doveroso riflettere tutti sul giusto dominio di noi stessi, almeno quanto ci sta a cuore il nostro veicolo. Il problema della circolazione è fondamentalmente una questione morale e di coscienza. Spesso si dice: "Se vuoi conoscere il grado di cortesia di una persona cavalleria, mettila al volante." Questo detto, espressione di saggezza popolare, ci dice che con frequenza qualcosa di importante cambia nella condotta di una persona quando si mette al volante. La sua psicologia e il suo comportamento soffrono di una evidente alterazione: persone che nella vita ordinaria sono educate, gentili e pazienti, spesso diventano esigenti, nervose, intolleranti degli errori e delle colpe di altrui, maleducate e aggressive in parole e gesti.

 

Non vi è dubbio che un buon veicolo offre al conduttore sensazioni e soddisfazioni di euforia, di libertà e liberazione da programmi costrittivi e da una vita spesso incasellata da doveri. Si può anche risvegliare in lui un istinto di dominazione e di prepotenza, quando, reso euforico da una insospettata velocità, contempla la rapida sfilata di persone, alberi, paesaggi. Un segreto desiderio di ostentazione può provocare la voglia di spingere sull'acceleratore per superare altri veicoli con l’orgoglioso gusto interiore di poter dire: "Quanto è potente la mia macchina! Che bravo pilota sono! Nessuno mi potrà superare!".

 

Ma il vero buon pilota è quello che domina bene il proprio veicolo, senza lasciarsi dominare dallo stesso. Dominarsi non è solo un consiglio ragionevole, ma una regola fondamentale di condotta sia per i piloti sia per tutti gli utenti della strada. Ciò significa tenere a bada le inclinazioni stolte di voler essere di più degli altri,; significa non cedere alle cattive maniere di fronte a un errore umano – proprio o altrui –; essere pazienti di fronte a un ingorgo inaspettato o davanti a un ritardo imprevedibile; conoscere previamente le condizioni meteo e della strada; prendere le dovute precauzioni se per malattia, sonno o stanchezza, assunzioni di bevande o di farmaci la guida possa soffrirne disagio.

La mancanza di autocontrollo, il desiderio eccessivo di velocità, l’impazienza e l’irritazione possono anche trascinare a trasgredire le regole di circolazione e di convivenza, di correre gravi rischi per la vita e la salute di noi stessi e degli altri.

 

La società né la Chiesa possono rimanere indifferenti al grande dramma causato dagli incidenti stradali. Non c'è dubbio che è troppo alto il prezzo pagato in vite e sofferenze umane da questo elemento del progresso quale è l’aumento del traffico stradale.

Ogni vita umana, propria e altrui, è troppo bella e preziosa perche possa essere prematuramente falciati o gravemente danneggiata da un errori umani colpevoli.

 

Per un cristiano, discepolo di colui che "passò facendo del bene", la strada dovrebbe essere anche una piattaforma speciale per esercitare le sue virtù, fondate principalmente sulla prudenza e carità. L’ormai Santo Giovanni XXIII nel 1960 disse: Le regole del traffico sono affidate al buon senso, alla cortesia, alla paziente e vigile applicazione di tutti”. E’ davvero deprecabile come il comportamento di molti al volante sia indice di assoluta mancanza di carità verso il prossimo. Qualcuno ha lasciato scritto che anche la strada potrebbe essere per un pilota cristiano un luogo di santificazione.

 

Promuoviamo tutti una cultura cristiana della strada. Le nostre strade devono essere luoghi di incontro per le persone, luoghi e persino aerópaghi di nuova civiltà.