La Santa Messa
Il prefazio e il Santo

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Il Prefazio, che è un’azione di grazie per i doni di Dio, in particolare per l’invio del suo Figlio come Salvatore.
Il Prefazio si conclude con l’acclaziione
 del «Santo», normalmente cantata.
È bello cantare il “Santo”: “Santo, Santo, Santo il Signore”. È bello cantarlo.
Tutta l’assemblea unisce la propria voce a quella degli Angeli e dei Santi per lodare e glorificare Dio.
 
Il Prefazio e il Santo sono i primi due elementi della preghiera eucaristica e formano un binomio strettamente collegato ma ben distinto, caratterizzato da un tono iniziale di festosità e di gioia con il coinvolgimento del sacerdote e dell’intera assemblea nella glorificazione celeste. È una preghiera di carattere dossologico, ossia è un rendimento di grazie a Dio per le meraviglie che ha operato e continua ad operare nellaStoria della Salvezza. Si conclude con il canto del Santo.
È una preghiera in stile solenne, che il sacerdote che presiede l'Eucarestia recita o canta da solo.
 
Il Prefazio ha una propria struttura che ne mette in rilievo il valore di preghiera solenne. Sempre preceduto, nelle liturgie orientali e occidentali, dal dialogo tra sacerdote e popolo:
 
Dialogo introduttivo:
“Il Signore sia con voi. E con il tuo Spirito.
In alto i nostri cuori. Sono rivolti al Signore.
Rendiamo grazie al Signore nostro Dio. È cosa buona e giusta”.

Formula iniziale :
“È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre e in ogni luogo a te, Padre santo, per Gesù Cristo, tuo dilettissimo Figlio”.

Sviluppo centrale o embolismo:
E’ il motivo del rendimento di grazie. “Egli è la tua Parola vivente, per mezzo di lui hai creato tutte le cose, e lo hai mandato a noi salvatore e redentore, fatto uomo per opera dello Spirito Santo e nato dalla Vergine Maria. Per compiere la tua volontà e acquistarti un popolo santo, egli stese le braccia sulla croce, morendo distrusse la morte e proclamò la risurrezione”.

Formula finale:
“Per questo mistero di salvezza, uniti agli angeli e ai santi, cantiamo a una sola voce la tua gloria”.
Segue il Santo o Lode universale a Dio, di cui abbiamo già parlato.
 
Il Prefazio, in sintesi, esprime propriamente l’azione di grazie con la quale il sacerdote, a nome di tutto il popolo santo glorifica Dio Padre e gli rende grazie per tutta l’opera della salvezza o per qualche suo aspetto particolare, a seconda della diversità del giorno, delle feste o del tempo.
 
Il significato del termine “prefazio” equivale a «preghiera solenne proclamata davanti alla comunità».
Vi risuona il mistero della celebrazione e si precisa l’atteggiamento fondamentale di fronte a Dio.
 
Esemplifichiamo quello che abbiamo esposto fin qua:
 
Dopo il dialogo seguono le tre parti del Prefazio delle domeniche del tempo ordinario II:
«È veramente cosa buona e giusta / nostro dovere e fonte di salvezza, /
rendere grazie sempre e in ogni luogo / a te, Signore, Padre santo, /
Dio onnipotente ed eterno, / per Cristo nostro Signore.
Nella sua misericordia per noi peccatori / egli si è degnato di nascere dalla Vergine; /
morendo sulla croce, / ci ha liberati dalla morte eterna /
e con la sua risurrezione / ci ha donato la vita immortale. /
Per questo mistero di salvezza, / uniti agli angeli e ai santi, /
cantiamo con gioia / l’inno della tua lode».
 
Il Santo è  sbocco naturale del Prefazio.


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